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"Giletti e quel Di Matteo stanno scassando la minchia". Sono le parole del boss mafioso Filippo Graviano che sono state dette in carcere l'11 maggio, giorno seguente alla puntata di Non è l'Arena su La7 dove il magistrato Nino Di Matteo parlò al telefono della mancata nomina al DAP da parte del ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il quale gli preferì Francesco Basentini costretto a dimettersi in merito alle inchieste, fatte proprio del programma di Massimo Giletti, in merito alle sue responsabilità riguardo le scarcerazioni dei boss mafiosi durante il covid.
Giletti non ha nascosto di essere preoccupato e all'Adnkronos ha affermato: "In un paese normale queste cose non succederebbero. Mi aspettavo che chi tiene le carte di queste intercettazioni, mi avvisasse e spero che qualcuno mi risponda su questo. Apprendere da un giornale una cosa di questo tipo, mi lascia molto preoccupato. Mi preoccupa questo silenzio...Perché nessuno mi ha avvisato? Credo che il ministro Bonafede, visto che le intercettazioni sono fatte dal Gom, avrà già da un po' di tempo qualcosa sul suo tavolo".
Aggiornamento: mercoledì 15 luglio, Massimo Giletti sarà ospite nella trasmissione In Onda su La7 per parlare del caso. Appuntamento alle ore 20:30.
Giletti a La Stampa: "Paura? Faccio inchieste e sarebbe sciocco non metterle in conto, ci sono abituato. Certo, ora è più faticoso. Dunque che si fa? Si va avanti. Mi ha chiamato Bonafede, lo ringrazio ma la mia riflessione non cambia. Che io debba sapere da Repubblica a metà luglio di essere stato minacciato, mi sembra un fatto grave. Le autorità competenti hanno tutti gli elementi utili da fine maggio. Non mi sembra si siano comportati in modo serio...Mi aspettavo un comportamento diverso da quella parte dello Stato. Cambiamenti nel mio lavoro dopo le minacce? No, ho sempre preso una posizione e mai la più comoda. La frase contro di me del boss mafioso mi ha fatto capire il valore che bisogna dare alle cose. Ma nulla cambierà...La strada è sempre piena di buche e di asticelle...E combattere sempre è l'unica risposta possibile".
Giletti non ha nascosto di essere preoccupato e all'Adnkronos ha affermato: "In un paese normale queste cose non succederebbero. Mi aspettavo che chi tiene le carte di queste intercettazioni, mi avvisasse e spero che qualcuno mi risponda su questo. Apprendere da un giornale una cosa di questo tipo, mi lascia molto preoccupato. Mi preoccupa questo silenzio...Perché nessuno mi ha avvisato? Credo che il ministro Bonafede, visto che le intercettazioni sono fatte dal Gom, avrà già da un po' di tempo qualcosa sul suo tavolo".
Aggiornamento: mercoledì 15 luglio, Massimo Giletti sarà ospite nella trasmissione In Onda su La7 per parlare del caso. Appuntamento alle ore 20:30.
Giletti a La Stampa: "Paura? Faccio inchieste e sarebbe sciocco non metterle in conto, ci sono abituato. Certo, ora è più faticoso. Dunque che si fa? Si va avanti. Mi ha chiamato Bonafede, lo ringrazio ma la mia riflessione non cambia. Che io debba sapere da Repubblica a metà luglio di essere stato minacciato, mi sembra un fatto grave. Le autorità competenti hanno tutti gli elementi utili da fine maggio. Non mi sembra si siano comportati in modo serio...Mi aspettavo un comportamento diverso da quella parte dello Stato. Cambiamenti nel mio lavoro dopo le minacce? No, ho sempre preso una posizione e mai la più comoda. La frase contro di me del boss mafioso mi ha fatto capire il valore che bisogna dare alle cose. Ma nulla cambierà...La strada è sempre piena di buche e di asticelle...E combattere sempre è l'unica risposta possibile".