Lombardia: letalità al 18%. Virus viaggia in Tir.

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Numeri shock sul coronavirus riportati dal matematico Giovanni Sebastiani, sul CorSera in edicola oggi, 12 aprile:"Il tasso di letalità? Quella apparente, vale a dire il numero di morti diviso per il numero totale dei contagiati, in pratica sottostimati, è superiore al 12% con variazioni notevoli. Ad esempio il Veneto, tra le più colpite come numero di contagiati, è sotto il 6% ed anche per mortalità è un ottavo della Lombardia che ha letalità attorno al 18%. Le differenze tra le province sono ancora maggiori. È difficile spiegare la causa di queste diversità. Per quanto riguarda il Veneto credo che il grado di ospedalizzazione possa essere una delle spiegazioni. Qui la percentuale dei ricoverati è stata la metà della Lombardia, significa che sono state fatte scelte strategiche molto buone e che la fase emergenziale è stata meglio gestita evitando che i pazienti non Covid-19 arrivassero nei nosocomi, dove le infezioni trovano terreno fertile".

"Il virus ha viaggiato in autostrada. Come? Probabilmente si è spostato col traffico degli autotrasportatori e sarebbe interessante verificare la frequenza dei contagi in questa categoria. Meno probabile che il veicolo siano state le automobili private. Siamo giunti a queste conclusioni sulla base di due evidenze. La prima, abbiamo osservato all’interno della penisola la distribuzione delle province più colpite in termini di contagi. Si distribuivano tutte quante su 4 direttrici autostradali di carattere internazionale: la E35 da Milano a Napoli (meglio conosciuta come A1), la E70 da Torino a Venezia, poi altre due direttrici più brevi ma caratterizzate da grande traffico, la A22 Modena-Trento-Bolzano, infine la E55 da Bologna ad Ancona. Il 5 aprile solo le province di Piacenza e Cremona superavano l’1% dei contagiati. Il capoluogo della prima si trova nell’intersezione tra E35 e E70, per la seconda a 40 chilometri dal primo lungo la E70. Non è casuale che siano posizionate lungo arterie così trafficate. Seconda evidenza, abbiamo determinato la distribuzione nello spazio delle province più colpite che hanno avuto la stessa evoluzione nazionale raddoppiando il numero dei positivi os- servati in certe date dal 6 al 25 marzo, giorno di massima velocità di propagazione. Tra esse troviamo Milano, Vene- zia e Pesaro, lontane tra loro ma unite da grandi direttrici".
 

Mou

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Numeri shock sul coronavirus riportati dal matematico Giovanni Sebastiani, sul CorSera in edicola oggi, 12 aprile:"Il tasso di letalità? Quella apparente, vale a dire il numero di morti diviso per il numero totale dei contagiati, in pratica sottostimati, è superiore al 12% con variazioni notevoli. Ad esempio il Veneto, tra le più colpite come numero di contagiati, è sotto il 6% ed anche per mortalità è un ottavo della Lombardia che ha letalità attorno al 18%. Le differenze tra le province sono ancora maggiori. È difficile spiegare la causa di queste diversità. Per quanto riguarda il Veneto credo che il grado di ospedalizzazione possa essere una delle spiegazioni. Qui la percentuale dei ricoverati è stata la metà della Lombardia, significa che sono state fatte scelte strategiche molto buone e che la fase emergenziale è stata meglio gestita evitando che i pazienti non Covid-19 arrivassero nei nosocomi, dove le infezioni trovano terreno fertile".

