Leao Milan: è rottura. No a clausola dimezzata.

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GDS: è rottura totale tra il Milan e Leao. Il portoghese vorrebbe dimezzare la clausola rescissoria. Maldini dice no. Il portoghese chiede una via d’uscita a 70 milioni, metà dell’attuale valore. Senza effetto l’incontro tra Paolo e il giocatore. Le sirene dei club inglesi tornano a suonare. Il Milan deve evitare lo svincolo gratuito. Senza un rinnovo oltre il 2024 l’ex Lilla tra poco più di undici mesi potrebbe addirittura decidere di firmare per un’altra società a costo zero. E non a caso in Portogallo c’è chi spinge per questo epilogo particolarmente indigesto per le casse rossonere. Ciò spiega come in queste ultime settimane si sia alzata di molto la temperatura nei rapporti tra i vertici milanisti e l’entourage dell’attaccante. Sullo sfondo c’è sempre Jorge Mendes, interlocutore privilegiato di papà Antonio, mentre a Parigi bisogna sempre fare i conti con l’avvocato Ted Dimvula, titolare della procura sino al febbraio 2024. In questi mesi la melina nella trattativa è stata alimentata dai rapporti gelidi (se non pro- prio inesistenti) tra i due consulenti. Maldini ha provato a scuotere Rafael, esortandolo a prendere posizione per uscire da questo pericoloso ingorgo. Una chiamata alle armi diretta, facendo leva anche sulle sue precedenti prese di posizione. In più occasioni Leao, infatti, aveva espresso la volontà di restare al Milan a lungo. I bene informati assicurano, però, che il faccia a faccia tra il direttore dell’area tecnica e il giocatore non ha portato gli effetti sperati. Anzi, c’è chi giura che il dialogo si sia concluso con modi bruschi. Il capitano del Milan dei tempi d’oro sarebbe rimasto deluso dalle risposte impacciate di Rafael. Non c’è un rapporto di causa-effetto esplicito, ma le ultime prestazioni del nazionale portoghese fanno riflettere. Questo braccio di ferro sul contratto dura da mesi, ma il suo rendimento non è mai stato condizionato in maniera particolare. Invece le ultime uscite sono state chiaramente in tono minore. E molti si interrogano anche sulla scelta di Stefano Pioli di lasciarlo in panchina al fischio d’inizio dell’infausta gara di due giorni fa persa a San Siro contro il Sassuolo.


Resta la differenza (seppur minima) anche sullo stipendio: 6,5 milioni netti messi sul piatto dai vertici mila- nisti, a fronte dei 7 richiesti da Leao. E poi non va dimenticato l’ostacolo Sporting. Sì, perché nel conto salato ci sono sempre i famosi 19 milioni che spettano al club di Lisbona per quella fuga di Rafa al Lilla del 2018. Troppi macigni ostruiscono la strada. Ora come ora Gerry Cardinale, proprietario del Milan, e i suoi collaboratori devono fare i conti con un caso che rischia di diventare pericoloso, giorno dopo giorno.
 
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GDS: è rottura totale tra il Milan e Leao. Il portoghese vorrebbe dimezzare la clausola rescissoria. Maldini dice no. Il portoghese chiede una via d’uscita a 70 milioni, metà dell’attuale valore. Senza effetto l’incontro tra Paolo e il giocatore. Le sirene dei club inglesi tornano
a suonare. Il Milan deve evitare lo svincolo gratuito

In aggiornamento
Se non si trova l’accordo,
appena apre il mercato estivo, da vendere.
Con quei soldi si vedrà che fare, se Jerry concederà di reinvestirli.

Importante venderlo subito però, altrimenti ci si fuma un’altra sessione estiva dietro a lunghe rincorse, attese, sconti e trattative.
 

