Edric
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La partita di ieri ha, ovviamente, scatenato anche tutti quelli che non vedevano l’ora di spalare letame sul nuovo Milan (e per riconoscerli, spesso, basta vedere dove vogliono andare a parare col loro discorso o come trattengano, quasi a stento, la loro rinnovata “euforia”).
Ma non si preoccupino comunque lor signori che tanto, noi milanisti, per nostra fortuna, siamo piuttosto “testardi”, e convinti dei nostri mezzi, quando ci mettiamo in testa l’idea di (ri)tornare a vincere, nonostante i vaticini (da 4 soldi) di “profeti di sventura” (da 4 soldi).
E’ però indubbio che la ripassata (perché di questo si è trattato) dataci dalla Lazio ieri abbia evidenziato alcuni punti critici ed errori che vanno prontamente risolti in maniera che, in futuro, non si ripresentino mai più o, altrimenti, potremmo veramente rischiare di doverci giocare fino all’ultimo momento l’accesso alla prossima Champions League (e con questa squadra sarebbe veramente un suicidio tecnico).
1) NESSUNA SOSTITUZIONE ALL’INTERVALLO
Questo è stato un errore PACCHIANO di Montella, errore che, indubitabilmente, ci è costato la chance di anche solo provare a riacciuffare la partita.
Un allenatore del Milan NON può permettersi di accettare (implicitamente) un 2-0 a sfavore senza neanche provare ad intervenire in qualche maniera all’intervallo. Tantomeno quando hai schierato quegli attaccanti all’inizio e ben hai visto che, così facendo, hai consegnato la partita agli avversari dopo 10 minuti.
E’ necessario intervenire in qualche modo, anche fosse solo per dare una scossa di qualche tipo alla squadra. Aspettare altri 15 minuti a effettuare i cambi serve (nella migliore delle ipotesi) solo a buttare via tempo o, come si è visto chiaramente ieri, a peggiorare le cose, sprecando ogni residua chance di “ribaltare” la partita.
Che Montella non ci abbia neanche provato (se non quando era troppo tardi e il patatrac era bello che fatto) è, onestamente, abbastanza preoccupante e getta svariate ombre sulle sue capacità di essere un allenatore degno di questa squadra.
Credo però che, almeno per il momento, rimanga ancora opportuno riservare il giudizio definitivo su questo allenatore ed affidarlo ad una ulteriore (e ultima) controprova per capire se (a causare il patatrac) sia stato solo di un eccesso di prudenza o qualcosa di più grave.
Tutti sbagliano prima o poi, commettendo errori anche gravi, la cosa che però resta fondamentale è rendersene conto e riuscire ad imparare da questi errori in modo da NON RIPETERLI IN FUTURO.
2) SILVA E CHALANOGLU IN PANCHINA
Piacciano o non piacciano (come acquisti) questi due sono i giocatori che hanno le maggiori possibilità di risolverti qualunque partita fra quelli che abbiamo in rosa..
Silva è l’attaccante titolare del Portogallo (a cui ha tra l’altro recentemente “salvato le chiappe”), ed è capace di giocare e dialogare tranquillamente con uno “scarpone” come Cristiano Ronaldo.
Ha ampiamente dimostrato di essere in grado di dire la sua, e di rendersi pericoloso (oltre che segnare), in contesti ben più internazionali e ben più importanti di qualunque partita di questa “modesta” Serie A attuale.
Ha anche ampiamente dimostrato, tra l’altro, di essere spesso in grado di farsi trovare “al posto giusto al momento giusto” e, qualunque tifoso milanista degno di questo nome, dovrebbe ben sapere quanto questa dote sia preziosa (ancorché spesso sottovalutata dai commentatori più ignoranti).
Preferirgli un giovanotto della primavera (di ottime speranze sia chiaro) o un Kalinic non in forma è semplicemente poco intelligente.