"Il virus ha viaggiato in autostrada. Come? Probabilmente si è spostato col traffico degli autotrasportatori e sarebbe interessante verificare la frequenza dei contagi in questa categoria. Meno probabile che il veicolo siano state le automobili private. Siamo giunti a queste conclusioni sulla base di due evidenze. La prima, abbiamo osservato all’interno della penisola la distribuzione delle province più colpite in termini di contagi. Si distribuivano tutte quante su 4 direttrici autostradali di carattere internazionale: la E35 da Milano a Napoli (meglio conosciuta come A1), la E70 da Torino a Venezia, poi altre due direttrici più brevi ma caratterizzate da grande traffico, la A22 Modena-Trento-Bolzano, infine la E55 da Bologna ad Ancona. Il 5 aprile solo le province di Piacenza e Cremona superavano l’1% dei contagiati. Il capoluogo della prima si trova nell’intersezione tra E35 e E70, per la seconda a 40 chilometri dal primo lungo la E70. Non è casuale che siano posizionate lungo arterie così trafficate. Seconda evidenza, abbiamo determinato la distribuzione nello spazio delle province più colpite che hanno avuto la stessa evoluzione nazionale raddoppiando il numero dei positivi os- servati in certe date dal 6 al 25 marzo, giorno di massima velocità di propagazione. Tra esse troviamo Milano, Vene- zia e Pesaro, lontane tra loro ma unite da grandi direttrici".

Complimenti a Zaia che, viste le circostanze, si è confermato il miglior governatore d’Italia.
 

Ringhio8

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Complimenti a Zaia che, viste le circostanze, si è confermato il miglior governatore d’Italia.

Io sono orgoglioso di Zaia, finora ha gestito tutto in modo esemplare, ora sta pretendendo la liberalizzazione di mascherine per proteggere i lavoratori che stanno per riprendere. Devo però dire che la situazione in Veneto é un po' diversa dalla Lombardia, bloccato il focolaio di Vò non ne sono scoppiati altri se non negli ospedali. Ottima la politica dei tamponi, ne ha effettuati da subito quanti la Lombardia, tra le critiche generali, ed isolato più contagiati possibile. Però appunto, la popolazione é molto superiore in Lombardia. Non credo si possa paragonare
 
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Numeri shock sul coronavirus riportati dal matematico Giovanni Sebastiani, sul CorSera in edicola oggi, 12 aprile:"Il tasso di letalità? Quella apparente, vale a dire il numero di morti diviso per il numero totale dei contagiati, in pratica sottostimati, è superiore al 12% con variazioni notevoli. Ad esempio il Veneto, tra le più colpite come numero di contagiati, è sotto il 6% ed anche per mortalità è un ottavo della Lombardia che ha letalità attorno al 18%. Le differenze tra le province sono ancora maggiori. È difficile spiegare la causa di queste diversità. Per quanto riguarda il Veneto credo che il grado di ospedalizzazione possa essere una delle spiegazioni. Qui la percentuale dei ricoverati è stata la metà della Lombardia, significa che sono state fatte scelte strategiche molto buone e che la fase emergenziale è stata meglio gestita evitando che i pazienti non Covid-19 arrivassero nei nosocomi, dove le infezioni trovano terreno fertile".

"Il virus ha viaggiato in autostrada. Come? Probabilmente si è spostato col traffico degli autotrasportatori e sarebbe interessante verificare la frequenza dei contagi in questa categoria. Meno probabile che il veicolo siano state le automobili private. Siamo giunti a queste conclusioni sulla base di due evidenze. La prima, abbiamo osservato all’interno della penisola la distribuzione delle province più colpite in termini di contagi. Si distribuivano tutte quante su 4 direttrici autostradali di carattere internazionale: la E35 da Milano a Napoli (meglio conosciuta come A1), la E70 da Torino a Venezia, poi altre due direttrici più brevi ma caratterizzate da grande traffico, la A22 Modena-Trento-Bolzano, infine la E55 da Bologna ad Ancona. Il 5 aprile solo le province di Piacenza e Cremona superavano l’1% dei contagiati. Il capoluogo della prima si trova nell’intersezione tra E35 e E70, per la seconda a 40 chilometri dal primo lungo la E70. Non è casuale che siano posizionate lungo arterie così trafficate. Seconda evidenza, abbiamo determinato la distribuzione nello spazio delle province più colpite che hanno avuto la stessa evoluzione nazionale raddoppiando il numero dei positivi os- servati in certe date dal 6 al 25 marzo, giorno di massima velocità di propagazione. Tra esse troviamo Milano, Vene- zia e Pesaro, lontane tra loro ma unite da grandi direttrici".

