Laudisa sui casi Donnarumma e De Sciglio.

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Aragorn

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Carlo Laudisa della Gazzetta dello Sport, a Radio 24, ha parlato dei due casi che tengono banco in casa Milan:"Riguardo Donnarumma si sta giocando una partita di nervi. Gigio ha fatto capire di voler restare al Milan mentre Raiola vorrebbe farlo andar via. Raiola prende tempo e vuole aspettare la campagna acquisti della nuova proprietà. Ma questa partita non è iniziata nel modo migliore. De Sciglio in passato è stato vicino alla Juve ed è probabile che ci andrà al termine della stagione".

Raiola è talmente interessato al lato sportivo che l'anno scorso ha spostato Pogba dalla futura squadra campione d'Europa a un Manchester lontano anni luce dall'essere competitivo. L'unica cosa che gli sta a cuore sono i soldi, il punto è capire cosa invece interessa a Donnarumma.
 

Casnop

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Carlo Laudisa della Gazzetta dello Sport, a Radio 24, ha parlato dei due casi che tengono banco in casa Milan:"Riguardo Donnarumma si sta giocando una partita di nervi. Gigio ha fatto capire di voler restare al Milan mentre Raiola vorrebbe farlo andar via. Raiola prende tempo e vuole aspettare la campagna acquisti della nuova proprietà. Ma questa partita non è iniziata nel modo migliore. De Sciglio in passato è stato vicino alla Juve ed è probabile che ci andrà al termine della stagione".
Laudisa dunque sostiene la tesi delle due volontà: quella di Donnarumma, di rimanere al Miilan, negoziando al meglio il contratto, ma senza rompere, e possibilmente prima dell'estate; quella di Raiola, di farlo andare via, cedendo alle lusinghe dei tanti corteggiatori del giovane portiere. Ve ne sarebbe una terza, che concilierebbe divergenze altrimenti insanabili: negoziare il contratto, ma prevedendo una percentuale in favore del procuratore all'atto della futura ricezione di una offerta di acquisto superiore ad un certo importo, magari con la previsione di una facoltà di risoluzione ipso iure del contratto in favore del giocatore all'avveramento di tale ipotesi, offerta che don Carmine non avrebbe difficoltà a costruire. Volontà, questa terza, che, si ripete, soddisferebbe sia il giocatore che don Carmine. Si tratta di vedere se potrebbe andare bene al Milan. Alla Juve, per Pogba, andò benissimo, quella offerta arrivò, la Juve intasco' una mare di denaro, che retrocedette per una quota a Raiola. Tutto sta a regolarsi, Fassone e Li dovrebbero farlo. In favore di essa, militerebbe una considerazione tecnica: è tutto da dimostrare che l'incidenza dell'apporto di Donnarumma sui successi del futuro Milan sia superiore a quella avuta da Pogba in quelli della Juve. Del portiere non sappiamo se faccia vincere le partite, sappiamo tuttavia che può farle perdere. In casi simili, Zidane e Pogba, quelli di Torino hanno saputo costruire squadre ancora più forti di quelle in cui militavano questi fuoriclasse. Da pensarci, allora, specie considerando l'ovvio, ovvero che il club non potrebbe spuntare dall'attuale Donnarumma, in scadenza di contratgo ad un anno, cifre superiori a quelle che otterrebbe domani ad un Donnarumma rinnovato, magari a quelle particolari condizioni. Donnarumma ed il suo Rasputin pensano di usare il Milan? Il Milan usi loro. Non esistino più i Rivera, Baresi, Maldini, esistono solo i professionisti, e le opportunità che in ogni caso essi procurano, sia quando giocano nel club, sia quando pensano di giocare altrove. :)
 

tifoso evorutto

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Laudisa dunque sostiene la tesi delle due volontà: quella di Donnarumma, di rimanere al Miilan, negoziando al meglio il contratto, ma senza rompere, e possibilmente prima dell'estate; quella di Raiola, di farlo andare via, cedendo alle lusinghe dei tanti corteggiatori del giovane portiere. Ve ne sarebbe una terza, che concilierebbe divergenze altrimenti insanabili: negoziare il contratto, ma prevedendo una percentuale in favore del procuratore all'atto della futura ricezione di una offerta di acquisto superiore ad un certo importo, magari con la previsione di una facoltà di risoluzione ipso iure del contratto in favore del giocatore all'avveramento di tale ipotesi, offerta che don Carmine non avrebbe difficoltà a costruire. Volontà, questa terza, che, si ripete, soddisferebbe sia il giocatore che don Carmine. Si tratta di vedere se potrebbe andare bene al Milan. Alla Juve, per Pogba, andò benissimo, quella offerta arrivò, la Juve intasco' una mare di denaro, che retrocedette per una quota a Raiola. Tutto sta a regolarsi, Fassone e Li dovrebbero farlo. In favore di essa, militerebbe una considerazione tecnica: è tutto da dimostrare che l'incidenza dell'apporto di Donnarumma sui successi del futuro Milan sia superiore a quella avuta da Pogba in quelli della Juve. Del portiere non sappiamo se faccia vincere le partite, sappiamo tuttavia che può farle perdere. In casi simili, Zidane e Pogba, quelli di Torino hanno saputo costruire squadre ancora più forti di quelle in cui militavano questi fuoriclasse. Da pensarci, allora, specie considerando l'ovvio, ovvero che il club non potrebbe spuntare dall'attuale Donnarumma, in scadenza di contratgo ad un anno, cifre superiori a quelle che otterrebbe domani ad un Donnarumma rinnovato, magari a quelle particolari condizioni. Donnarumma ed il suo Rasputin pensano di usare il Milan? Il Milan usi loro. Non esistino più i Rivera, Baresi, Maldini, esistono solo i professionisti, e le opportunità che in ogni caso essi procurano, sia quando giocano nel club, sia quando pensano di giocare altrove. :)