Chalanoglu poi, tenuto in panchina, è veramente un insulto al calcio.
Si vede LONTANO UN MIGLIO che è quel genere di calciatore che, in qualunque momento, può piazzarti il passaggio o la giocata che ti apre il varco decisivo per scardinare qualunque blocco difensivo.
E, se questo già di per sé non bastasse, anche giocando eventualmente da fermo sarebbe nettamente più pericoloso di ¾ dei calciatori della Serie A, semplicemente con la capacità di sbloccare (su calcio piazzato) quelle partite difficili contro avversari che stiano avendo successo nell’asfissiare il gioco della squadra.
Ma tanto non è che in Serie A di squadre che puntino ad “asfissiare” il gioco altrui ce ne siano poi così tante non è vero ?
Certo ci sarà anche da soffrire e da “aiutare” in campo e, quasi certamente, anche sopportare delle “pause” (specie in questi primi mesi, fra il periodo di inattività ed i problemi di lingua ed ambientamento eventuali) ma mi pare che anche un Pjanic a caso (per restare in tema “calci da fermo”) non sia mai stato un “mostro di continuità”.
Qualunque ipotesi di 11 titolare, per un qualunque allenatore un minimo sveglio, PARTIREBBE DA QUESTI DUE.
Da lì poi si ragiona eventualmente su come schierare la squadra in modo da far si che tutti rendano al meglio possibile e siano in grado di esprimere il loro notevole potenziale (che è evidente e notevole in ogni ruolo del campo).
E’ il caso che Montella se ne renda conto anche lui alla svelta, prima che si sia costretti a prendere provvedimenti.
3) Il 4-3-3 AD OGNI COSTO
Ecco direi che ora è il caso di dire basta, veramente basta, con questa idiozia (propugnata da allenatori mediocri e da opinionisti men che mediocri) che siano i sistemi di gioco a vincere le partite di calcio.
Per quanto questi siano fondamentali, NON sono IL SOLE, da inseguire a tutti i costi e a cui immolare ogni altra considerazione.
Le partite le vincono, da sempre, i calciatori.
Non solo, le partite le vincono, da sempre, i calciatori in grado di fare la differenza, indipendentemente dal ruolo che ricoprono (portiere, centrale, terzino, centrocampista, attaccante, ogni ruolo ha, all’interno delle sue caratteristiche peculiari, la possibilità di “fare la differenza”).
Ha quindi veramente molto poco senso privarsi di alcuni fra i migliori da questo punto di vista per inseguire un “Modulo”.
Il sistema di gioco serve, certamente, a fornire alla squadra un “ordine” compiuto invece del caos anarchico che rappresenterebbero 11 giocatori lasciati in balia di sè stessi.
Non serve più a molto però se invece diventa una specie di GABBIA, nella quale bisogna a forza “rinchiudere” gli 11 titolari anzi, a quel punto diventa, a tutti gli effetti, un ostacolo invece di essere una risorsa.
Il sistema di gioco deve essere di supporto alla squadra, non è la squadra che deve supportare il sistema di gioco.
O, detto più semplicemente, se sei un “ristoratore” e hai a disposizione dell’ottimo pomodoro, della mozzarella di bufala ed un po’ di farina, puoi anche ostinarti a provare a “preparare” una insalata di tonno ma, magari, sarebbe invece il caso che ti mettessi di buzzo buono e iniziassi a "cuocere" un’ottima “pizza napoletana”, di sicuro i tuoi “clienti” apprezzerebbero maggiormente il risultato finale.
Perciò, se per continuare a usare questa fantomatica e mirabolante “coperta di linus” chiamata 4-3-3, dobbiamo ridurci a tenere in panchina ¾ del potenziale della squadra in attacco, e ad andare ad affrontare la Lazio con le riserve (e, per conseguenza, finiamo con il far fare anche una pessima figura al resto della squadra) mi pare sia il caso che l’allenatore provveda a darsi una svegliata e che cambi alla svelta oppure, se dovesse intestardirsi (a non far giocare i migliori), si provveda a cambiare l’allenatore.
