Calcio italiano sempre più nel caos. Come riportato dall'Ansa, la Lega Calcio è delusa dal fatto che la ripartenza della Serie A ad oggi non sia prevista nel DPCM ed anche per il fatto che sia stato disatteso un accordo politico raggiunto in precedenza. Irritazione anche per la posizione di Spadafora.
Altra questione aperta, quella relativa al pagamento dei diritti tv. Se entro il 1 maggio non arriveranno i pagamenti, della questione se ne occuperanno i legali.
Come possono far ripartire uno sport di squadra in sicurezza?
Con quale coraggio si chiederà a un'estetista di usare tuta, guanti e mascherina per ogni cliente e poi sanificare l'ambiente a fine trattamento e acconsentire che il calcio ricominci?
Come si potrà dire a un ristoratore di tenere distanti tavoli e sedie? Come si può dire di chiedere a un ufficio pubblico di incasinarsi la vita per ricevere i clienti e far continuare il calcio?
È vero, verissimo. Il calcio porta un indotto non da poco. Ma il calcio. Non solo il calcio di serie A (per di più a porte chiuse). Il calcio di serie A genera tantissimo, ma ci sono tantissimi altri settori che non potranno andare avanti.
Se un solo calciatore verrà trovato positivo, cosa che sarà molto probabile dato l'impossibilità di mantenere il distanziamento sociale durante il gioco, chi risponderà della non messa in sicurezza del calciatore? Il governo? La FIGC? La società? Quella di casa o fuori casa?
È chiaro: è decisamente meglio finire questa stagione che iniziare la prossima.
In Olanda stanno facendo un po' come se nulla fosse con il virus per quello che riguarda molte attività, ma lo sport di squadra, è chiuso.