- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 234,571
- Reaction score
- 41,090
Giroud intervistato da Le Parisien:"Ibra? Può passare per qualcuno un po’ arrogante, ma è soprattutto un uomo carismatico. In uno spogliatoio, si mostra, ad esempio, attento al benessere del gruppo. È molto attento e allo stesso tempo esigente con se stesso come con la squadra, specialmente i più giovani. Zlatan è una forza trainante, un leader. Ti rende un giocatore migliore. Condividiamo valori comuni: il rispetto, il lavoro e la professionalità"
Le vittorie? Non ci dobbiamo ricordare solo delle vittorie. Anche le sconfitte sono necessarie per andare avanti. Mi piaceva la frase di Mandela: 'non giudicarmi per i miei successi, giudicami per il numero di volte in cui sono caduto e sono rinato'. E’ così. I fallimenti ti fanno crescere. Ricordo i bei momenti, ma anche quelli più dolorosi. Lo ammetto, mi piace ancora tanto vincere. Odio perdere, ma invecchiando ho imparato a conviverci".
"Il Milan? Ho trascorso nove anni bellissimi in Inghilterra. Ma difficilmente potrei trovare un posto migliore come la Serie A, il grande Milan con lo scudetto nel 2022. Da bambino, ho sostenuto questo club e sono stato estremamente orgoglioso di difendere i suoi colori per tre anni. Ho avuto la possibilità di lavorare lì con Maldini, Pioli, Ibra … Mi sono divertito in Italia. Per quanto riguarda la passione dei tifosi, l’amore per il calcio, non avevo mai sperimentato nulla di simile prima. San Siro è il vero tempio del calcio"
"L'efficienza? Rimane il filo conduttore della mia carriera. La felicità di segnare rappresenta una gioia inebriante. Ti dà una sensazione unica. Piacevole. Devi viverlo per capirlo, specialmente quando ti succede durante gli incontri decisivi. Mi mancherà molto nella mia seconda vita. Quando sono in campo, al di là dell’altruismo necessario e del senso del sacrificio, penso sempre al gol, gioco per questo quasi in maniera ossessiva"
"Il cognome sulla maglia l’ho accolto come un grande orgoglio per la mia famiglia. Per leggere la gioia negli occhi di coloro che amo, non c’è niente di più bello per me. Ho reso felici i miei genitori, mia moglie, i miei figli e alcuni francesi. Non avrei mai potuto sognare un simile destino"
"Le ovazioni? Prima c’è stato l’omaggio a San Siro, il 25 maggio 2024, alla presenza della mia famiglia per il mio addio al Milan. Uno dei momenti più forti della mia carriera. Ero molto commosso. A differenza di Montpellier, Arsenal o Chelsea, sono stato in grado di salutare davvero come desideravo i tifosi. Ho lasciato una traccia".
Le vittorie? Non ci dobbiamo ricordare solo delle vittorie. Anche le sconfitte sono necessarie per andare avanti. Mi piaceva la frase di Mandela: 'non giudicarmi per i miei successi, giudicami per il numero di volte in cui sono caduto e sono rinato'. E’ così. I fallimenti ti fanno crescere. Ricordo i bei momenti, ma anche quelli più dolorosi. Lo ammetto, mi piace ancora tanto vincere. Odio perdere, ma invecchiando ho imparato a conviverci".
"Il Milan? Ho trascorso nove anni bellissimi in Inghilterra. Ma difficilmente potrei trovare un posto migliore come la Serie A, il grande Milan con lo scudetto nel 2022. Da bambino, ho sostenuto questo club e sono stato estremamente orgoglioso di difendere i suoi colori per tre anni. Ho avuto la possibilità di lavorare lì con Maldini, Pioli, Ibra … Mi sono divertito in Italia. Per quanto riguarda la passione dei tifosi, l’amore per il calcio, non avevo mai sperimentato nulla di simile prima. San Siro è il vero tempio del calcio"
"L'efficienza? Rimane il filo conduttore della mia carriera. La felicità di segnare rappresenta una gioia inebriante. Ti dà una sensazione unica. Piacevole. Devi viverlo per capirlo, specialmente quando ti succede durante gli incontri decisivi. Mi mancherà molto nella mia seconda vita. Quando sono in campo, al di là dell’altruismo necessario e del senso del sacrificio, penso sempre al gol, gioco per questo quasi in maniera ossessiva"
"Il cognome sulla maglia l’ho accolto come un grande orgoglio per la mia famiglia. Per leggere la gioia negli occhi di coloro che amo, non c’è niente di più bello per me. Ho reso felici i miei genitori, mia moglie, i miei figli e alcuni francesi. Non avrei mai potuto sognare un simile destino"
"Le ovazioni? Prima c’è stato l’omaggio a San Siro, il 25 maggio 2024, alla presenza della mia famiglia per il mio addio al Milan. Uno dei momenti più forti della mia carriera. Ero molto commosso. A differenza di Montpellier, Arsenal o Chelsea, sono stato in grado di salutare davvero come desideravo i tifosi. Ho lasciato una traccia".
/origin-imgresizer.eurosport.com/2024/05/05/3962606-80446828-2560-1440.jpg)