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Intervistato dal Corriere della Sera, Galliani torna a parlare di Milan e sulla cessione
"I motivi di Berlusconi dietro la cessione del Milan? Questa è una domanda che va posta a Silvio Berlusconi. Io sono l’oggetto e non il soggetto. Io sono un uomo di sport e metto tutte le mie capacità al servizio di questo obiettivo. Ma le decisioni di comprare e vendere il Milan, come quella di acquistare il Monza, sono esclusivamente del presidente".
Ancora Galliani:
" 1 novembre 1979. Berlusconi mi invitò a cena ad Arcore. Mi chiese se con la mia Elettronica industriale, piccola azienda che portava in Italia il segnale delle televisioni straniere (Telemontecarlo e Tv Svizzera) fossi in grado di costruire tre reti nazionali. Io dissi di sì.
“Bene, il prezzo lo faccia lei”. Pagò un miliardo delle vecchie lire per il 50% della mia azienda: la cifra non l’ho mai rivelata a nessuno.
"Quando Berlusconi mise al Milan Barbara, mi dimisi. Potevo andare in Cina. Berlusconi mi chiamò la sera ad Arcore e io gli dissi che un Milan a due teste era ingestibile. “Troverò una soluzione”, mediò. Era il giorno in cui Alfano lasciò Forza Italia. E Silvio mi disse: “Oggi se ne è andato Angelino, non puoi andartene anche tu”. Io risposi: “Obbedisco”, come un novello Garibaldi».
"Mi fu proposto di candidarsi sindaco. È vero. Non l’ho fatto, perché io ho nel cuore il calcio. Mi porta via troppo tempo. E il sindaco di Milano è un impegno totale, giorno e notte»
"I motivi di Berlusconi dietro la cessione del Milan? Questa è una domanda che va posta a Silvio Berlusconi. Io sono l’oggetto e non il soggetto. Io sono un uomo di sport e metto tutte le mie capacità al servizio di questo obiettivo. Ma le decisioni di comprare e vendere il Milan, come quella di acquistare il Monza, sono esclusivamente del presidente".
Ancora Galliani:
" 1 novembre 1979. Berlusconi mi invitò a cena ad Arcore. Mi chiese se con la mia Elettronica industriale, piccola azienda che portava in Italia il segnale delle televisioni straniere (Telemontecarlo e Tv Svizzera) fossi in grado di costruire tre reti nazionali. Io dissi di sì.
“Bene, il prezzo lo faccia lei”. Pagò un miliardo delle vecchie lire per il 50% della mia azienda: la cifra non l’ho mai rivelata a nessuno.
"Quando Berlusconi mise al Milan Barbara, mi dimisi. Potevo andare in Cina. Berlusconi mi chiamò la sera ad Arcore e io gli dissi che un Milan a due teste era ingestibile. “Troverò una soluzione”, mediò. Era il giorno in cui Alfano lasciò Forza Italia. E Silvio mi disse: “Oggi se ne è andato Angelino, non puoi andartene anche tu”. Io risposi: “Obbedisco”, come un novello Garibaldi».
"Mi fu proposto di candidarsi sindaco. È vero. Non l’ho fatto, perché io ho nel cuore il calcio. Mi porta via troppo tempo. E il sindaco di Milano è un impegno totale, giorno e notte»
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