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Alex Jimenez ai canali ufficiali del club:"Mi hanno dato entrambi fiducia. Fonseca mi mise in campo in un momento difficile contro il Genoa, il giorno del 125esimo anniversario dalla fondazione del Milan. Per me è stato un momento felice, per il club un po' meno. Conceicao mi mise subito titolare contro la Juventus e pensai "come può mettermi in campo con tutti i giocatori che ci sono qui?". Invece il Mister mi ha dato fiducia fin dal primo momento. Mi piace troppo come allenatore, per le sue idee e per il suo modo. Lo ringrazio. Quello dell'esordio in Serie A è stato uno dei giorni più belli della mia vita e sarò sempre grato a mister Pioli per l'occasione che mi ha dato. Prima della partita col Cagliari ero un po' nervoso sul bus perché già sapevo che sarei partito dal 1'. Nello spogliatoio però mi sono detto di fare quello che so fare e alla fine ho disputato una buon incontro. A fine partita mi ricordo che chiesi la maglia a Theo, lui è il mio idolo e mi sta aiutando tanto con i suoi consigli: è un giocatore top e una persona top".
L'intervista completa:
La prima cosa che ti ricordi quando sei entrato nella Cantera del Real? Raccontami di come hai iniziato a giocare a pallone.
“Ho iniziato da piccolino. Mi hanno messo a giocare a Madrid, in una squadra piccolina. Sono andato a giocare in un torneo giovanile quando avevo 7 anni e il Real mi ha notato e mi ha preso”.
Quanti anni sei stato nella Cantera del Real?
“Undici anni”.
In quegli anni c’è qualcuno che ti ha ispirato? Avrai visto passare tanti campioni
“Allenarmi con la prima squadra è stato un momento troppo bello, ho visto tanti giocatori. Kroos, Miliao mi ha sorpreso molto, Vinicius… Tanti tanti giocatori”.
Mi racconti la chiamata del Milan?
“C’era un momento difficile al Real. La mia famiglia ed il mio procuratore mi hanno detto che sarebbe stato positivo per me andare altrove, quando ho capito che il Milan voleva prendermi sono voluto subito venire. Amo il Milan, sarà sempre nel mio cuore. Mi ha fatto giocare in prima squadra, mi ha fatto capire che storia ha questo club…”.
Cos’è per te il Milan? Come lo spiegheresti ai tifosi?
“A parole non te lo posso dire. Mi piace tutto del Milan. Il Club, i tifosi…”.
L’esordio in Prima Squadra con Pioli nella scorsa stagione.
“Li ricordo come tra i giorni più beli della mia vita. Volevo ringraziare mister Pioli per la fiducia che mi ha dato. È stata un’emozione incredibile”.
La sensazione entrando in campo contro il Cagliari? Faceva freddo a Milano…
“Io ero caldissimo, anche un po’ nervoso. Quando ero in autobus ero un po’ nervoso quando vedevo la gente fuori, io sapevo che avrei giocato titolare. Poi entrando negli spogliatoi mi sono detto che gioco a calcio da tanto e non sarei dovuto essere così nervoso. Dopo ho giocato una buona partita. Ricordo che ho chiesto la maglia a Theo e me l’ha data, è sempre stato il mio idolo. Mi piace troppo”.
Anche lui è passato dal Real Madrid al Milan, un po’ ti riconosci in lui?
PUBBLICITÀ
“Un po’ sì. Lui mi aiuta tanto. Quando faccio le cose male me lo dice per aiutarmi, ma anche quando faccio le cose bene. È un giocatore top e anche una persona top”.
In Primavera hai dato tanto con Abate, hai giocato bene. Poi l’infortunio ti ha fatto saltare quel Milan-Real Madrid…
“Mi è rimasto un po’ qua… Volevo giocare al 200%, ci pensavo da tre settimane prima. Per me era importante perché sono i due club della mia vita. Ma la vita voleva che non giocassi questa partita”.
Ad inizio stagione parte il Milan Futuro…
“È stata una bella esperienza giocare contro gente più grande. Mister Bonera mi ha aiutato tanto perché già dall’anno scorso, con Pioli, parlavamo. Lui parla spagnolo”.
