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E' incredibile come la vita e lo sport sappiano sempre sorprenderci ed emozionarci.
Il mio trasporto verso il calcio sta vivendo una fase calante per colpa delle consuete vicissitudini del calcio italiano che poggia sul 'sistema', per colpa delle lotte degne delle peggior ndrine tra uefa e promotori della superlega e per colpa anche di comportamenti come quelli di donnarumma.
Perfino la Nazionale non sta riuscendo del tutto ad appassionarmi, tant'è che ai 3 gol degli azzurri non ho nemmeno esultato come solitamente si fa in queste occasioni ribaltando divano e/o poltrona.
Ho gioito ovviamente in cuor mio e spero gli azzurri sappiano devastarmi ma faccio fatica ultimamente e riconoscermi nel movimento calcistico italiano e seguo quindi la nazionale ma con relativa freddezza.
Poi però accade che in Danimarca-Finlandia un calciatore, un capitano , un UOMO (ovviamente tutto in maiuscolo) salva una vita a un suo compagno e guida i suoi su come comportarsi passo dopo passo in quegli attimi interminabili e concitati.
Lucido quando non perde la concentrazione su cosa fare nelle prime manovre di soccorso, leader assoluto quando dispone i suoi giocatori a protezione del compagno, commovente quando trova pure la forza di consolare una moglie emotivamente distrutta.
No, non ho bisogno dei donnarumma e dei raiola, non voglio il calcio dei gravina, ceferin , agnelli e perez, lo sport che voglio è un altro.
Lo sport deve raccontare storie e deve emozionarmi, deve educare e trasmettere valori positivi, deve saper farmi sognare in quelle due ore in cui 22 ragazzi rincorrono una palla.
Lo sport è uno spaccato della vita in cui abbiamo tutti quel bisogno quasi antropologico di veder fruttare ciò che abbiamo seminato e la magia sta nella possibilità di racchiudere sogni, speranze, sudore, gioia , dolore e gratificazione tutto in due ore nelle quali 11 giocatori si misurano contro altri 11 giocatori.
In campo poi ognuno fa il suo compito e lo fa con le proprie qualità, che sono diverse tra i vari attori protagonisti, ma il nostro bisogno è di vedere qualcuno sul terreno di gioco che sappia tirare fuori gesta che si innalzano dall'umano per tendere al divino.
Li restiamo estasiati, soddisfatti, appagati, rapiti.
Ieri però non è stata una giocata di Messi a farci emozionare ma è stato un uomo, un uomo discreto e umile, che ci ha insegnato che i veri eroi camminano tra noi e sanno sempre cosa fare nel momento giusto.
Grazie Simon, l'europeo è iniziato da appena due giorni ma ha già decretato il suo vincitore più assoluto.
Grazie per aver salvato una vita.
Grazie per avermi riconciliato con lo sport.
Grazie per i tuoi silenzi pieni.
Il mio trasporto verso il calcio sta vivendo una fase calante per colpa delle consuete vicissitudini del calcio italiano che poggia sul 'sistema', per colpa delle lotte degne delle peggior ndrine tra uefa e promotori della superlega e per colpa anche di comportamenti come quelli di donnarumma.
Perfino la Nazionale non sta riuscendo del tutto ad appassionarmi, tant'è che ai 3 gol degli azzurri non ho nemmeno esultato come solitamente si fa in queste occasioni ribaltando divano e/o poltrona.
Ho gioito ovviamente in cuor mio e spero gli azzurri sappiano devastarmi ma faccio fatica ultimamente e riconoscermi nel movimento calcistico italiano e seguo quindi la nazionale ma con relativa freddezza.
Poi però accade che in Danimarca-Finlandia un calciatore, un capitano , un UOMO (ovviamente tutto in maiuscolo) salva una vita a un suo compagno e guida i suoi su come comportarsi passo dopo passo in quegli attimi interminabili e concitati.
Lucido quando non perde la concentrazione su cosa fare nelle prime manovre di soccorso, leader assoluto quando dispone i suoi giocatori a protezione del compagno, commovente quando trova pure la forza di consolare una moglie emotivamente distrutta.
No, non ho bisogno dei donnarumma e dei raiola, non voglio il calcio dei gravina, ceferin , agnelli e perez, lo sport che voglio è un altro.
Lo sport deve raccontare storie e deve emozionarmi, deve educare e trasmettere valori positivi, deve saper farmi sognare in quelle due ore in cui 22 ragazzi rincorrono una palla.
Lo sport è uno spaccato della vita in cui abbiamo tutti quel bisogno quasi antropologico di veder fruttare ciò che abbiamo seminato e la magia sta nella possibilità di racchiudere sogni, speranze, sudore, gioia , dolore e gratificazione tutto in due ore nelle quali 11 giocatori si misurano contro altri 11 giocatori.
In campo poi ognuno fa il suo compito e lo fa con le proprie qualità, che sono diverse tra i vari attori protagonisti, ma il nostro bisogno è di vedere qualcuno sul terreno di gioco che sappia tirare fuori gesta che si innalzano dall'umano per tendere al divino.
Li restiamo estasiati, soddisfatti, appagati, rapiti.
Ieri però non è stata una giocata di Messi a farci emozionare ma è stato un uomo, un uomo discreto e umile, che ci ha insegnato che i veri eroi camminano tra noi e sanno sempre cosa fare nel momento giusto.
Grazie Simon, l'europeo è iniziato da appena due giorni ma ha già decretato il suo vincitore più assoluto.
Grazie per aver salvato una vita.
Grazie per avermi riconciliato con lo sport.
Grazie per i tuoi silenzi pieni.