La mortalità più o meno elevata è riconducibile alla tempestività nell'attuare le misure preventive e alla capacità di inseguire i casi positivi ed isolarli. La chiusura delle zone rosse rientra tra queste misure.
Tutte misure queste che alleggeriscono poi la mole di lavoro che spetta al sistema sanitario.
Altro step poi fondamentale è far si che funzioni la barriera personale medico-paziente, e questo dipende dalla disponibilità di DPI.

Sono queste le differenze che hanno portato ai numeri pessimi che abbiamo in Lombardia rispetto al Veneto.
Il sud ha osservato in silenzio certe dinamiche e certe tempistiche e non si è fatto trovare impreparato.
Non vorrei offendere alcuno dicendo che tanti tanti morti potevano essere evitati.
Certe decisioni sono state prese tardivamente per incapacità , superficialità o rifiuto nel fermare la macchina produttiva ma alla fine il tempo non lo si sta perdendo ugualmente???
Forse ne perderemo pure di più .
 

Jino

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La mortalità più o meno elevata è riconducibile alla tempestività nell'attuare le misure preventive e alla capacità di inseguire i casi positivi ed isolarli. La chiusura delle zone rosse rientra tra queste misure.
Tutte misure queste che alleggeriscono poi la mole di lavoro che spetta al sistema sanitario.
Altro step poi fondamentale è far si che funzioni la barriera personale medico-paziente, e questo dipende dalla disponibilità di DPI.

Sono queste le differenze che hanno portato ai numeri pessimi che abbiamo in Lombardia rispetto al Veneto.
Il sud ha osservato in silenzio certe dinamiche e certe tempistiche e non si è fatto trovare impreparato.
Non vorrei offendere alcuno dicendo che tanti tanti morti potevano essere evitati.
Certe decisioni sono state prese tardivamente per incapacità , superficialità o rifiuto nel fermare la macchina produttiva ma alla fine il tempo non lo si sta perdendo ugualmente???
Forse ne perderemo pure di più .

C'è da dire che scene come quelle viste ieri a Milano di fuga dalla città per la Pasqua in Veneto non le ho viste. Quindi, forse, anche la popolazione stessa ha contribuito in maniera decisa ad aiutare contro la malattia.
 

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"Il virus ha viaggiato in autostrada. Come? Probabilmente si è spostato col traffico degli autotrasportatori e sarebbe interessante verificare la frequenza dei contagi in questa categoria. Meno probabile che il veicolo siano state le automobili private. Siamo giunti a queste conclusioni sulla base di due evidenze. La prima, abbiamo osservato all’interno della penisola la distribuzione delle province più colpite in termini di contagi. Si distribuivano tutte quante su 4 direttrici autostradali di carattere internazionale: la E35 da Milano a Napoli (meglio conosciuta come A1), la E70 da Torino a Venezia, poi altre due direttrici più brevi ma caratterizzate da grande traffico, la A22 Modena-Trento-Bolzano, infine la E55 da Bologna ad Ancona. Il 5 aprile solo le province di Piacenza e Cremona superavano l’1% dei contagiati. Il capoluogo della prima si trova nell’intersezione tra E35 e E70, per la seconda a 40 chilometri dal primo lungo la E70. Non è casuale che siano posizionate lungo arterie così trafficate. Seconda evidenza, abbiamo determinato la distribuzione nello spazio delle province più colpite che hanno avuto la stessa evoluzione nazionale raddoppiando il numero dei positivi os- servati in certe date dal 6 al 25 marzo, giorno di massima velocità di propagazione. Tra esse troviamo Milano, Vene- zia e Pesaro, lontane tra loro ma unite da grandi direttrici".

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C'è da dire che scene come quelle viste ieri a Milano di fuga dalla città per la Pasqua in Veneto non le ho viste. Quindi, forse, anche la popolazione stessa ha contribuito in maniera decisa ad aiutare contro la malattia.

Secondo me il vero problema è solo la densità della popolazione, non darei colpe eccessive ai lombardi.
Milano è nata per fermarsi mai, non regge il paragone col veneto.
Certamente ci sono stati comportamenti sbagliati, non lo nego, ma ci sono città che è difficile fermare e pochi giorni di ritardo poi li paghi a carissimo prezzo.
Una città metropolitana è il terreno fertile per un virus.
A maggior ragione,quindi, la lombardia andava fermata prima di subito.
 
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