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Ma infatti è una questione di prospettive.
40 anni fa, con un patrimonio personale equivalente a 100 milioni di euro odierni, potevi gestire la big di turno, vincere il campionato nazionale e se ti andava bene competere pure per la coppa dalle grandi orecchie.
Quindi l'imprenditore tifoso appassionato comprava la squadra, ci bruciava una barca di soldi (pubblicizzando anche il suo business) e i tifosi sognavano.
Quel calcio purtroppo oggi è morto e sepolto, oggi o sei uno dello 0,0000001% piu ricco al mondo che per qualche motivo è tifoso di una squadra oppure ti serve un fondo, perchè di gente disposta ad assorbire da sola 100/200+ milioni di perdita annua a bilancio ne esiste pochissima (giustamente).
Ad oggi di grandi proprietari tifosi non ce ne sono, l'ultimo forse è Berlusconi al monza.
I vari sceicchi, Agnelli, Perez, Glazer, Boehly etc non spendono per passione, ma per business e guadagno personale in termini di potere.
C'è anche l'eccezione Bayern Monaco, ma li è una proprietà collettiva dei tifosi gestita dalle bandiere, non c'è il miliardario danaroso appassionato.
Gli ultimi esempi, come il Monza, li trovi appunto in provincia (vedi Vigorito o il proprietario della Salernitana, o il fu Squinzi) dove le cifre da impiegare per avere successo sono molto minori e se ti muovi con saggezza puoi pure guadagnare.
Per la precisione, Florentino Pérez non è il propietario del Real Madrid. È una proprietà collettiva pure. Come lo è pure i Barcellona, per esempio. Florentino è stato eletto come presidente dai soci e i soldi che gestisce sono del Real Madrid e non della sua azienda (ACS). Anche se si ovviamente si sa che nel palco del Bernabéu si fanno tanti negozi.