- Registrato
- 20 Giugno 2017
- Messaggi
- 31,499
- Reaction score
- 18,180
Riflessione giustissima. Con me sfondi una porta aperto riguardo al nucleare: vivo e lavoro in Svizzera da tanti anni e sinceramente trovo assurda la posizione dell'Italia, che tra l'altro acquista eccome energia nucleare prodotta in Svizzera, a distanza non certo di sicurezza dai propri confini in caso di disastro.Condivido, anche se io sono molto più positivo su questo tema.
E badate bene che sono assolutamente a favore del progresso scientifico, lavorandoci quotidianamente. Ma allo stesso tempo sono un conservatore per certe cose, rispetto le tradizioni perché secondo me sono la base per una società sana e che cresce senza scossoni.
Scossoni che ultimamente si stanno accumulando in modo a mio parere forzato e con origine non ben chiara.
Vorrei solo dire una cosa a corollario, approfittando di questo post: se teniamo veramente al progresso e non vogliamo rimanere indietro, perché abbiamo ucciso la possibilità di continuare ad usare il nucleare?
Siamo stati pionieri, abbiamo creato noi il nucleare per gli USA, ad esempio, la famosa "pila atomica" l'ha fatta Enrico Fermi, non uno yankee. Avevamo un vantaggio invidiabile sugli altri e a tuttoggi le nostre aziende sono coinvolte massivamente nella costruzione di impianti nucleari.
Adesso compriamo l'energia elettrica alla Francia, che, guarda un po', la produce con il nucleare.
Quindi, non detto a te Gary, cortesemente non alziamo barricate ideologiche. Se il paese sceglie la via del progresso scientifico a tutti i costi, che lo sia a 360^ e non solo quando comoda.
Vorrei ricordare che è MOLTO più importante, di questi tempi, la disponibilità di energia rispetto alla disponibilità alimentare. Quando hai energia a basso costo ti puoi permettere qualsiasi cosa, perché con l'energia fai tutto, a ruota viene la possibilità di convertire e produrre, di riciclare e trasformare. Se hai energia puoi produrre cibo (magari la vostra tanto amata farina di grilli), perché puoi portare acqua dal mare, irrigare, e far funzionare macchinari assetati di elettricità. Il viceversa non è possibile.
Adesso tutti vogliono il cibo sintetico e sembra che sia improvvisamente diventato indispensabile. Vorrei ricordare che andiamo avanti a cibo naturale dall'età della nascita dell'uomo su questa terra, e non dipende certo da noi (intesi come paese) la tanto malefica produzione di gas serra e la scarsità di risorse sul pianeta. Posti dove si vedono le nebbie da smog nelle città e immense ciminiere che riversano tonnellate di schifezze nell'atmosfera sono da altre parti, qui da noi ne vedo tutto sommato abbastanza pochi.
Io personalmente il discorso del progresso scientifico, come ho accennato, lo applico ad ogni campo o quasi. E' miope e inutile contrastarlo e la storia lo ha dimostrato sempre, per secoli. Casomai l'attenzione deve spostarsi velocemente sulle regole e i principi della ricerca, discorso che amplia il campo introducendo elementi di etica, morale e giuridici spesso fondamentali per definirne via via i confini. Sulle conseguenze del progresso invece sono sempre cauto: trovo patetiche e ridicole la maggior parte delle previsioni, quando nella storia anche di fronte alle piu grandi scoperte raggiunte (inclusi il telefono e l'elettricità per esempio) spesso l'opinione pubblica ha avuto posizioni e previsioni totalmente sbagliate, ridicole appunto rileggendole oggi.
Riguardo al discorso alimentare invece, come te non ne vedo la necessità impellente nella nostra parte di mondo, se non economica. Diverso il discorso per altri continenti dove le carestie non sono un argomento che ormai si legge solo sui libri di storia come da noi.
Secondo me, parlando in termini generali, la ricerca sul cibo sintetico è un passo necessario per il pianeta, al pari della ricerca in campo energetico. Le conseguenze come scritto sopra sono abbastanza imprevedibili per me, ora come ora. Allo stesso tempo trovo giustificato il fatto che l'Italia si mantenga distante e indietro, almeno in questa fase.