Galliani:"Ibra appende al muro chi non corre".

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Ancora Galliani, per l'ennesima volta, su Ibrahimovic. Le dichiarazioni del Senatore alla GDS in edicola oggi, 28 dicembre:"Ibra assomiglia ancora al giocatore che arrivò nel 2010? Zlatan ha una tale forza morale, un carisma, una determinazione per cui sarà sempre decisivo. In trentuno anni di storia rossonera non ho mai visto un giocatore appenderne al muro un altro perché non si impegnava abbastanza. Di liti ne ho viste eccome, ma mai qualcuno appeso al muro, nel senso letterale del termine. Ibra è così e lo farà ancora se vedrà un compagno non allenarsi al massimo. Anzi stavolta sentirà ancora di più questa responsabilità: Zlatan porterà aria pura".

"Sarà ancora giocatore da 56 gol in 85 partite? Tecnicamente può fare la differenza. Ha una fisicità devastante, in quindici giorni sarà al meglio della condizione. Sarà determinante in campo e fuori".

"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

"La trattativa lunghissima del 2010? Parto per Barcellona dove ci sono Zlatan e Raiola ma non Sandro Rosell, il presidente del club. Era a Ibiza in vacanza ma grazie alla nostra grande amicizia lo convinsi a rientrare. Per scaramanzia il rituale fu lo stesso del 2008, quando tornai a Milano con Ronaldinho: partenza dall’aeroporto di Pisa, stesso hotel, stesso ristorante, il Botafumeiro, che ha ancora alla parete la mia foto con Dinho. Ricordo la villa in collina di Ibra dove andai per gli ultimi dettagli. Fu un grande affare: 24 milioni pagabili in 3 anni, l’anno prima il Barça lo aveva acquistato per più del doppio".

"I festeggiamenti dopo l'affare? Cena al ristorante. Quando vado a pagare nessuna delle mie due carte di credito funziona. Prova e riprova ma niente. Toccò pagare a Ibra, che mi guardava un po’ così. Ma lo rassicurai: stai sereno, i soldi ci sono. Allora rise come un pazzo".


"Chi scelse di separarsi? Certo non Ibra. Non voleva assolutamente andarsene. Fu ceduto per questioni di bilancio. Ha sempre deciso lui il proprio destino, tranne che in quell’occasione. Insieme fu scudetto il primo anno, l’ultimo del Milan prima della Juve dei record, e Supercoppa nel 2011. L’anno dopo arrivammo secondi, fu l’anno del gol di Muntari non dato in Milan-Juve a febbraio. Ma prima, nel mercato di gennaio, era tutto fatto per la cessione di Pato al Psg e l’arrivo di Tevez dal City. Un sogno, la coppia Ibra-Tevez. Saltò tutto e chissà cosa poteva essere. Credo che avremmo continuato a vincere, in quel periodo eravamo ancora davanti alla Juve. Cambiò la storia, Milan secondo. Si arriva all’estate 2012, quella dell’addio dei senatori".


"Cosa disse quando andò al PSG? Per un po’ di tempo è rimasto in silenzio. Ma qualche tempo dopo fece un’intervista in cui parlò benissimo di me e del nostro rapporto. Raccontò che alla vittoria del campionato entrai nello spogliatoio per scucire lo scudetto dalla maglia dell’Inter e darlo a loro: “Adesso questo è nostro”. Zlatan fu colpito, è uno dei tanti episodi che ci legano".

"Un mio messaggio a Ibra? Solo un saluto: bentornato guerriero!".
 

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Ancora Galliani, per l'ennesima volta, su Ibrahimovic. Le dichiarazioni del Senatore alla GDS in edicola oggi, 28 dicembre:"Ibra assomiglia ancora al giocatore che arrivò nel 2010? Zlatan ha una tale forza morale, un carisma, una determinazione per cui sarà sempre decisivo. In trentuno anni di storia rossonera non ho mai visto un giocatore appenderne al muro un altro perché non si impegnava abbastanza. Di liti ne ho viste eccome, ma mai qualcuno appeso al muro, nel senso letterale del termine. Ibra è così e lo farà ancora se vedrà un compagno non allenarsi al massimo. Anzi stavolta sentirà ancora di più questa responsabilità: Zlatan porterà aria pura".

"Sarà ancora giocatore da 56 gol in 85 partite? Tecnicamente può fare la differenza. Ha una fisicità devastante, in quindici giorni sarà al meglio della condizione. Sarà determinante in campo e fuori".

