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Stavolta la CEI non rimane zitta e insorge contro il nuovo DPCM che anche dopo il 4 Maggio continua a vietare la celebrazione delle Messe e permette solo un lieve allentamento sui funerali.
Il comitato tecnico-scientifico si è espresso contro il ritorno alla celebrazione delle messe sostenendo che sono ingestibili dal punto di vista della sicurezza e che se ne riparla dopo il 25 Maggio.
Il comunicato di fuoco della CEI contro il decreto Conte:
"Dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare orientamenti e protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente - si rileva - la possibilità di celebrare la Messa con il popolo".
"Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità, dare indicazioni precise di carattere sanitario, e quella della Chiesa, chiamata - ricorda la Cei - a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia.
"I Vescovi italiani - si conclude - non possono accettare di vedere compromesso l'esercizio della liberta' di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, cosi' significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale".
Il comitato tecnico-scientifico si è espresso contro il ritorno alla celebrazione delle messe sostenendo che sono ingestibili dal punto di vista della sicurezza e che se ne riparla dopo il 25 Maggio.
Il comunicato di fuoco della CEI contro il decreto Conte:
"Dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la Cei presentare orientamenti e protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente - si rileva - la possibilità di celebrare la Messa con il popolo".
"Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità, dare indicazioni precise di carattere sanitario, e quella della Chiesa, chiamata - ricorda la Cei - a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia.
"I Vescovi italiani - si conclude - non possono accettare di vedere compromesso l'esercizio della liberta' di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, cosi' significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale".
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