miticotoro
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Ci sono giocatori che lasciano il segno, a volte non sono neanche i top player ma giocatori che per spirito di sacrificio, per attaccamento alla maglia o altro sono rimasti nel cuore. Chiederei di segnare solo quelli visti allo stadio o alla televisione ..... giusto per evitare di scrivere di campioni mai visti, ma per sentito dire
Incomincio io
Sono molto legato al toro di Mondonico, ci porto in finale uefa ma purtroppo era solo l'inizio del baratro, Borsano e i proprietari successivi ci portarono prima a smantellare la squadra, poi le giovanili, a radere al suolo il Filadelfia e infine al fallimento
Di quella squadra potrei dire Scifo, Martin Vasquez ed altri ......
Ma i miei tre preferiti sono:
3° Posto Enrico Annoni alias Tarzan
Il soprannome di Tarzan glielo cucirono addosso ai tempi del Torino (1990-1994) per quei capelli così, lunghi e disordinati ma anche per la sua forza fisica, per i tifosi granata ,sopratutto, è uno di quei calciatori a cui si rimane affezionati per grinta e il cuore che metteva in campo.
Annoni era un difensore duro, roccioso, grande personalità e tutto cuore.
2°Posto Roberto Policano alias Rambo
Roberto Policano pur essendo un terzino sinistra aveva nel piede la dinamite infatti parlava con i gol, ma aveva un fisico possente e devastante ed era un terzino molto veloce bravo sia in fase di copertura ma ancora meglio in fase di spinta perchè arrivava con estrema facilità sia al cross che al tiro.
Emiliano Mondonico vide in Roberto Policano una vera forza della natura e riuscì ad individuare in lui non più il ruolo di semplice terzino ma addirittura di centrocampista avanzato tant'è che a volte finiva col fare la punta.
Detti due il terzo viene di conseguenza,
1° Pasquale Bruno alias O' Animale
"Io quando giocavo entravo sempre duro e non rinnego niente. Gli arbitri all’epoca si divertivano ad ammonirmi o cacciarmi fuori. La marcatura a uomo rendeva il calcio più sentimentale. Ora che non c’è più non abbiamo più un difensore degno di nota o quasi. Se guardo che in nazionale giocano Ogbonna e Bonucci mi viene da piangere."
Pasquale Bruno, per tutti O’Animale, difensore che nessun attaccante che avesse un minimo a cuore la propria integrità fisica avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino.
Al Torino Bruno trova il suo habitat, è il gladiatore a lungo atteso. A Torino trova, o meglio ritrova, come compagno di squadra Annoni e fa la conoscenza di Rambo Policano. Insieme formano un trio dalla scarpata facile, che guai a tirar indietro la gamba. Piuttosto si fa un fallo inutile. Ammesso e non concesso ne esista uno. Qui, con la Maratona che intona a squarcia gola “Picchia per noi Pasquale Bruno”, la sua carriera prende definitivamente il volo. Quasi come gli avversari che incrociano il suo cammino.
Ovviamente non posso non parlare del derby 1991
I derby dell’anno precedente avevano visto un pareggio per 1-1 (il famoso derby della neve giocato di lunedi pomeriggio) e la vittoria del Toro per 2-1 (Policano e autorete di Fortunato, a quel tempo ancora in maglia gobba). La juve aveva quindi un po’ il dente avvelenato e voleva vincere per risarcire i propri tifosi anche della mediocre annata precedente finita col sesto posto e senza Europa dopo tantissimi anni.
Fu subito chiaro che il Toro avrebbe sofferto. Scifo e Casagrande non erano facilmente sostituibili e le motivazioni bianconere erano probabilmente più forti. Mondonico affidò Schillaci ad Annoni, Baggio a Fusi e Casiraghi a Pasquale Bruno.
La partenza a tutto gas della juve mise all’inizio in difficoltà il Toro. Se Fusi e Annoni riuscivano comunque ad arginare Baggio e Schillaci, Bruno faceva una fatica enorme a tenere un motivatissimo Casiraghi.
Nel giro di 16 minuti, Casiraghi e Bruno se le diederono di santa ragione. Due falli importanti di Casiraghi sul granata e tre molto duri di Bruno sul bianconero. Ad essere ammonito dal direttore di gara livornese Ceccarini (mai fortunato nell’arbitrare il Toro) fu solo il granata, all’8’ di gioco per un fallo che c’era ma neanche fischiato, in quanto lo stesso arbitro diede la norma del vantaggio alla juve per poi, una volta terminata l’azione, tornare sui suoi passi e punire Bruno col cartellino giallo.