"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

"La trattativa lunghissima del 2010? Parto per Barcellona dove ci sono Zlatan e Raiola ma non Sandro Rosell, il presidente del club. Era a Ibiza in vacanza ma grazie alla nostra grande amicizia lo convinsi a rientrare. Per scaramanzia il rituale fu lo stesso del 2008, quando tornai a Milano con Ronaldinho: partenza dall’aeroporto di Pisa, stesso hotel, stesso ristorante, il Botafumeiro, che ha ancora alla parete la mia foto con Dinho. Ricordo la villa in collina di Ibra dove andai per gli ultimi dettagli. Fu un grande affare: 24 milioni pagabili in 3 anni, l’anno prima il Barça lo aveva acquistato per più del doppio".

"I festeggiamenti dopo l'affare? Cena al ristorante. Quando vado a pagare nessuna delle mie due carte di credito funziona. Prova e riprova ma niente. Toccò pagare a Ibra, che mi guardava un po’ così. Ma lo rassicurai: stai sereno, i soldi ci sono. Allora rise come un pazzo".


"Chi scelse di separarsi? Certo non Ibra. Non voleva assolutamente andarsene. Fu ceduto per questioni di bilancio. Ha sempre deciso lui il proprio destino, tranne che in quell’occasione. Insieme fu scudetto il primo anno, l’ultimo del Milan prima della Juve dei record, e Supercoppa nel 2011. L’anno dopo arrivammo secondi, fu l’anno del gol di Muntari non dato in Milan-Juve a febbraio. Ma prima, nel mercato di gennaio, era tutto fatto per la cessione di Pato al Psg e l’arrivo di Tevez dal City. Un sogno, la coppia Ibra-Tevez. Saltò tutto e chissà cosa poteva essere. Credo che avremmo continuato a vincere, in quel periodo eravamo ancora davanti alla Juve. Cambiò la storia, Milan secondo. Si arriva all’estate 2012, quella dell’addio dei senatori".


"Cosa disse quando andò al PSG? Per un po’ di tempo è rimasto in silenzio. Ma qualche tempo dopo fece un’intervista in cui parlò benissimo di me e del nostro rapporto. Raccontò che alla vittoria del campionato entrai nello spogliatoio per scucire lo scudetto dalla maglia dell’Inter e darlo a loro: “Adesso questo è nostro”. Zlatan fu colpito, è uno dei tanti episodi che ci legano".

"Un mio messaggio a Ibra? Solo un saluto: bentornato guerriero!".

Tutto ciò è meraviglioso: Ibra torna al Milan, chi vanno ad intervistare? Maldini, Boban, Saitama, Singer? No, il Gallo.

:troll:
 
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Ancora Galliani, per l'ennesima volta, su Ibrahimovic. Le dichiarazioni del Senatore alla GDS in edicola oggi, 28 dicembre:"Ibra assomiglia ancora al giocatore che arrivò nel 2010? Zlatan ha una tale forza morale, un carisma, una determinazione per cui sarà sempre decisivo. In trentuno anni di storia rossonera non ho mai visto un giocatore appenderne al muro un altro perché non si impegnava abbastanza. Di liti ne ho viste eccome, ma mai qualcuno appeso al muro, nel senso letterale del termine. Ibra è così e lo farà ancora se vedrà un compagno non allenarsi al massimo. Anzi stavolta sentirà ancora di più questa responsabilità: Zlatan porterà aria pura".

"Sarà ancora giocatore da 56 gol in 85 partite? Tecnicamente può fare la differenza. Ha una fisicità devastante, in quindici giorni sarà al meglio della condizione. Sarà determinante in campo e fuori".

"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

"La trattativa lunghissima del 2010? Parto per Barcellona dove ci sono Zlatan e Raiola ma non Sandro Rosell, il presidente del club. Era a Ibiza in vacanza ma grazie alla nostra grande amicizia lo convinsi a rientrare. Per scaramanzia il rituale fu lo stesso del 2008, quando tornai a Milano con Ronaldinho: partenza dall’aeroporto di Pisa, stesso hotel, stesso ristorante, il Botafumeiro, che ha ancora alla parete la mia foto con Dinho. Ricordo la villa in collina di Ibra dove andai per gli ultimi dettagli. Fu un grande affare: 24 milioni pagabili in 3 anni, l’anno prima il Barça lo aveva acquistato per più del doppio".

"I festeggiamenti dopo l'affare? Cena al ristorante. Quando vado a pagare nessuna delle mie due carte di credito funziona. Prova e riprova ma niente. Toccò pagare a Ibra, che mi guardava un po’ così. Ma lo rassicurai: stai sereno, i soldi ci sono. Allora rise come un pazzo".


