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Mi sono rivisto la partita Milan-Fiorentina come faccio sempre a distanza di qualche giorno. Mi dedico ad un’analisi dei movimenti individuali e collettivi, ponendo particolare attenzione a tutti quei dettagli che non si notano nella visione in diretta della gara.
Purtroppo devo constatare che sia a livello individuale che di squadra è stata una delle peggiori partite degli ultimi anni, dove non solo si sono sbagliate praticamente tutte le scelte ma la mediocre performance di alcuni ha condizionato inevitabilmente la prestazione degli altri. Non vi annoierò con tutto il resoconto che mi sono scritto però vorrei porre l’attenzione su alcuni dettagli che possono aiutare a giudicare meglio giocatori e situazione.
Prendendo in considerazione solo i primi 20 minuti di gara, è evidente come tutti i nostri difetti siano emersi contemporaneamente. Partendo dalla difesa, si nota come l’immobilismo del centrocampo impedisca un’uscita pulita del pallone: Kessie non si fa mai vedere, perso per tutto il primo tempo in uno spazio che solo lui conosce e disattento anche in marcatura, con il suo centrocampista di riferimento puntualmente perso; Calahnoglu è disciplinato tatticamente (cosa che lo fa piacere agli allenatori) e danza tra la posizione di semi-trequartista a quella di play basso senza sapere cosa fare; Bennacer viene chiamato in causa ma pecca in scarico del pallone, soprattutto perché i suoi compagni sono sempre e inesorabilmente fermi. In questo contesto si predilige spesso il suggerimento per Calabria, il quale dimostra davvero evidenti limiti da un punto di vista tecnico e di scelta.
Tutto questo porta alla soluzione estrema, che probabilmente Giampaolo non ama o usa come extrema ratio: il lancio lungo. Peccato che la maggior parte di essi è destinato a Piatek il quale non solo perde la maggior parte dei duelli con Pezzella, ma anche riuscisse a vincerli non avrebbe alcun compagno nei paraggi per il quale fare la sponda. E’ un problema strutturale di una squadra che, giunta nella trequarti avversaria, non sa cosa fare e come muoversi. Il turco si perde non dettando i passaggi e scegliendo sempre la giocata sbagliata, Suso non guarda mai se il centravanti o qualche mezz’ala si sono mosse con il tempo giusto, rallentando ancora di più una manovra già di suo statica.
Sono alcuni dei difetti emersi domenica sera, quando i centrali di difesa si passano il pallone (perché schermato Bennacer ci sono ben poche soluzioni) oltre a non avanzare si favorisce la pressione degli avversari, che scatta inesorabile costringendo alla giocata forzata Musacchio e Romagnoli che non hanno certo piedi da regista.
E’ una somma di fattori, e concludo con le mie impressioni. Credo davvero che per “insegnare calcio” a questi ragazzi ci sia bisogno di tempo, molto tempo, perché sono completamente a digiuno di concetti base e alcuni di questi che da anni sono al Milan hanno disimparato a giocare. Gattuso non aveva le conoscenze adeguate per insegnare e di conseguenza ha agito furbescamente, traendo il massimo in quel momento dalla squadra.
La scelta di Giampaolo, in questa ottica, non è sbagliata dovendo ripartire da zero, dai concetti fondamentali, ma questo richiede tempo perché nessuno dei nostri giocatori è un campione e nessuno può risolvere la partita da solo. Senza poi contare l’aspetto psicologico di un gruppo che sembra distaccato dai problemi del proprio lavoro.
Scusate se mi sono dilungato, mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni.
Purtroppo devo constatare che sia a livello individuale che di squadra è stata una delle peggiori partite degli ultimi anni, dove non solo si sono sbagliate praticamente tutte le scelte ma la mediocre performance di alcuni ha condizionato inevitabilmente la prestazione degli altri. Non vi annoierò con tutto il resoconto che mi sono scritto però vorrei porre l’attenzione su alcuni dettagli che possono aiutare a giudicare meglio giocatori e situazione.
Prendendo in considerazione solo i primi 20 minuti di gara, è evidente come tutti i nostri difetti siano emersi contemporaneamente. Partendo dalla difesa, si nota come l’immobilismo del centrocampo impedisca un’uscita pulita del pallone: Kessie non si fa mai vedere, perso per tutto il primo tempo in uno spazio che solo lui conosce e disattento anche in marcatura, con il suo centrocampista di riferimento puntualmente perso; Calahnoglu è disciplinato tatticamente (cosa che lo fa piacere agli allenatori) e danza tra la posizione di semi-trequartista a quella di play basso senza sapere cosa fare; Bennacer viene chiamato in causa ma pecca in scarico del pallone, soprattutto perché i suoi compagni sono sempre e inesorabilmente fermi. In questo contesto si predilige spesso il suggerimento per Calabria, il quale dimostra davvero evidenti limiti da un punto di vista tecnico e di scelta.
Tutto questo porta alla soluzione estrema, che probabilmente Giampaolo non ama o usa come extrema ratio: il lancio lungo. Peccato che la maggior parte di essi è destinato a Piatek il quale non solo perde la maggior parte dei duelli con Pezzella, ma anche riuscisse a vincerli non avrebbe alcun compagno nei paraggi per il quale fare la sponda. E’ un problema strutturale di una squadra che, giunta nella trequarti avversaria, non sa cosa fare e come muoversi. Il turco si perde non dettando i passaggi e scegliendo sempre la giocata sbagliata, Suso non guarda mai se il centravanti o qualche mezz’ala si sono mosse con il tempo giusto, rallentando ancora di più una manovra già di suo statica.
Sono alcuni dei difetti emersi domenica sera, quando i centrali di difesa si passano il pallone (perché schermato Bennacer ci sono ben poche soluzioni) oltre a non avanzare si favorisce la pressione degli avversari, che scatta inesorabile costringendo alla giocata forzata Musacchio e Romagnoli che non hanno certo piedi da regista.
E’ una somma di fattori, e concludo con le mie impressioni. Credo davvero che per “insegnare calcio” a questi ragazzi ci sia bisogno di tempo, molto tempo, perché sono completamente a digiuno di concetti base e alcuni di questi che da anni sono al Milan hanno disimparato a giocare. Gattuso non aveva le conoscenze adeguate per insegnare e di conseguenza ha agito furbescamente, traendo il massimo in quel momento dalla squadra.
La scelta di Giampaolo, in questa ottica, non è sbagliata dovendo ripartire da zero, dai concetti fondamentali, ma questo richiede tempo perché nessuno dei nostri giocatori è un campione e nessuno può risolvere la partita da solo. Senza poi contare l’aspetto psicologico di un gruppo che sembra distaccato dai problemi del proprio lavoro.
Scusate se mi sono dilungato, mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni.