- Registrato
- 6 Agosto 2012
- Messaggi
- 234,582
- Reaction score
- 41,112
Umberto Gandini, ex dirigente del Milan:"A RTI, dove entrai nel 1988. Una volta a settimana voleva incontrare i manager. Un master con Berlusconi e Galliani e grandi uomini di sport che mi insegnarono tutto, Dan Peterson, Rino Tommasi, Massimo De Luca, Marco e Bruno Bogarelli… Berlusconi era un visionario, anche da presidente. Era competente e voleva dare le sue idee. Una volta suggerì ad Ancelotti di tenere tutti i giocatori fuori dall’area sull’angolo, e farli entrare di corsa quando partiva la palla, così che i difensori non sapessero chi marcare. E Ancelotti: “Presidente, abbiamo provato, ma non funziona”. Però ha visto lui Sacchi e Capello. E non solo"
"La Champions esiste perché i club forzavano la mano, ottenendo in cambio qualcosa. Berlusconi non voleva che una grande potesse essere eliminata al primo turno. Nel 2000 nacque l’Eurolega di basket e la seguimmo con interesse, preparando il progetto Gandalf, alternativo alla Champions. Dietro c’eravamo noi, il Real Madrid e altri. Però così negoziammo da una posizione di forza. E in realtà non c’era la voglia di uscire dal sistema. Anche nel 2016: incontro segreto all’aeroporto di Zurigo, poi trattativa con l’UEFA e fu Champions 4×4. Tutto diverso dalla Superlega di oggi, un progetto più finanziario, con banche che vogliono un ritorno. Non ne sapevo niente. Pensavo che avessero tutto pronto, arbitri, calendario, strutture…Con Andrea Agnelli per un po’ non ci siamo parlati. Ma resta un amico. Ci siamo riavvicinati dopo la sua intervista al “Foglio”. Gli ho scritto che sono d’accordo su tutto quello che dice, ma che non è la Superlega la risposta".
"La Champions esiste perché i club forzavano la mano, ottenendo in cambio qualcosa. Berlusconi non voleva che una grande potesse essere eliminata al primo turno. Nel 2000 nacque l’Eurolega di basket e la seguimmo con interesse, preparando il progetto Gandalf, alternativo alla Champions. Dietro c’eravamo noi, il Real Madrid e altri. Però così negoziammo da una posizione di forza. E in realtà non c’era la voglia di uscire dal sistema. Anche nel 2016: incontro segreto all’aeroporto di Zurigo, poi trattativa con l’UEFA e fu Champions 4×4. Tutto diverso dalla Superlega di oggi, un progetto più finanziario, con banche che vogliono un ritorno. Non ne sapevo niente. Pensavo che avessero tutto pronto, arbitri, calendario, strutture…Con Andrea Agnelli per un po’ non ci siamo parlati. Ma resta un amico. Ci siamo riavvicinati dopo la sua intervista al “Foglio”. Gli ho scritto che sono d’accordo su tutto quello che dice, ma che non è la Superlega la risposta".