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GDS: è rottura totale tra il Milan e Leao. Il portoghese vorrebbe dimezzare la clausola rescissoria. Maldini dice no. Il portoghese chiede una via d’uscita a 70 milioni, metà dell’attuale valore. Senza effetto l’incontro tra Paolo e il giocatore. Le sirene dei club inglesi tornano a suonare. Il Milan deve evitare lo svincolo gratuito. Senza un rinnovo oltre il 2024 l’ex Lilla tra poco più di undici mesi potrebbe addirittura decidere di firmare per un’altra società a costo zero. E non a caso in Portogallo c’è chi spinge per questo epilogo particolarmente indigesto per le casse rossonere. Ciò spiega come in queste ultime settimane si sia alzata di molto la temperatura nei rapporti tra i vertici milanisti e l’entourage dell’attaccante. Sullo sfondo c’è sempre Jorge Mendes, interlocutore privilegiato di papà Antonio, mentre a Parigi bisogna sempre fare i conti con l’avvocato Ted Dimvula, titolare della procura sino al febbraio 2024. In questi mesi la melina nella trattativa è stata alimentata dai rapporti gelidi (se non pro- prio inesistenti) tra i due consulenti. Maldini ha provato a scuotere Rafael, esortandolo a prendere posizione per uscire da questo pericoloso ingorgo. Una chiamata alle armi diretta, facendo leva anche sulle sue precedenti prese di posizione. In più occasioni Leao, infatti, aveva espresso la volontà di restare al Milan a lungo. I bene informati assicurano, però, che il faccia a faccia tra il direttore dell’area tecnica e il giocatore non ha portato gli effetti sperati. Anzi, c’è chi giura che il dialogo si sia concluso con modi bruschi. Il capitano del Milan dei tempi d’oro sarebbe rimasto deluso dalle risposte impacciate di Rafael. Non c’è un rapporto di causa-effetto esplicito, ma le ultime prestazioni del nazionale portoghese fanno riflettere. Questo braccio di ferro sul contratto dura da mesi, ma il suo rendimento non è mai stato condizionato in maniera particolare. Invece le ultime uscite sono state chiaramente in tono minore. E molti si interrogano anche sulla scelta di Stefano Pioli di lasciarlo in panchina al fischio d’inizio dell’infausta gara di due giorni fa persa a San Siro contro il Sassuolo.
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GDS: è rottura totale tra il Milan e Leao. Il portoghese vorrebbe dimezzare la clausola rescissoria. Maldini dice no. Il portoghese chiede una via d’uscita a 70 milioni, metà dell’attuale valore. Senza effetto l’incontro tra Paolo e il giocatore. Le sirene dei club inglesi tornano a suonare. Il Milan deve evitare lo svincolo gratuito. Senza un rinnovo oltre il 2024 l’ex Lilla tra poco più di undici mesi potrebbe addirittura decidere di firmare per un’altra società a costo zero. E non a caso in Portogallo c’è chi spinge per questo epilogo particolarmente indigesto per le casse rossonere. Ciò spiega come in queste ultime settimane si sia alzata di molto la temperatura nei rapporti tra i vertici milanisti e l’entourage dell’attaccante. Sullo sfondo c’è sempre Jorge Mendes, interlocutore privilegiato di papà Antonio, mentre a Parigi bisogna sempre fare i conti con l’avvocato Ted Dimvula, titolare della procura sino al febbraio 2024. In questi mesi la melina nella trattativa è stata alimentata dai rapporti gelidi (se non pro- prio inesistenti) tra i due consulenti. Maldini ha provato a scuotere Rafael, esortandolo a prendere posizione per uscire da questo pericoloso ingorgo. Una chiamata alle armi diretta, facendo leva anche sulle sue precedenti prese di posizione. In più occasioni Leao, infatti, aveva espresso la volontà di restare al Milan a lungo. I bene informati assicurano, però, che il faccia a faccia tra il direttore dell’area tecnica e il giocatore non ha portato gli effetti sperati. Anzi, c’è chi giura che il dialogo si sia concluso con modi bruschi. Il capitano del Milan dei tempi d’oro sarebbe rimasto deluso dalle risposte impacciate di Rafael. Non c’è un rapporto di causa-effetto esplicito, ma le ultime prestazioni del nazionale portoghese fanno riflettere. Questo braccio di ferro sul contratto dura da mesi, ma il suo rendimento non è mai stato condizionato in maniera particolare. Invece le ultime uscite sono state chiaramente in tono minore. E molti si interrogano anche sulla scelta di Stefano Pioli di lasciarlo in panchina al fischio d’inizio dell’infausta gara di due giorni fa persa a San Siro contro il Sassuolo.
Da vendere subito.
 