Milan Futuro è stato creato proprio per i percorsi come il tuo…
“La verità è che da quando è cominciata la stagione dicevano che Milan Futuro era fatto proprio per prepararti alla Prima Squadra. Quando si lavora e si fanno le cose bene tutto arriva”.
Che rapporto hai avuto con Fonseca e Conceiçao?
“Mi hanno dato fiducia, prima Fonseca che mi ha dato la fiducia di giocare contro il Genoa in un momento difficile. Per me è stato un momento felice, ma non per il club. Per il giorno che era e per quello che significava per i tifosi bisognava vincere. Dopo è arrivato Conceiçao e la Supercoppa. Giocavamo contro la Juventus, era appena arrivato e mi ha messo titolare, non ci credevo. Ma come puoi mettermi titolare avendo tutti i giocatori che hai (sorride, ndr)? Mi ha dato subito fiducia, lo ringrazio. Mi piace molto come allenatore, per come lavora, per come è lui. Quando faccio le cose male me lo dice, sono il più giovane e devo solo ascoltare e lavorare”.
C’è un’immagine che hai in testa della vittoria contro l’Inter in Supercoppa?
“La prima cosa che mi viene in mente è che a sul finale di primo tempo eravamo 0-0, ho fatto un passaggio sbagliato e abbiamo preso gol. Nel secondo tempo abbiamo preso subito un altro gol, siamo andati sotto 2-0 e il mister mi ha cambiato. L’ho capito, non stavo bene… Ho fatto il tifo dalla panchina, volevo vincere… Stavo male. Quando abbiamo segnato il primo gol ho pensato che avremmo vinto, che era nostra. Poi il secondo, e quando è arrivato il terzo non ci potevo credere. Sono andato da Rafa, mi sa che ha cambiato un po’ la partita (ride, ndr)”.
Com’è stato il passaggio in Italia? I tuoi genitori ti hanno seguito?
“La mia famiglia la amo. Da quando mi sono trasferito da Madrid a Milano sono venuti con me, volevo che venissero con me. A volte non gli dico le cose, forse devo farlo di più”.
La nazionale spagnola è il tuo obiettivo?
“Sto aspettando che arrivi il momento, ma è chiaro che voglio giocare con la nazionale. È il mio paese, sarebbe un sogno giocare con la Spagna”.
Che consiglio vuoi dare ai bambini e ai ragazzi che ti stanno guardando, e che ti prendono come modello ora che sei arrivato in Prima Squadra al Milan?
“Direi di non pensare troppo, se lavori tutti i giorni puoi diventare un giocatore di livello. Tutto arriva con il lavoro”.
L'intervista completa:
La prima cosa che ti ricordi quando sei entrato nella Cantera del Real? Raccontami di come hai iniziato a giocare a pallone.
“Ho iniziato da piccolino. Mi hanno messo a giocare a Madrid, in una squadra piccolina. Sono andato a giocare in un torneo giovanile quando avevo 7 anni e il Real mi ha notato e mi ha preso”.
Quanti anni sei stato nella Cantera del Real?
“Undici anni”.
In quegli anni c’è qualcuno che ti ha ispirato? Avrai visto passare tanti campioni
“Allenarmi con la prima squadra è stato un momento troppo bello, ho visto tanti giocatori. Kroos, Miliao mi ha sorpreso molto, Vinicius… Tanti tanti giocatori”.
Mi racconti la chiamata del Milan?
“C’era un momento difficile al Real. La mia famiglia ed il mio procuratore mi hanno detto che sarebbe stato positivo per me andare altrove, quando ho capito che il Milan voleva prendermi sono voluto subito venire. Amo il Milan, sarà sempre nel mio cuore. Mi ha fatto giocare in prima squadra, mi ha fatto capire che storia ha questo club…”.
Cos’è per te il Milan? Come lo spiegheresti ai tifosi?
“A parole non te lo posso dire. Mi piace tutto del Milan. Il Club, i tifosi…”.
L’esordio in Prima Squadra con Pioli nella scorsa stagione.
