Kakà:"Ritorno al Milan? Devo studiare".

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Ricardo Kakà, intervistato dalla Gazzetta in edicola, ha parlato del Milan e del suo futuro. Ecco le dichiarazioni del brasiliano:"La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo. Lui ha portato al Milan esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante. Maldini? Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto. Il Milan? È una squadra che sta seriamente cercando di riprendere il suo posto nel grande calcio. E non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altro? Lo so e capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai. Scudetto? L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio. Juve prima e Milan secondo? Da milanista dico sempre il contrario. La Juve resta un esempio per come è saputa risalire: dalla stagione in Serie B si è ripresa, ha costruito lo stadio, ha vinto tanti campionati, ha giocato due finali di Champions League. Le altre società italiane adesso devono cavalcare l'onda prodotta dall’ingaggio di un fuoriclasse come Ronaldo. Per la Champions è una delle favorite, ma ci sono sempre il Real Madrid, il Barcellona, il Psg che è sempre più forte con Mbappé che sta maturando. Al Mondiale si è visto che cosa può fare questo ragazzo così giovane. La Juve in ogni caso resta una delle protagoniste del torneo. Champions lontana? Ma da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà. Dove mi vedo io in questo Milan? Non ne ho idea. Come ho detto, per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno lavorativo preciso. Sarei comunque venuto in Italia in questo periodo per motivi personali, quindi coglierò l’occasione per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo".
 
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Ultimo pallone d'oro rossonero e che sa cosa significa puntare sempre a vincere.
A presto, Ricky!
 

Jino

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Un incarico di facciata come quello di Ronaldinho, ambasciatore nel mondo. Poi in futuro si vedrà!
 

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Ricardo Kakà, intervistato dalla Gazzetta in edicola, ha parlato del Milan e del suo futuro. Ecco le dichiarazioni del brasiliano:"La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo. Lui ha portato al Milan esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante. Maldini? Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto. Il Milan? È una squadra che sta seriamente cercando di riprendere il suo posto nel grande calcio. E non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altro? Lo so e capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai. Scudetto? L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio. Juve prima e Milan secondo? Da milanista dico sempre il contrario. La Juve resta un esempio per come è saputa risalire: dalla stagione in Serie B si è ripresa, ha costruito lo stadio, ha vinto tanti campionati, ha giocato due finali di Champions League. Le altre società italiane adesso devono cavalcare l'onda prodotta dall’ingaggio di un fuoriclasse come Ronaldo. Per la Champions è una delle favorite, ma ci sono sempre il Real Madrid, il Barcellona, il Psg che è sempre più forte con Mbappé che sta maturando. Al Mondiale si è visto che cosa può fare questo ragazzo così giovane. La Juve in ogni caso resta una delle protagoniste del torneo. Champions lontana? Ma da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà. Dove mi vedo io in questo Milan? Non ne ho idea. Come ho detto, per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno lavorativo preciso. Sarei comunque venuto in Italia in questo periodo per motivi personali, quindi coglierò l’occasione per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo".

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Ragnet_7

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Ricardo Kakà, intervistato dalla Gazzetta in edicola, ha parlato del Milan e del suo futuro. Ecco le dichiarazioni del brasiliano:"La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo. Lui ha portato al Milan esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante. Maldini? Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto. Il Milan? È una squadra che sta seriamente cercando di riprendere il suo posto nel grande calcio. E non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altro? Lo so e capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai. Scudetto? L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio. Juve prima e Milan secondo? Da milanista dico sempre il contrario. La Juve resta un esempio per come è saputa risalire: dalla stagione in Serie B si è ripresa, ha costruito lo stadio, ha vinto tanti campionati, ha giocato due finali di Champions League. Le altre società italiane adesso devono cavalcare l'onda prodotta dall’ingaggio di un fuoriclasse come Ronaldo. Per la Champions è una delle favorite, ma ci sono sempre il Real Madrid, il Barcellona, il Psg che è sempre più forte con Mbappé che sta maturando. Al Mondiale si è visto che cosa può fare questo ragazzo così giovane. La Juve in ogni caso resta una delle protagoniste del torneo. Champions lontana? Ma da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà. Dove mi vedo io in questo Milan? Non ne ho idea. Come ho detto, per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno lavorativo preciso. Sarei comunque venuto in Italia in questo periodo per motivi personali, quindi coglierò l’occasione per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo".

Lo amo con tutto me stesso.
 