Comprendo, ma questo non è più calcio, dai non è possibile che un tifoso non si possa minimamente permettere il lusso di affezionarsi a un suo giocatore,
vedo anche un problema di regole, si parla di far play finanziario, ma in questo senso non è possibile che una squadra rischi di perdere un giovane del vivaio così presto o di essere ricattata come in questo caso,
Per lo meno proporrei la possibilità di far firmare un contratto professionale quinquennale a un giovane anche da minorenne, magari dopo un numero minimo di partite in prima squadra, una decina, l'anno scorso Donnarumma non avrebbe certo avuto tutto questo potere contrattuale.
In più si incentiverebbero le squadre a lanciare prima i giovani promettenti per essere certi di poterli vincolare.
 

Casnop

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Comprendo, ma questo non è più calcio, dai non è possibile che un tifoso non si possa minimamente permettere il lusso di affezionarsi a un suo giocatore,
vedo anche un problema di regole, si parla di far play finanziario, ma in questo senso non è possibile che una squadra rischi di perdere un giovane del vivaio così presto o di essere ricattata come in questo caso,
Per lo meno proporrei la possibilità di far firmare un contratto professionale quinquennale a un giovane anche da minorenne, magari dopo un numero minimo di partite in prima squadra, una decina, l'anno scorso Donnarumma non avrebbe certo avuto tutto questo potere contrattuale.
In più si incentiverebbero le squadre a lanciare prima i giovani promettenti per essere certi di poterli vincolare.
Se ne parlò qualche tempo fa, denunciando una assai poco commendevole pratica, specie dei club inglesi, di opzionare giocatori di club di altri paesi in tenera o tenerissima età, talvolta in spregio delle normative interne protettive del lavoro minorile. Credo che l'allora presidente dell'UEFA, Platini, si spese per un intervento normativo federale per regolare situazioni eccessive, che non fossero coartabili con il noto premio di valorizzazione. Qui occorre ricondurre ad una regolazione la condotta di questi procuratori, spesso interessati ai diritti economici del giocatore, più che alle prestazioni professionali, diritti di cui di fatto acquisiscono la proprietà non meno dei club (vedasi il triste caso dei TPO), con pratiche di malaffare, o vera e propria speculazione, che nulla hanno a che fare con l'ordinamento sportivo. Mai come in questo caso la precauzione per lo sperduto tifoso è di affezionarsi alla maglia, al club, a ciò che rappresenta come luogo degli affetti personali, subordinando al culto di essa ogni possibile identificazione con i singoli giocatori. Il pubblico inglese, sotto tale profilo, è del tutto professionalizzato, ed i risultati in termini di consenso e vicinanza alla suadra, oltre che economici per il club, resistono alle vicissitudini riguardanti i singoli giocatori. Difficile, ma iniziamo a farlo anche noi, è meglio. :)
 

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Se ne parlò qualche tempo fa, denunciando una assai poco commendevole pratica, specie dei club inglesi, di opzionare giocatori di club di altri paesi in tenera o tenerissima età, talvolta in spregio delle normative interne protettive del lavoro minorile. Credo che l'allora presidente dell'UEFA, Platini, si spese per un intervento normativo federale per regolare situazioni eccessive, che non fossero coartabili con il noto premio di valorizzazione. Qui occorre ricondurre ad una regolazione la condotta di questi procuratori, spesso interessati ai diritti economici del giocatore, più che alle prestazioni professionali, diritti di cui di fatto acquisiscono la proprietà non meno dei club (vedasi il triste caso dei TPO), con pratiche di malaffare, o vera e propria speculazione, che nulla hanno a che fare con l'ordinamento sportivo. Mai come in questo caso la precauzione per lo sperduto tifoso è di affezionarsi alla maglia, al club, a ciò che rappresenta come luogo degli affetti personali, subordinando al culto di essa ogni possibile identificazione con i singoli giocatori. Il pubblico inglese, sotto tale profilo, è del tutto professionalizzato, ed i risultati in termini di consenso e vicinanza alla suadra, oltre che economici per il club, resistono alle vicissitudini riguardanti i singoli giocatori. Difficile, ma iniziamo a farlo anche noi, è meglio. :)

Sagge parole, ma io sono uno degli ultimi romantici, che a volte si innamorano anche di giocatori di altre squadre,
se emanano classe e allineamento verso i valori dello sport o che semplicemente si rivelano uomini veri. :)
 
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Sagge parole, ma io sono uno degli ultimi romantici, che a volte si innamorano anche di giocatori di altre squadre,
se emanano classe e allineamento verso i valori dello sport o che semplicemente si rivelano uomini veri. :)

Bravo, siamo in due, se Gigio se ne va sotto sotto sarò un uomo distrutto.
Sicuramente è paradossale, ma come cessione per me sarebbe anche peggiore di quelle di Sheva e Kakà, per il semplice fatto che lì si trattava di campioni che stavano entrando nell'ultima fase della carriera dopo aver avuto un lungo e vincente periodo con noi.
 
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