“Li ricordo come tra i giorni più beli della mia vita. Volevo ringraziare mister Pioli per la fiducia che mi ha dato. È stata un’emozione incredibile”.
La sensazione entrando in campo contro il Cagliari? Faceva freddo a Milano…
“Io ero caldissimo, anche un po’ nervoso. Quando ero in autobus ero un po’ nervoso quando vedevo la gente fuori, io sapevo che avrei giocato titolare. Poi entrando negli spogliatoi mi sono detto che gioco a calcio da tanto e non sarei dovuto essere così nervoso. Dopo ho giocato una buona partita. Ricordo che ho chiesto la maglia a Theo e me l’ha data, è sempre stato il mio idolo. Mi piace troppo”.
Anche lui è passato dal Real Madrid al Milan, un po’ ti riconosci in lui?
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“Un po’ sì. Lui mi aiuta tanto. Quando faccio le cose male me lo dice per aiutarmi, ma anche quando faccio le cose bene. È un giocatore top e anche una persona top”.
In Primavera hai dato tanto con Abate, hai giocato bene. Poi l’infortunio ti ha fatto saltare quel Milan-Real Madrid…
“Mi è rimasto un po’ qua… Volevo giocare al 200%, ci pensavo da tre settimane prima. Per me era importante perché sono i due club della mia vita. Ma la vita voleva che non giocassi questa partita”.
Ad inizio stagione parte il Milan Futuro…
“È stata una bella esperienza giocare contro gente più grande. Mister Bonera mi ha aiutato tanto perché già dall’anno scorso, con Pioli, parlavamo. Lui parla spagnolo”.
Milan Futuro è stato creato proprio per i percorsi come il tuo…
“La verità è che da quando è cominciata la stagione dicevano che Milan Futuro era fatto proprio per prepararti alla Prima Squadra. Quando si lavora e si fanno le cose bene tutto arriva”.
Che rapporto hai avuto con Fonseca e Conceiçao?
“Mi hanno dato fiducia, prima Fonseca che mi ha dato la fiducia di giocare contro il Genoa in un momento difficile. Per me è stato un momento felice, ma non per il club. Per il giorno che era e per quello che significava per i tifosi bisognava vincere. Dopo è arrivato Conceiçao e la Supercoppa. Giocavamo contro la Juventus, era appena arrivato e mi ha messo titolare, non ci credevo. Ma come puoi mettermi titolare avendo tutti i giocatori che hai (sorride, ndr)? Mi ha dato subito fiducia, lo ringrazio. Mi piace molto come allenatore, per come lavora, per come è lui. Quando faccio le cose male me lo dice, sono il più giovane e devo solo ascoltare e lavorare”.
C’è un’immagine che hai in testa della vittoria contro l’Inter in Supercoppa?
“La prima cosa che mi viene in mente è che a sul finale di primo tempo eravamo 0-0, ho fatto un passaggio sbagliato e abbiamo preso gol. Nel secondo tempo abbiamo preso subito un altro gol, siamo andati sotto 2-0 e il mister mi ha cambiato. L’ho capito, non stavo bene… Ho fatto il tifo dalla panchina, volevo vincere… Stavo male. Quando abbiamo segnato il primo gol ho pensato che avremmo vinto, che era nostra. Poi il secondo, e quando è arrivato il terzo non ci potevo credere. Sono andato da Rafa, mi sa che ha cambiato un po’ la partita (ride, ndr)”.
Com’è stato il passaggio in Italia? I tuoi genitori ti hanno seguito?
“La mia famiglia la amo. Da quando mi sono trasferito da Madrid a Milano sono venuti con me, volevo che venissero con me. A volte non gli dico le cose, forse devo farlo di più”.
La nazionale spagnola è il tuo obiettivo?
“Sto aspettando che arrivi il momento, ma è chiaro che voglio giocare con la nazionale. È il mio paese, sarebbe un sogno giocare con la Spagna”.
Che consiglio vuoi dare ai bambini e ai ragazzi che ti stanno guardando, e che ti prendono come modello ora che sei arrivato in Prima Squadra al Milan?
“Direi di non pensare troppo, se lavori tutti i giorni puoi diventare un giocatore di livello. Tutto arriva con il lavoro”.