16 minuti. Già. Tanto durò la partita di Pasquale Bruno. Il secondo giallo al granata arrivò per una presunta gomitata, mai chiarita da nessuna moviola, che Bruno appostato in barriera avrebbe assestato a Casiraghi che si gettò a terra rantolante come morso da una tarantola. Dei 5 falli menzionati prima, di sicuro questo era il più dubbio ma venne comunque sanzionato.
La juve era già in vantaggio da 5 minuti. All’11’ proprio lo stesso Casiraghi di testa su un bel cross di Alessio (l’attuale vice-allenatore di Conte) aveva portato in vantaggio i bianconeri e probabilmente il focoso Bruno non aveva digerito lo smacco.
Tornando alla seconda ammonizione e conseguente espulsione di Bruno, dagli spalti ci accorgemmo che il granata era rimasto incredulo alla decisione dell’arbitro, come a dire: “non ci hai ammonito quando ci siamo picchiati, ora che non l’ho neanche sfiorato mi butti fuori?” A seguire, Bruno, preso dal raptus dell’agonismo stracittadino, venne fermato a stento dai compagni mentre minacciosissimo inveiva contro Ceccarini. Portato a stento verso l’uscita dal campo, come un invasato, tornò sui suoi passi, rischiando di arrivare a contatto con l’arbitro. Lentini con tutta la sua forza lo spinse fuori. Tutto questo costò a Pasquale Bruno 8 giornate di squalifica.
Ma non è finita qui. Passarono 5 minuti della ripresa e il Toro restò in 9. Policano, altro focoso cuore Toro, involandosi sulla fascia sinistra, subisce un fallo in scivolata ancora da Casiraghi. Ma invece di rantolare a terra come i bianconeri, il numero 3 granata si fa giustizia da solo e da terra sferra un calcio in testa a Casiraghi. Gesto che provocò un punto di sutura al bianconero con annesso sfregio da tacchetto e espulsione al granata pagato con ben 5 giornate di squalifica.
(preso da faziosi)
Tornando su Bruno o'animale chiudo con una sua frase
“Quello che mi ha urtato di più dell’episodio è stato l’atteggiamento da fighetta isterica di Chiellini: uno col suo fisico non può fare scene così. Ha simulato varie volte, si è lamentato tutta la partita. Se fossi stato Suárez gli avrei dato un pugno in faccia, altro che morso.”
In quella difesa avevamo anche Fusi e Cravero ....... che tempi
Incomincio io
Sono molto legato al toro di Mondonico, ci porto in finale uefa ma purtroppo era solo l'inizio del baratro, Borsano e i proprietari successivi ci portarono prima a smantellare la squadra, poi le giovanili, a radere al suolo il Filadelfia e infine al fallimento
Di quella squadra potrei dire Scifo, Martin Vasquez ed altri ......
Ma i miei tre preferiti sono:
3° Posto Enrico Annoni alias Tarzan


Il soprannome di Tarzan glielo cucirono addosso ai tempi del Torino (1990-1994) per quei capelli così, lunghi e disordinati ma anche per la sua forza fisica, per i tifosi granata ,sopratutto, è uno di quei calciatori a cui si rimane affezionati per grinta e il cuore che metteva in campo.
Annoni era un difensore duro, roccioso, grande personalità e tutto cuore.
2°Posto Roberto Policano alias Rambo

Roberto Policano pur essendo un terzino sinistra aveva nel piede la dinamite infatti parlava con i gol, ma aveva un fisico possente e devastante ed era un terzino molto veloce bravo sia in fase di copertura ma ancora meglio in fase di spinta perchè arrivava con estrema facilità sia al cross che al tiro.
Emiliano Mondonico vide in Roberto Policano una vera forza della natura e riuscì ad individuare in lui non più il ruolo di semplice terzino ma addirittura di centrocampista avanzato tant'è che a volte finiva col fare la punta.
Detti due il terzo viene di conseguenza,
1° Pasquale Bruno alias O' Animale


"Io quando giocavo entravo sempre duro e non rinnego niente. Gli arbitri all’epoca si divertivano ad ammonirmi o cacciarmi fuori. La marcatura a uomo rendeva il calcio più sentimentale. Ora che non c’è più non abbiamo più un difensore degno di nota o quasi. Se guardo che in nazionale giocano Ogbonna e Bonucci mi viene da piangere."
Pasquale Bruno, per tutti O’Animale, difensore che nessun attaccante che avesse un minimo a cuore la propria integrità fisica avrebbe mai voluto incontrare sul proprio cammino.