"Chi scelse di separarsi? Certo non Ibra. Non voleva assolutamente andarsene. Fu ceduto per questioni di bilancio. Ha sempre deciso lui il proprio destino, tranne che in quell’occasione. Insieme fu scudetto il primo anno, l’ultimo del Milan prima della Juve dei record, e Supercoppa nel 2011. L’anno dopo arrivammo secondi, fu l’anno del gol di Muntari non dato in Milan-Juve a febbraio. Ma prima, nel mercato di gennaio, era tutto fatto per la cessione di Pato al Psg e l’arrivo di Tevez dal City. Un sogno, la coppia Ibra-Tevez. Saltò tutto e chissà cosa poteva essere. Credo che avremmo continuato a vincere, in quel periodo eravamo ancora davanti alla Juve. Cambiò la storia, Milan secondo. Si arriva all’estate 2012, quella dell’addio dei senatori".


"Cosa disse quando andò al PSG? Per un po’ di tempo è rimasto in silenzio. Ma qualche tempo dopo fece un’intervista in cui parlò benissimo di me e del nostro rapporto. Raccontò che alla vittoria del campionato entrai nello spogliatoio per scucire lo scudetto dalla maglia dell’Inter e darlo a loro: “Adesso questo è nostro”. Zlatan fu colpito, è uno dei tanti episodi che ci legano".

"Un mio messaggio a Ibra? Solo un saluto: bentornato guerriero!".

Rabbrividisco.
 

Mic

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Voi lo vedrete come il diavolo ma io, pur sapendo ciò che hanno fatto gli ultimi tempi, non posso che emozionarmi quando il condor racconta questi aneddoti.
 

FiglioDelDioOdino

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Ancora Galliani, per l'ennesima volta, su Ibrahimovic. Le dichiarazioni del Senatore alla GDS in edicola oggi, 28 dicembre:"Ibra assomiglia ancora al giocatore che arrivò nel 2010? Zlatan ha una tale forza morale, un carisma, una determinazione per cui sarà sempre decisivo. In trentuno anni di storia rossonera non ho mai visto un giocatore appenderne al muro un altro perché non si impegnava abbastanza. Di liti ne ho viste eccome, ma mai qualcuno appeso al muro, nel senso letterale del termine. Ibra è così e lo farà ancora se vedrà un compagno non allenarsi al massimo. Anzi stavolta sentirà ancora di più questa responsabilità: Zlatan porterà aria pura".

"Sarà ancora giocatore da 56 gol in 85 partite? Tecnicamente può fare la differenza. Ha una fisicità devastante, in quindici giorni sarà al meglio della condizione. Sarà determinante in campo e fuori".

"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

"La trattativa lunghissima del 2010? Parto per Barcellona dove ci sono Zlatan e Raiola ma non Sandro Rosell, il presidente del club. Era a Ibiza in vacanza ma grazie alla nostra grande amicizia lo convinsi a rientrare. Per scaramanzia il rituale fu lo stesso del 2008, quando tornai a Milano con Ronaldinho: partenza dall’aeroporto di Pisa, stesso hotel, stesso ristorante, il Botafumeiro, che ha ancora alla parete la mia foto con Dinho. Ricordo la villa in collina di Ibra dove andai per gli ultimi dettagli. Fu un grande affare: 24 milioni pagabili in 3 anni, l’anno prima il Barça lo aveva acquistato per più del doppio".

"I festeggiamenti dopo l'affare? Cena al ristorante. Quando vado a pagare nessuna delle mie due carte di credito funziona. Prova e riprova ma niente. Toccò pagare a Ibra, che mi guardava un po’ così. Ma lo rassicurai: stai sereno, i soldi ci sono. Allora rise come un pazzo".


"Chi scelse di separarsi? Certo non Ibra. Non voleva assolutamente andarsene. Fu ceduto per questioni di bilancio. Ha sempre deciso lui il proprio destino, tranne che in quell’occasione. Insieme fu scudetto il primo anno, l’ultimo del Milan prima della Juve dei record, e Supercoppa nel 2011. L’anno dopo arrivammo secondi, fu l’anno del gol di Muntari non dato in Milan-Juve a febbraio. Ma prima, nel mercato di gennaio, era tutto fatto per la cessione di Pato al Psg e l’arrivo di Tevez dal City. Un sogno, la coppia Ibra-Tevez. Saltò tutto e chissà cosa poteva essere. Credo che avremmo continuato a vincere, in quel periodo eravamo ancora davanti alla Juve. Cambiò la storia, Milan secondo. Si arriva all’estate 2012, quella dell’addio dei senatori".


"Cosa disse quando andò al PSG? Per un po’ di tempo è rimasto in silenzio. Ma qualche tempo dopo fece un’intervista in cui parlò benissimo di me e del nostro rapporto. Raccontò che alla vittoria del campionato entrai nello spogliatoio per scucire lo scudetto dalla maglia dell’Inter e darlo a loro: “Adesso questo è nostro”. Zlatan fu colpito, è uno dei tanti episodi che ci legano".

