Giudice:"Li problema che turba Elliott. Cosa può accadere".

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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
 

Sam

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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
Pronto il comunicato dei rabbini in cui "addolorati" dichiareranno che proprio in quei 364 milioni sequestrati c'erano i soldi per il mercato.

Comunque, qualcuno sa se Jerry Cardinale ha già parlato con il lavapiatti cinese per chiedergli se ha ancora qualche spicciolo da parte per il Milan?
 

Swaitak

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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
Tra 2 anni non solo Li, ci sarà pure la causa dell'americano di Hollywood
 

GP7

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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
Il nostro Re dell'Est, quanto tempo è che non scrive nel forum..
 
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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
Come spesso capita, il nostro vecchio Forumista ”il re dell’est“ scrive un articolo chiaro e dettagliato (per chi ha la pazienza di leggerlo nei contenuti al di là di usarlo come scusa per lo sfogatosi anti-proprietá che va per la maggiore tra i pro-sceiccame).

In sostanza Elliot avrebbe pagato 520 milioni piú i debiti in maturazione a causa della gestione Fassone per una cosa che, il perito di parte di Li stima valere tra i 430 e i 610 e per questo chiede ad un giudice Lussemburghese che Elliot gli lascia una mancia.

Va bene, possiamo anche passare oltre…
 
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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".

Ogni anno una sceneggiata diversa.
Tutte da noi poi, abbiamo la calamita per certe cose.
Ovviamente perché nasce tutto da quel nano malefico, potete star tranquilli che con un altro proprietario avremmo visto una sola cessione e del tutto normale.
 
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Come spesso capita, il nostro vecchio Forumista ”il re dell’est“ scrive un articolo chiaro e dettagliato (per chi ha la pazienza di leggerlo nei contenuti al di là di usarlo come scusa per lo sfogatosi anti-proprietá che va per la maggiore tra i pro-sceiccame).

In sostanza Elliot avrebbe pagato 520 milioni piú i debiti in maturazione a causa della gestione Fassone per una cosa che, il perito di parte di Li stima valere tra i 430 e i 610 e per questo chiede ad un giudice Lussemburghese che Elliot gli lascia una mancia.

Va bene, possiamo anche passare oltre…
La vera notizia è quindi che tra noi abbiamo utenti di un certo livello...
Ma è una notizia?
Guarda come son messi gli intertristi : solo da 48 ore realizzano che devono vendere e non ci sono incedibili.

Facendo i seri : mi pare tutti i pezzenti stiano chiedendo la loro parte prima del gong alias il passaggio a redbird.
 

jumpy65

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Come spesso capita, il nostro vecchio Forumista ”il re dell’est“ scrive un articolo chiaro e dettagliato (per chi ha la pazienza di leggerlo nei contenuti al di là di usarlo come scusa per lo sfogatosi anti-proprietá che va per la maggiore tra i pro-sceiccame).

In sostanza Elliot avrebbe pagato 520 milioni piú i debiti in maturazione a causa della gestione Fassone per una cosa che, il perito di parte di Li stima valere tra i 430 e i 610 e per questo chiede ad un giudice Lussemburghese che Elliot gli lascia una mancia.

Va bene, possiamo anche passare oltre…
se ho capito bene 300+220(debiti pregressi)+162(debiti della gestione Li)
682 ben superiore alla stima di Li
 
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Alessandro Giudice dal CorSport sulla questione Yonghong Li:"Il sequestro giudiziario ottenuto in Lussemburgo dall’ex proprietario del Milan Yonghong Li è una vicenda intricata, materia per giudici e periti, ma potrebbe creare qualche turbolenza al closing messo in calendario da Elliott e RedBird per settembre. Cosa è accaduto? Occorre partire dall’antefatto: il misterioso fi nanziere cinese, che aveva acquistato il Milan da Berlusconi nel 2016, perse il controllo del club nell’estate 2018 quando, non riuscendo a onorare una rata del prestito contratto con Elliott, quest’ultimo azionò il pegno delle azioni che aveva posto a garanzia del prestito. Secondo Li, il valore del club era molto superiore ai circa 300 milioni garantiti dal pegno e dunque l’imprenditore cinese reclama oggi una differenza signifi cativa. Ovviamente il tribunale non si è ancora pronunciato (il procedimento sarà verosimilmente lungo) ma ha disposto il sequestro di 364 milioni: una misura cautelare, che i legali del fondo americano potranno appellare. Come spiega Felice Raimondo, avvocato molto esperto di vicende legali, il principio giuridico invocato da Li è quello che nel diritto italiano prende il nome di “divieto di patto commissorio”. In termini semplici signifi ca che, in caso di inadempimento del debitore, la cosa pignorata (in questo caso: le quote del Milan) non passa direttamente dal debitore al creditore, ma richiede una stima del tribunale che attesti la corrispondenza del valore del bene pignorato con quello del debito. Questo non è avvenuto quando il Milan passò a Elliott. In Italia sarebbe vietato ogni patto contrario ma il diritto lussemburghese potrebbe prevedere altri dispositivi. In ogni caso, una perizia che Li aveva commissionato al prof. Paolo Gualtieri stimava il valore della quota tra 430 e 610 milioni quindi molto più del saldo del debito. Si tratta di una perizia di parte che non poteva allora tenere conto dei corposi aumenti di capitale che Elliott avrebbe iniettato negli anni successivi. Dal fondo americano non arrivano commenti: la vicenda appartiene alle aule giudiziarie ma un ragionamento potrebbe smontare l’attacco di Li. Il fi nanziare cinese aveva acquistato il Milan da Fininvest nel 2016 per 740 milioni compreso l’accollo di debiti per 220. Quei debiti sarebbero poi passati a Elliott che avrebbe dunque acquistato il Milan per 520 milioni (300 prestati a Li e garantiti dal 99,93% delle azioni, più 220 di debiti ereditati). La gestione Li avrebbe prodotto perdite cospicue (complessivamente 162 milioni nel 2017/18) che Elliott ha poi dovuto coprire, fi nanziando anche il rilancio del club con ulteriori 400 milioni. La storia è dunque intricata, la soluzione non è prevedibile con certezza. Cosa può scaturire da questa vicenda? Se il Tribunale dovesse riconoscere le ragioni di Yonghong Li, questi otterrebbe un risarcimento da Elliott (di ammontare oggi non preventivabile) ma ciò non avrebbe alcuna ricaduta sul Milan. Oppure potrebbe prevalere Elliott e nulla sarebbe dovuto all’ex presidente. In ogni caso, il sequestro riguarda tutte le somme, fondi, azioni possedute da Project Redblack incluse quindi le azioni di Rossoneri Sport, la società che controlla il Milan. Poiché queste passeranno a RedBird con il closing, Elliott si troverebbe a dover trasferire azioni poste oggi sotto sequestro. Questo non dovrebbe ritardare il closing ma obbligherebbe quanto meno Elliott a bloccare 364 milioni di cassa nella società lussemburghese, per liberare le azioni della controllata. RedBird non subirebbe alcuna conseguenza. Per Elliott una seccatura inattesa da aggiungere alla controversia, definita “frivola e vessatoria” dal fondo americano, prodotta dal socio di minoranza BlueSkye nonostante il parere negativo dell’investitore Arena Investors che si è pubblicamente dissociato dall’iniziativa giudiziaria di Salvatore Cerchione. Potrebbe essere un’estate calda anche in Lussemburgo".
Come elliott ha preso il milan a me è mai piaciuto ed è uno dei motivi per cui non appoggio questa proprietà : prima presta a chi compra ora presta vendendo.
 
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