Tertium non datur.
Ma non si preoccupino comunque lor signori che tanto, noi milanisti, per nostra fortuna, siamo piuttosto “testardi”, e convinti dei nostri mezzi, quando ci mettiamo in testa l’idea di (ri)tornare a vincere, nonostante i vaticini (da 4 soldi) di “profeti di sventura” (da 4 soldi).
E’ però indubbio che la ripassata (perché di questo si è trattato) dataci dalla Lazio ieri abbia evidenziato alcuni punti critici ed errori che vanno prontamente risolti in maniera che, in futuro, non si ripresentino mai più o, altrimenti, potremmo veramente rischiare di doverci giocare fino all’ultimo momento l’accesso alla prossima Champions League (e con questa squadra sarebbe veramente un suicidio tecnico).
1) NESSUNA SOSTITUZIONE ALL’INTERVALLO
Questo è stato un errore PACCHIANO di Montella, errore che, indubitabilmente, ci è costato la chance di anche solo provare a riacciuffare la partita.
Un allenatore del Milan NON può permettersi di accettare (implicitamente) un 2-0 a sfavore senza neanche provare ad intervenire in qualche maniera all’intervallo. Tantomeno quando hai schierato quegli attaccanti all’inizio e ben hai visto che, così facendo, hai consegnato la partita agli avversari dopo 10 minuti.
E’ necessario intervenire in qualche modo, anche fosse solo per dare una scossa di qualche tipo alla squadra. Aspettare altri 15 minuti a effettuare i cambi serve (nella migliore delle ipotesi) solo a buttare via tempo o, come si è visto chiaramente ieri, a peggiorare le cose, sprecando ogni residua chance di “ribaltare” la partita.
Che Montella non ci abbia neanche provato (se non quando era troppo tardi e il patatrac era bello che fatto) è, onestamente, abbastanza preoccupante e getta svariate ombre sulle sue capacità di essere un allenatore degno di questa squadra.
Credo però che, almeno per il momento, rimanga ancora opportuno riservare il giudizio definitivo su questo allenatore ed affidarlo ad una ulteriore (e ultima) controprova per capire se (a causare il patatrac) sia stato solo di un eccesso di prudenza o qualcosa di più grave.
Tutti sbagliano prima o poi, commettendo errori anche gravi, la cosa che però resta fondamentale è rendersene conto e riuscire ad imparare da questi errori in modo da NON RIPETERLI IN FUTURO.
2) SILVA E CHALANOGLU IN PANCHINA
Piacciano o non piacciano (come acquisti) questi due sono i giocatori che hanno le maggiori possibilità di risolverti qualunque partita fra quelli che abbiamo in rosa..
Silva è l’attaccante titolare del Portogallo (a cui ha tra l’altro recentemente “salvato le chiappe”), ed è capace di giocare e dialogare tranquillamente con uno “scarpone” come Cristiano Ronaldo.
Ha ampiamente dimostrato di essere in grado di dire la sua, e di rendersi pericoloso (oltre che segnare), in contesti ben più internazionali e ben più importanti di qualunque partita di questa “modesta” Serie A attuale.
Ha anche ampiamente dimostrato, tra l’altro, di essere spesso in grado di farsi trovare “al posto giusto al momento giusto” e, qualunque tifoso milanista degno di questo nome, dovrebbe ben sapere quanto questa dote sia preziosa (ancorché spesso sottovalutata dai commentatori più ignoranti).
Preferirgli un giovanotto della primavera (di ottime speranze sia chiaro) o un Kalinic non in forma è semplicemente poco intelligente.
Chalanoglu poi, tenuto in panchina, è veramente un insulto al calcio.
Si vede LONTANO UN MIGLIO che è quel genere di calciatore che, in qualunque momento, può piazzarti il passaggio o la giocata che ti apre il varco decisivo per scardinare qualunque blocco difensivo.
E, se questo già di per sé non bastasse, anche giocando eventualmente da fermo sarebbe nettamente più pericoloso di ¾ dei calciatori della Serie A, semplicemente con la capacità di sbloccare (su calcio piazzato) quelle partite difficili contro avversari che stiano avendo successo nell’asfissiare il gioco della squadra.
Ma tanto non è che in Serie A di squadre che puntino ad “asfissiare” il gioco altrui ce ne siano poi così tante non è vero ?
Certo ci sarà anche da soffrire e da “aiutare” in campo e, quasi certamente, anche sopportare delle “pause” (specie in questi primi mesi, fra il periodo di inattività ed i problemi di lingua ed ambientamento eventuali) ma mi pare che anche un Pjanic a caso (per restare in tema “calci da fermo”) non sia mai stato un “mostro di continuità”.
Qualunque ipotesi di 11 titolare, per un qualunque allenatore un minimo sveglio, PARTIREBBE DA QUESTI DUE.
Da lì poi si ragiona eventualmente su come schierare la squadra in modo da far si che tutti rendano al meglio possibile e siano in grado di esprimere il loro notevole potenziale (che è evidente e notevole in ogni ruolo del campo).
E’ il caso che Montella se ne renda conto anche lui alla svelta, prima che si sia costretti a prendere provvedimenti.
3) Il 4-3-3 AD OGNI COSTO
Ecco direi che ora è il caso di dire basta, veramente basta, con questa idiozia (propugnata da allenatori mediocri e da opinionisti men che mediocri) che siano i sistemi di gioco a vincere le partite di calcio.
Per quanto questi siano fondamentali, NON sono IL SOLE, da inseguire a tutti i costi e a cui immolare ogni altra considerazione.
Le partite le vincono, da sempre, i calciatori.
Non solo, le partite le vincono, da sempre, i calciatori in grado di fare la differenza, indipendentemente dal ruolo che ricoprono (portiere, centrale, terzino, centrocampista, attaccante, ogni ruolo ha, all’interno delle sue caratteristiche peculiari, la possibilità di “fare la differenza”).
Ha quindi veramente molto poco senso privarsi di alcuni fra i migliori da questo punto di vista per inseguire un “Modulo”.
Il sistema di gioco serve, certamente, a fornire alla squadra un “ordine” compiuto invece del caos anarchico che rappresenterebbero 11 giocatori lasciati in balia di sè stessi.
Non serve più a molto però se invece diventa una specie di GABBIA, nella quale bisogna a forza “rinchiudere” gli 11 titolari anzi, a quel punto diventa, a tutti gli effetti, un ostacolo invece di essere una risorsa.
Il sistema di gioco deve essere di supporto alla squadra, non è la squadra che deve supportare il sistema di gioco.
O, detto più semplicemente, se sei un “ristoratore” e hai a disposizione dell’ottimo pomodoro, della mozzarella di bufala ed un po’ di farina, puoi anche ostinarti a provare a “preparare” una insalata di tonno ma, magari, sarebbe invece il caso che ti mettessi di buzzo buono e iniziassi a "cuocere" un’ottima “pizza napoletana”, di sicuro i tuoi “clienti” apprezzerebbero maggiormente il risultato finale.
Perciò, se per continuare a usare questa fantomatica e mirabolante “coperta di linus” chiamata 4-3-3, dobbiamo ridurci a tenere in panchina ¾ del potenziale della squadra in attacco, e ad andare ad affrontare la Lazio con le riserve (e, per conseguenza, finiamo con il far fare anche una pessima figura al resto della squadra) mi pare sia il caso che l’allenatore provveda a darsi una svegliata e che cambi alla svelta oppure, se dovesse intestardirsi (a non far giocare i migliori), si provveda a cambiare l’allenatore.
Tertium non datur.