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GDS: è rottura totale tra il Milan e Leao. Il portoghese vorrebbe dimezzare la clausola rescissoria. Maldini dice no. Il portoghese chiede una via d’uscita a 70 milioni, metà dell’attuale valore. Senza effetto l’incontro tra Paolo e il giocatore. Le sirene dei club inglesi tornano a suonare. Il Milan deve evitare lo svincolo gratuito. Senza un rinnovo oltre il 2024 l’ex Lilla tra poco più di undici mesi potrebbe addirittura decidere di firmare per un’altra società a costo zero. E non a caso in Portogallo c’è chi spinge per questo epilogo particolarmente indigesto per le casse rossonere. Ciò spiega come in queste ultime settimane si sia alzata di molto la temperatura nei rapporti tra i vertici milanisti e l’entourage dell’attaccante. Sullo sfondo c’è sempre Jorge Mendes, interlocutore privilegiato di papà Antonio, mentre a Parigi bisogna sempre fare i conti con l’avvocato Ted Dimvula, titolare della procura sino al febbraio 2024. In questi mesi la melina nella trattativa è stata alimentata dai rapporti gelidi (se non pro- prio inesistenti) tra i due consulenti. Maldini ha provato a scuotere Rafael, esortandolo a prendere posizione per uscire da questo pericoloso ingorgo. Una chiamata alle armi diretta, facendo leva anche sulle sue precedenti prese di posizione. In più occasioni Leao, infatti, aveva espresso la volontà di restare al Milan a lungo. I bene informati assicurano, però, che il faccia a faccia tra il direttore dell’area tecnica e il giocatore non ha portato gli effetti sperati. Anzi, c’è chi giura che il dialogo si sia concluso con modi bruschi. Il capitano del Milan dei tempi d’oro sarebbe rimasto deluso dalle risposte impacciate di Rafael. Non c’è un rapporto di causa-effetto esplicito, ma le ultime prestazioni del nazionale portoghese fanno riflettere. Questo braccio di ferro sul contratto dura da mesi, ma il suo rendimento non è mai stato condizionato in maniera particolare. Invece le ultime uscite sono state chiaramente in tono minore. E molti si interrogano anche sulla scelta di Stefano Pioli di lasciarlo in panchina al fischio d’inizio dell’infausta gara di due giorni fa persa a San Siro contro il Sassuolo.


Resta la differenza (seppur minima) anche sullo stipendio: 6,5 milioni netti messi sul piatto dai vertici mila- nisti, a fronte dei 7 richiesti da Leao. E poi non va dimenticato l’ostacolo Sporting. Sì, perché nel conto salato ci sono sempre i famosi 19 milioni che spettano al club di Lisbona per quella fuga di Rafa al Lilla del 2018. Troppi macigni ostruiscono la strada. Ora come ora Gerry Cardinale, proprietario del Milan, e i suoi collaboratori devono fare i conti con un caso che rischia di diventare pericoloso, giorno dopo giorno.
Da vendere, anche a 50 milioni. Non si può correre il rischio di perderlo a zero, basta buttare soldi. Già subiamo la mancanza di volontà della proprietà nel rafforzare la squadra, almeno queste mezze occasioni devono essere colte!
 

Franco

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Era ovvio che lo scoglio fosse la clausola. L'ho scritto io qui in tempi non sospetti e non ho alcuna informazione privilegiata. La gazzetta nei suoi mille articoli di questi mesi ha scritto una marea di balle.

Era da vendere l'1 gennaio per 100 milioni. In estate il prezzo sarà la metà e se si arriva ad agosto va via a zero.
 
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