Gazidis e Maldini sul Milan, sul FPP e sugli obiettivi.

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".
 

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".

Meno male che le parole sulla leadership (ROTFL???) della romagnola vengono da Sweet Gaz O’ Mine e non da Paolino. Sarebbe stato grave, nel secondo caso (specie in ottica cessione).
 

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".

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Djici

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".

Paolo Maldini, come sempre... Ha capito tutto.

Grazie di essere tornato.
 

gabri65

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".

Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".

Eh, quante cose ha detto senza dirle.

Grande Paolo.
 

Rivera10

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Meno male che le parole sulla leadership (ROTFL???) della romagnola vengono da Sweet Gaz O’ Mine e non da Paolino. Sarebbe stato grave, nel secondo caso (specie in ottica cessione).

Come hai visto vuole il difensore forte nell' uno contro uno e veloce, cattivo, tignoso. Mi aspetto un acquisto lì a gennaio.
 

malos

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Gazidis e Maldini intervistati da DAZN. Ecco le dichiarazioni dei dirigenti, riportate dall'emittente

Gazidis

Sulle idee della società: "La nostra visione non è ancora così diffusa in Italia ma può portare a grandi risultati, bisogna crederci fortemente e allora tutto può diventare possibile. Dovremo imparare dagli errori che ci sono e ci saranno, restando uniti, condividendo un progetto comune per rimanere sempre il Milan. Ai nostri tifosi abbiamo chiesto di avere pazienza e credere al progetto su cui stiamo lavorando. All'inizio non è stato facile, ma ora tutti iniziano a vedere la direzione che vogliamo percorrere".

Sui giovani e l'equilibro: "I successi di un club non vengono costruiti solo con giovani calciatori, servono anche elementi di esperienza, sia in campo che nel management. Nei nostri atleti più giovani riconosciamo l'attitudine e il talento per giocare in un calcio moderno, ma non si deve sottovalutare il loro carattere e la loro personalità. Pensiamo a Romagnoli e Donnarumma, hanno leadership ed esperienza nonostante l'età. Nel Milan ci sono tanti leader, questo è un valore unico da non perdere".

Sui progetti: "Nel breve termine vogliamo continuare a sviluppare l'ambito sportivo, mentre a livello aziendale vogliamo aumentare i ricavi, attraverso i risultati sportivi, le sponsorship. Di fondamentale importanza per il futuro sarà il nuovo stadio. Se vogliamo essere un club moderno e vincente abbiamo bisogno di uno stadio adatto alle nostre esigenze. Che possa abbracciare tutte le diversità e coinvolgere tutti i nostri tifosi, di oggi e di domani. Il nuovo stadio sarà fondamentale anche per l'evoluzione della città di Milano, per tutti i milanesi, non solo i milanisti".

Sul FFP: "Il FFP è uno strumento per dare al calcio più sostenibilità finanziaria, se il Covid ci avesse colpito prima del FFP, quando il calcio subiva grandi perdite economiche, la situazione attuale sarebbe ancora più grave. Forse è arrivato il momento di adattarlo e rivederlo alle nuove sfide che il calcio si vedrà affrontare nei prossimi anni".


Maldini

Sulla visione di dirigenza e società: "Il disegno cambia strada facendo, io sono legato ad un Milan vincente, la mia figura è legata a qualcosa che non sia soltanto a mettere a posto i conti. Devo salvaguardare anche quello che la mia storia si porta dietro, quello che i tifosi si aspettano da me. E' lì che spingo la proprietà a fare determinate cose invece che altre. I risultati hanno dato ragione a loro per tante cose e a noi per tante altre, in questo momento c'è un'idea unica e questo aiuta quello che è il progetto".


Sullo scouting: "Tra te e il reparto scouting devi iniziare a conoscere quello che tu vuoi e loro magari ti dicono quello che ha funzionato statisticamente negli ultimi cinque anni rispetto ai cinque anni precedenti. Parliamo ad esempio della difesa. Un difensore per me è abbastanza facile da leggere, ma prima veniva richiesto un giocatore che stava bene in un reparto, adesso andrei a prendere un giocatore che è forte nell'uno contro uno, poi gli insegni a stare bene nel reparto. La cosa difficile da insegnare è la forza nell'uno contro uno, la concentrazione, è una cosa che manca. In questo momento, soprattutto per la nostra maniera di giocare ma anche la situazione del calcio in generale, andrei a prendere un difensore forte nell'uno contro uno, al quale poi l'allenatore possa insegnargli di stare all'interno di un reparto".

Sull'acquisto di Saelemaekers: "E' stato frutto del nostro scouting, non conoscevo Alexis. Noi cercavamo un terzino destro in quel momento lì, o uno che in previsione un giorno potesse giocarci. Abbiamo visto questo ragazzo che giocava a destra, a sinistra, come terzino, da numero dieci, con un'intensità tale che dopo che gli dai la palla lui c'è".

Sull'arrivo di Ibrahimovic: "Ibra era già un'idea del gennaio precedente con Leo, avevamo parlato con lui e con Mino. Lui però aveva dato la parola ai Galaxy e lui disse che ne avremmo riparlato. Ero sicurissimo fosse un rischio, perché veniva da anni in MLS, con tutto il rispetto è una cosa completamente diversa. Lui stesso quando gli abbiamo proposto 18 mesi di contratto ci disse di fare 6 mesi perché non sapeva quello che ci poteva dare".

Sulla determinazione dello svedese: "Rompe le scatole in maniera impressionante. E' molto competitivo, è giusto porsi traguardi che sono al di sopra delle proprie possibilità, questo è alzare il livello. Ha senso che lui dica quello che dica sulle responsabilità".

Sul FFP: "Non ti permette di investire quello che tu vorresti, è anche un freno alla distribuzione futura delle vittorie nelle varie competizioni, però io credo che sia la strada giusta. Siamo partiti con un'idea di un progetto che potrà un giorno diventare autosostenibile, in un momento di grande crisi questo ha ancora più valore".

Su Pioli e la caratteristica che non si aspettava: "Nel trasmettere i suoi pensieri, lo fa con un vigore che da una persona così pacata non ti aspetti. Nella sua carriera non sempre ha confermato quello che ha fatto vedere all'inizio, sembrava debole con i calciatori invece è il contrario. A volte dobbiamo frenarlo un po' noi e dargli uno zuccherino. E' una caratteristica che non gli riconoscevo e che è riuscito ad imporre in un club importante come il Milan".
Ringrazio ogni giorno che ci sia lui.
 
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