Kessie:"Vinciamo il derby. I rigori li tira Ibra".

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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Le parole di Leao QUI -) https://www.milanworld.net/leao-derby-difficile-orgogliosi-di-avere-ibra-vt100159-new-post.html
 
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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Grande Presidente, non poteva dire altro. Dovrebbe essere Ibra a farsi da parte eventualmente, ma col suo ego nutro seri e comprovati dubbi.
 

A.C Milan 1899

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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Grande Presidente, cercate di regalarci una grande prestazione, perché se riuscissimo a battere le melme per me poi con due derby di campionato persi su due sprofonderebbero e potremmo davvero giocarcelo fino alla fine.

In caso di pareggio ancora nulla sarebbe perduto, ma dipenderebbe tutto dalle giornate immediatamente successive (se pareggi nel derby e poi non batti Roma e Verona per me non hai più possibilità).

In caso di sconfitta invece dovremmo cominciare veramente a guardarci le spalle.

Comunque una certa fiducia ve la siete meritata, speriamo che riuscirete a farci dimenticare le ultime orribili prestazioni.

Forza Milan!
 

bmb

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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Volevo smettere di leggere alla domanda "lo ha detto per scherzo?". Ma chi sono sti giornalisti?

Grande KK, domani mostra i muscoli grazie.
 

Swaitak

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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Dai Frank domani il centrocampo è tutto sulle tue spalle
 

kipstar

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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Sicuramente KK si aspetta una grande partita dalla squadra.....io resto sul_chi_va_là la prestazione di La Spezia (che buscato 3 pere a firenze ieri...) ce l'ho ancora davanti agli occhi......
 
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Sì, ma se lo sbaglia mandiamo anche te a San Remo...:facepalm:

Comunque, sarà una mia impressione, ma da quando ci stiamo specchiando troppo nelle interviste, abbiamo cominciato a declinare.

Little less conversation, more action, please.
 

hiei87

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Le due affermazioni riportate nel titolo sono una più sbagliata dell'altra.
Due vittorie e ci sentiamo già il Brasile del '70. Poi ci si chiede come mai da quando le partite hanno iniziato ad avere un peso, non ne abbiamo più azzeccata mezza.
 
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Frank Kessie alla GDS in edicola oggi:"Io il presidente?Una volta sono arrivato a Milanello e ho parcheggiato nel posto di Gazidis. Mi hanno detto che non si poteva e ho risposto, che problema c’è? Sono il nuovo a.d.del Milan».

Lo ha detto per scherzo?

«A me piacciono gli scherzi. Logicamente so di non essere un presidente».

Però sa di essere un giocatore irrinunciabile per il Milan. In questi mesi è maturato, ma con Pioli ha vissuto anche momenti difficili. Qualche frizione c’è stata.

«Beh, il Milan mi ha preso, segno che in me vedeva qualcosa. Però giocare nel Milan non è facile, e poi è arrivato un nuovo allenatore che chiedeva cose che bisognava capire. C’è voluto del tempo, non soltanto a me. Quando arriva un tecnico differente, vuol dire che il momento è complicato. A maggior ragione bisogna metterci tanta attenzione».

Lei ha subito anche una mutazione tattica. Meno muscoli, più senso della posizione. Le piace il nuovo ruolo?

«Quando vinciamo sì».

La sua evoluzione tattica però è impressionante.

«Si lavora per andare avanti e io lo faccio tutti i giorni per diventare un centrocampista migliore».

Il suo idolo?

«Questa è una domanda facile: Yaya Tourè».

A Zagabria, contro la Stella Rossa lei è rimasto in panchina e la qualificazione è ancora in bilico.

«Il pareggio in trasferta 2-2 non è male. Si poteva fare meglio, ma c’è ancora il ritorno.E ora la partita con l’Inter».

Il suo derby preferito?

«Quello vinto con gol di Cutrone all’ultimo minuto».

Un giocatore che vorrebbe togliere ai rivali?

«Nessuno. Se vinciamo con le squadre al completo è più bello ed è meglio per lo spettacolo. Saranno decisivi tutti i giocatori».

Le piace Ibrahimovic?

«Da un punto di vista tecnico è insuperabile e come compagno ti dà sempre qualcosa in più. Ci mette sempre la faccia, non succede spesso di trovare campioni con questa personalità».

Però le ruba la leadership…

«Con tutto quello che ha vinto mi pare logico».

E’ preoccupato per la corsa scudetto che si complica?

«No. Mancano ancora tante partite. E sembra che ci siano tante difficoltà, ma il derby lo vinciamo noi e torniamo in testa alla classifica».

Perché ne è così sicuro?

«Perché siamo un gruppo che è cresciuto nelle difficoltà, lavoriamo sodo e crediamo nello scudetto. In Italia, ormai lo sanno tutti, puoi vincere contro la prima e perdere con l’ultima in classifica. Fasciarsi la testa non serve».

Si è parlato tanto dello scontro fra Ibra e Lukaku nel derby di coppa Italia. Lei ci vede del razzismo, lo ha sperimentato in Italia sulla sua pelle?

«Per la verità non mi sono mi sentito a disagio».

Franck, se c’è un rigore nel derby chi lo tira?

«Lo tira Ibra. E Zlatan sarà contento del risultato».

Finita la carriera,vorrebbe essere il presidente del suo Paese, la Costa d’Avorio, o del Milan?

«Mi sembrano compiti diversamente impegnativi, ma difficili in ogni modo. Vediamo quando finisce la carriera».

Che rapporto ha con Weah, un africano milanista che è diventato veramente presidente, in questo caso della Liberia?

«È un idolo per tanti africani. La mia idea è anche la sua e quella di tanti altri immagino: aiutare sempre l’Africa, che ha bisogno di sostegno e infrastrutture, ma soprattutto far capire il bello della sua cultura. L’Africa ti fa innamorare, anche a prima vista».

Però c’è tanto da fare in questo momento. Lei come aiuta il suo Paese?

«Penso ai bambini che devono andare a scuola e non possono, penso a come aiutare gli ospedali a funzionare meglio. Il mio rapporto con l’Africa è un rapporto di affetto ma anche pratico. Cerco di fare il possibile per aiutare. E’ un continente grande e ricco, e non parlo soltanto di materie prime. L’Africa è tutto un mondo ed è speciale»

Le parole di Leao QUI -) https://www.milanworld.net/leao-derby-difficile-orgogliosi-di-avere-ibra-vt100159-new-post.html

Grande Franco, mi rassicura che in squadra siano convinti di poter fare una grande partita.
Dopo anni di "daremo il massimo", "non puoi pensare di dominare l'Empoli a s. Siro", "Giochiamo al meglio e vediamo come va" c'è finalmente un po' di autostima e consapevolezza di forza della squadra.
 
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