Mi è venuto un nodo in gola. I ricordi della sua carriera si sono intrecciati con quelli della mia vita, da quando lo imitavo, alzando il colletto della maglia, alla festa per i mondiali e a tutte le volte in cui ho sognato il suo approdo al Milan. E' paradossale che un semi-analfabeta come lui, con la sua storia, con la sua totale simbiosi con un popolo e una città, con i suoi pregi e anche con i suoi difetti, sia stato uno dei più grandi artisti dell'Italia contemporanea. Non riesco a trovare qualcosa di più poetico dell'immagine di lui, sotto le note di "Roma capoccia", che firma l'ultimo pallone, lo guarda, scuote la testa sconsolato, e, dopo qualche attimo di esitazione, lo calcia in curva....
Non credo ci sarà mai un qualcosa di simile nel calcio che verrà, e già mi manca...