Juve: il processo per ora resta a Torino. Decide il Gup.

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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generale della Cassazione, «la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicati di Borsa, si sarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
 
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Zenos

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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generaledellaCassazione,«la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione
degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicatidiBorsa,sisarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
questi mafiosi vogliono portare l'inchiesta a Milano, chissà i legami che avranno nel capoluogo lombardo. Poi vi sorprendete se dopo 4 anni la questione stadio è ancora in alto mare...
 
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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generale della Cassazione, «la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicati di Borsa, si sarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
non vedo perchè dovrebbero cambiare sede e su che basi possa arrivare la richiesta...

"voglio cambiare sede perchè a milano ci sono miei amici"????????
 

Andris

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addirittura secondo i gobbi a Torino ci sarebbe ancora un presidio di legalità immune al potere ovino.
come ai bei tempi di Guariniello
in una città dove si regalano i terreni per fare lo stadio privato con uno schiocco di dita e senza mai leggere mezza polemica né dalla maggioranza né dall'opposizione comunale
persino l'ex sindaco grillino è juventina...
 

bobbylukr

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addirittura secondo i gobbi a Torino ci sarebbe ancora un presidio di legalità immune al potere ovino.
come ai bei tempi di Guariniello
in una città dove si regalano i terreni per fare lo stadio privato con uno schiocco di dita e senza mai leggere mezza polemica né dalla maggioranza né dall'opposizione comunale
persino l'ex sindaco grillino è juventina...

Ho sentito qualche ovino dire che è giusto perché a Torino i pm/giudici sono tutti napoletani ??
 
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Credo sìa giusto spostare il tutto a Catanzaro,è nota la neutralità dei miei corregionali nei confronti dei vermi gobbi,potessi vederli tutti come dico io.
 
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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generale della Cassazione, «la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicati di Borsa, si sarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
Questo fà capire quanti juventini ci siano a Torino.
mafia is going on..
 

7AlePato7

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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generale della Cassazione, «la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicati di Borsa, si sarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
Tutti sintonizzati su radio "Tarallucci e vino" per l'ennesima farsa in cui verrà messo tutto a tacere.
 
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GDS: non sarà la Procura generale della Cassazione a decidere se il processo ai vertici della Juventus (il club più altri 12 indagati, tra cui ci sono Agnelli, Nedved, Arrivabene e l’ex Paratici) si svolgerà a Torino, come chiedono i pm dell’inchiesta Prisma, oppure a Milano o in alternativa a Roma, come vorrebbe la difesa. Sulla competenza territoriale, ossia quale tribunale dovrà valutare l’esistenza dei reati contestati (diffusione di notizie false e manipolazione del mercato, false comunicazioni per società quotate in borsa, emissione di fatture false e ostacolo dell’esercizio delle funzioni dell’autorità di vigilanza) si esprimerà il Gup (Giudice dell’udienza preliminare). Quello della Procura generale della Cassazione, alla quale i legali degli indagati avevano presentato istanza lo scorso 28 novembre, in realtà non è un no ma un nulla di fatto, visto che ha dichiarato «inammissibile» per ragioni di procedura la richiesta della difesa. Due giorni dopo infatti il pool di magistrati che indaga sui conti della Juventus (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Perciò, secondo la Procura generale della Cassazione, «la richiesta di trasmissione degli atti ad un diverso pubblico ministero, sollevata dalla difesa, resta preclusa dal sopravvenuto radicarsi della competenza del giudice che procede innanzi a cui potrà essere sollevata la relativa eccezione». Tradotto, essendo gli atti già sul tavolo del Gup, toccherà a lui prendere una decisione in occasione dell’udienza preliminare, che non è ancora stata fissata (non prima di febbraio probabilmente). In quella circostanza i legali della Juventus chiederanno nuovamente la trasmissione degli atti a Milano perché lì, con la «pubblicazione» dei comunicati di Borsa, si sarebbe concretizzato il reato di manipolazione del mercato. In subordine, sempre secondo gli avvocati, la competenza spetterebbe a Roma, luogo dove ha sede il server della società che dirama i comunicati. Per i pm invece «Torino è il luogo in cui si realizza la condotta di diffusione» e «l’operazione è irreversibile e il file immodificabile»
Staranno solo discutendo per chi deve portare i tarallucci e chi il vino.

Magari se la giocano davvero a Catanzaro, come dice l'amico @SoloMVB , e così ci scappano pure la nduja e la sopprassata.
 
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