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Il Giappone ha dichiarato un'epidemia di influenza, registrando oltre seimila casi confermati al 10 ottobre, un dato insolito che segna l'inizio della stagione influenzale con un anticipo di circa cinque settimane rispetto al consueto. Questa diffusione precoce ha già costretto alla chiusura di più di cento scuole, con i bambini tra i più colpiti (quasi la metà dei 287 pazienti ricoverati a settembre aveva meno di 14 anni). A determinare l'andamento anomalo e precoce è il ceppo di Influenza A H3N2, lo stesso che ha causato un'impennata di casi in Australia e Nuova Zelanda. Tra i fattori che contribuiscono a questo fenomeno ci sono l'incremento dei viaggi internazionali, gli effetti del cambiamento climatico e una ridotta immunità della popolazione, specialmente tra i bambini e gli anziani, dovuta alla scarsa esposizione al virus negli anni di pandemia. Il fenomeno non è isolato: anche la Malesia sta affrontando una stagione influenzale altrettanto precoce, dominata dallo stesso ceppo H3N2, con circa seimila studenti contagiati e la sospensione delle lezioni in alcune scuole, portando le autorità a raccomandare l'uso delle mascherine e la riduzione delle attività di gruppo. L'ampiezza e la velocità di propagazione di questa ondata, guidata dal ceppo H3N2, rischiano di condizionare negativamente l'andamento della stagione influenzale anche in Asia e in Europa, dove ci si dirige verso l'inverno.