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Gattuso:"Alleno la squadra che ho sempre tifato. Un sogno".
L'intervista completa (un estratto era già stato riportato nei giorni scorsi) di Rino Gattuso a Forza Milan in edicola per l'ultima volta prima della chiusura. Ecco le parole del tecnico rossonero:"[Con buona pace di mia moglie... le avevo promesso che ci saremmo rilassati un po' una volta smesso di giocare. Cosa vedo quando mi guardo allo specchio?
Non mi guardo, ho paura (ride, ndr). A di là delle battute, vedo una faccia diversa, con qualche chilo e svariati capelli bianchi in più. Mi sento un uomo felice. Ho una bellissima famiglia e faccio un lavoro che mi piace e mi diverte, per la squadra che ho sempre tifato: è un sogno. Penso che ogni ragazzo abbia il suo carattere. Ci sono giocatori che vanno trattati con più fermezza e autorità. Ad altri invece bisogna far sentire quotidianamente affetto e sostegno. I giocatori sono esattamente come figli, bisogna gestirli allo stesso modo. Il momento di svolta della stagione? Il Derby di Coppa Italia vinto con l'Inter è stato indubbiamente decisivo, ci ha dato freschezza mentale, tranquillità e nuove energie nervose. Il più grande rammarico è non aver vinto la trasferta di Campionato con la Juventus: vincere a Torino avrebbe riacceso la stagione. Il Var? Secondo me è stata un'innovazione fondamentale. Anche se si può ancora migliorare, si tratta di una tecnologia incredibile, che mette da parte tutti i dubbi. Ho passato momento difficili da allenatore. Cosa ho imparato? Penso che siano proprio le difficoltà a farci crescere e maturare. Non sono masochista, ma mi piace lavorare sotto pressione e nelle difficoltà: sono tutte esperienze che mi porto nel mio bagaglio tecnico. Devo dire che di difficoltà al Milan ce ne sono ben poche, è una grandissima struttura, una macchina perfetta".
L'intervista completa (un estratto era già stato riportato nei giorni scorsi) di Rino Gattuso a Forza Milan in edicola per l'ultima volta prima della chiusura. Ecco le parole del tecnico rossonero:"[Con buona pace di mia moglie... le avevo promesso che ci saremmo rilassati un po' una volta smesso di giocare. Cosa vedo quando mi guardo allo specchio?
Non mi guardo, ho paura (ride, ndr). A di là delle battute, vedo una faccia diversa, con qualche chilo e svariati capelli bianchi in più. Mi sento un uomo felice. Ho una bellissima famiglia e faccio un lavoro che mi piace e mi diverte, per la squadra che ho sempre tifato: è un sogno. Penso che ogni ragazzo abbia il suo carattere. Ci sono giocatori che vanno trattati con più fermezza e autorità. Ad altri invece bisogna far sentire quotidianamente affetto e sostegno. I giocatori sono esattamente come figli, bisogna gestirli allo stesso modo. Il momento di svolta della stagione? Il Derby di Coppa Italia vinto con l'Inter è stato indubbiamente decisivo, ci ha dato freschezza mentale, tranquillità e nuove energie nervose. Il più grande rammarico è non aver vinto la trasferta di Campionato con la Juventus: vincere a Torino avrebbe riacceso la stagione. Il Var? Secondo me è stata un'innovazione fondamentale. Anche se si può ancora migliorare, si tratta di una tecnologia incredibile, che mette da parte tutti i dubbi. Ho passato momento difficili da allenatore. Cosa ho imparato? Penso che siano proprio le difficoltà a farci crescere e maturare. Non sono masochista, ma mi piace lavorare sotto pressione e nelle difficoltà: sono tutte esperienze che mi porto nel mio bagaglio tecnico. Devo dire che di difficoltà al Milan ce ne sono ben poche, è una grandissima struttura, una macchina perfetta".