Casnop

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Ricardo Kakà, intervistato dalla Gazzetta in edicola, ha parlato del Milan e del suo futuro. Ecco le dichiarazioni del brasiliano:"La priorità per me è ancora stare con i miei figli Luca e Isabella che sono ancora piccoli e vivono a San Paolo. Luca ha dieci anni, Isabella sette. Adesso per me è difficile lasciarli, quindi non cerco incarichi precisi. E devo studiare, capire i meccanismi di lavori per me nuovi. Seguirò il corso per diventare direttore sportivo in Brasile, appena possibile frequenterò quello da allenatore a Coverciano, ma soltanto per completarmi. Se mi vedo allenatore? Per la verità no. Mi vedo più con un incarico da dirigente, alla Leonardo. Lui ha portato al Milan esperienza, contatti internazionali con Fifa, Uefa, grandi club. Leo ha fatto tutto, ha girato il mondo. È intelligente e conosce bene anche il mondo della comunicazione. Sa come si gestisce una squadra importante. Maldini? Paolo è la storia, la bandiera. È l’idolo. Nel mondo, se si parla di Milan si parla di Paolo e viceversa. Paolo è la fedeltà. Non voglio dire nulla della precedente dirigenza, con la quale c'era stato qualche contatto, ma questa ha qualcosa di diverso, perché ha ritrovato il dna rossonero. Ha recuperato le caratteristiche del club, il senso di appartenenza. Leo, Paolo che sono tornati e Gattuso che è rimasto in panchina. Rino è uno che porta grinta, ha lo spirito di chi non molla, era così quando giocava ed è uguale a se stesso da allenatore. E serve tanto. Il Milan? È una squadra che sta seriamente cercando di riprendere il suo posto nel grande calcio. E non bisognerà trascurare l’Europa League: quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League sarà un torneo molto affascinante e vincerlo potrebbe essere fondamentale. Il Milan era abituato ad altro? Lo so e capisco i tifosi, io sono uno di loro, ma ricominciare ad avere successo è il primo obiettivo. E poi vincendo ci sarebbe la Supercoppa europea, pensate all’Atletico che batte il Real Madrid: mai dire mai. Scudetto? L'ideale è immaginare di tornare subito in Champions League, il traguardo da un punto di vista razionale deve essere quello. La Juve ha tanta qualità, abitudine a vincere, organizzazione. Sulla carta è la squadra più forte del campionato, non ci sono discussioni, poi però possono succedere tante cose e pensare in grande è nel dna del club. Il calcio è un gioco imprevedibile. La Juventus è davanti a tutte, ma parlando del Milan penso ad esempio che la spinta dei tifosi che hanno ritrovato orgoglio possa essere un elemento determinante per scalare le gerarchie. L’obiettivo è ricostruire, però sarebbe bellissimo vincere subito. La Juventus è la squadra più forte d’Italia, però nel calcio accadono tante cose. Succede che il Leicester vinca la Premier League, per esempio. Juve prima e Milan secondo? Da milanista dico sempre il contrario. La Juve resta un esempio per come è saputa risalire: dalla stagione in Serie B si è ripresa, ha costruito lo stadio, ha vinto tanti campionati, ha giocato due finali di Champions League. Le altre società italiane adesso devono cavalcare l'onda prodotta dall’ingaggio di un fuoriclasse come Ronaldo. Per la Champions è una delle favorite, ma ci sono sempre il Real Madrid, il Barcellona, il Psg che è sempre più forte con Mbappé che sta maturando. Al Mondiale si è visto che cosa può fare questo ragazzo così giovane. La Juve in ogni caso resta una delle protagoniste del torneo. Champions lontana? Ma da qualche punto bisogna pure ripartire e il Milan ha imboccato la strada giusta. Non so che cosa farà di preciso Maldini nel club, probabilmente avrà un ruolo simile a quello di Leonardo, ma sono certo che l’intesa fra i due funzionerà. Dove mi vedo io in questo Milan? Non ne ho idea. Come ho detto, per il momento voglio restare accanto alla mia famiglia in Brasile e non posso immaginare un impegno lavorativo preciso. Sarei comunque venuto in Italia in questo periodo per motivi personali, quindi coglierò l’occasione per tastare il terreno. Sarò a San Siro da tifoso, ma è ovvio che in futuro vorrei fare di più per il Milan. È una questione di tempo".
Dichiarazioni che, pur nelle doverose riserve legate ad un percorso professionale in divenire, lasciano ampio spazio alla futura collaborazione con il nuovo Milan. Lo aspettiamo con curiosità. :)
 

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