Al Torino Bruno trova il suo habitat, è il gladiatore a lungo atteso. A Torino trova, o meglio ritrova, come compagno di squadra Annoni e fa la conoscenza di Rambo Policano. Insieme formano un trio dalla scarpata facile, che guai a tirar indietro la gamba. Piuttosto si fa un fallo inutile. Ammesso e non concesso ne esista uno. Qui, con la Maratona che intona a squarcia gola “Picchia per noi Pasquale Bruno”, la sua carriera prende definitivamente il volo. Quasi come gli avversari che incrociano il suo cammino.
Ovviamente non posso non parlare del derby 1991
I derby dell’anno precedente avevano visto un pareggio per 1-1 (il famoso derby della neve giocato di lunedi pomeriggio) e la vittoria del Toro per 2-1 (Policano e autorete di Fortunato, a quel tempo ancora in maglia gobba). La juve aveva quindi un po’ il dente avvelenato e voleva vincere per risarcire i propri tifosi anche della mediocre annata precedente finita col sesto posto e senza Europa dopo tantissimi anni.
Fu subito chiaro che il Toro avrebbe sofferto. Scifo e Casagrande non erano facilmente sostituibili e le motivazioni bianconere erano probabilmente più forti. Mondonico affidò Schillaci ad Annoni, Baggio a Fusi e Casiraghi a Pasquale Bruno.
La partenza a tutto gas della juve mise all’inizio in difficoltà il Toro. Se Fusi e Annoni riuscivano comunque ad arginare Baggio e Schillaci, Bruno faceva una fatica enorme a tenere un motivatissimo Casiraghi.
Nel giro di 16 minuti, Casiraghi e Bruno se le diederono di santa ragione. Due falli importanti di Casiraghi sul granata e tre molto duri di Bruno sul bianconero. Ad essere ammonito dal direttore di gara livornese Ceccarini (mai fortunato nell’arbitrare il Toro) fu solo il granata, all’8’ di gioco per un fallo che c’era ma neanche fischiato, in quanto lo stesso arbitro diede la norma del vantaggio alla juve per poi, una volta terminata l’azione, tornare sui suoi passi e punire Bruno col cartellino giallo.
16 minuti. Già. Tanto durò la partita di Pasquale Bruno. Il secondo giallo al granata arrivò per una presunta gomitata, mai chiarita da nessuna moviola, che Bruno appostato in barriera avrebbe assestato a Casiraghi che si gettò a terra rantolante come morso da una tarantola. Dei 5 falli menzionati prima, di sicuro questo era il più dubbio ma venne comunque sanzionato.
La juve era già in vantaggio da 5 minuti. All’11’ proprio lo stesso Casiraghi di testa su un bel cross di Alessio (l’attuale vice-allenatore di Conte) aveva portato in vantaggio i bianconeri e probabilmente il focoso Bruno non aveva digerito lo smacco.
Tornando alla seconda ammonizione e conseguente espulsione di Bruno, dagli spalti ci accorgemmo che il granata era rimasto incredulo alla decisione dell’arbitro, come a dire: “non ci hai ammonito quando ci siamo picchiati, ora che non l’ho neanche sfiorato mi butti fuori?” A seguire, Bruno, preso dal raptus dell’agonismo stracittadino, venne fermato a stento dai compagni mentre minacciosissimo inveiva contro Ceccarini. Portato a stento verso l’uscita dal campo, come un invasato, tornò sui suoi passi, rischiando di arrivare a contatto con l’arbitro. Lentini con tutta la sua forza lo spinse fuori. Tutto questo costò a Pasquale Bruno 8 giornate di squalifica.
Ma non è finita qui. Passarono 5 minuti della ripresa e il Toro restò in 9. Policano, altro focoso cuore Toro, involandosi sulla fascia sinistra, subisce un fallo in scivolata ancora da Casiraghi. Ma invece di rantolare a terra come i bianconeri, il numero 3 granata si fa giustizia da solo e da terra sferra un calcio in testa a Casiraghi. Gesto che provocò un punto di sutura al bianconero con annesso sfregio da tacchetto e espulsione al granata pagato con ben 5 giornate di squalifica.
(preso da faziosi)
Tornando su Bruno o'animale chiudo con una sua frase
“Quello che mi ha urtato di più dell’episodio è stato l’atteggiamento da fighetta isterica di Chiellini: uno col suo fisico non può fare scene così. Ha simulato varie volte, si è lamentato tutta la partita. Se fossi stato Suárez gli avrei dato un pugno in faccia, altro che morso.”
In quella difesa avevamo anche Fusi e Cravero ....... che tempi