"Un mio messaggio a Ibra? Solo un saluto: bentornato guerriero!".

Uhm... e per questioni di bilancio svendi Ibra e Silva? Facendo così precipitare anche gli introiti come un gatto che si mangia la coda?

Per il resto pare sincero.

Il Botafumeiro :ghign: chissà quante ne ha viste
 

Aron

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Ancora Galliani, per l'ennesima volta, su Ibrahimovic. Le dichiarazioni del Senatore alla GDS in edicola oggi, 28 dicembre:"Ibra assomiglia ancora al giocatore che arrivò nel 2010? Zlatan ha una tale forza morale, un carisma, una determinazione per cui sarà sempre decisivo. In trentuno anni di storia rossonera non ho mai visto un giocatore appenderne al muro un altro perché non si impegnava abbastanza. Di liti ne ho viste eccome, ma mai qualcuno appeso al muro, nel senso letterale del termine. Ibra è così e lo farà ancora se vedrà un compagno non allenarsi al massimo. Anzi stavolta sentirà ancora di più questa responsabilità: Zlatan porterà aria pura".

"Sarà ancora giocatore da 56 gol in 85 partite? Tecnicamente può fare la differenza. Ha una fisicità devastante, in quindici giorni sarà al meglio della condizione. Sarà determinante in campo e fuori".

"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

"La trattativa lunghissima del 2010? Parto per Barcellona dove ci sono Zlatan e Raiola ma non Sandro Rosell, il presidente del club. Era a Ibiza in vacanza ma grazie alla nostra grande amicizia lo convinsi a rientrare. Per scaramanzia il rituale fu lo stesso del 2008, quando tornai a Milano con Ronaldinho: partenza dall’aeroporto di Pisa, stesso hotel, stesso ristorante, il Botafumeiro, che ha ancora alla parete la mia foto con Dinho. Ricordo la villa in collina di Ibra dove andai per gli ultimi dettagli. Fu un grande affare: 24 milioni pagabili in 3 anni, l’anno prima il Barça lo aveva acquistato per più del doppio".

"I festeggiamenti dopo l'affare? Cena al ristorante. Quando vado a pagare nessuna delle mie due carte di credito funziona. Prova e riprova ma niente. Toccò pagare a Ibra, che mi guardava un po’ così. Ma lo rassicurai: stai sereno, i soldi ci sono. Allora rise come un pazzo".


"Chi scelse di separarsi? Certo non Ibra. Non voleva assolutamente andarsene. Fu ceduto per questioni di bilancio. Ha sempre deciso lui il proprio destino, tranne che in quell’occasione. Insieme fu scudetto il primo anno, l’ultimo del Milan prima della Juve dei record, e Supercoppa nel 2011. L’anno dopo arrivammo secondi, fu l’anno del gol di Muntari non dato in Milan-Juve a febbraio. Ma prima, nel mercato di gennaio, era tutto fatto per la cessione di Pato al Psg e l’arrivo di Tevez dal City. Un sogno, la coppia Ibra-Tevez. Saltò tutto e chissà cosa poteva essere. Credo che avremmo continuato a vincere, in quel periodo eravamo ancora davanti alla Juve. Cambiò la storia, Milan secondo. Si arriva all’estate 2012, quella dell’addio dei senatori".


"Cosa disse quando andò al PSG? Per un po’ di tempo è rimasto in silenzio. Ma qualche tempo dopo fece un’intervista in cui parlò benissimo di me e del nostro rapporto. Raccontò che alla vittoria del campionato entrai nello spogliatoio per scucire lo scudetto dalla maglia dell’Inter e darlo a loro: “Adesso questo è nostro”. Zlatan fu colpito, è uno dei tanti episodi che ci legano".

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In 36 ore hanno parlato in ordine Braida, Gandini e Galliani. Coincidenze? Noi di Voyager crediamo di no...
 

Controcorrente

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Avete costruito una storiella surreale.. rendetevene conto. Non esiste nessun presupposto numerico a ciò che sostenete, prendete una calcolatrice e fate due conti sull'eventuale convenienza di una finta operazione costata nella migliore delle ipotesi 600mln tra mercati, perdite etc.
 

Jino

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Tutto ciò è meraviglioso: Ibra torna al Milan, chi vanno ad intervistare? Maldini, Boban, Saitama, Singer? No, il Gallo.

:troll:

Giusto per far capire quanto valgono i nostri dirigenti, in tutti i sensi eh... Grazie bresidente per aver fatto tornare Zlatan :troll:
 

DMC

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"Volevo portarlo davvero al Monza? Verissimo. L’ho chiamato per proporgli un grande percorso insieme. Si è messo a ridere. Poi ha capito che non scherzavo e si è fatto serio. Ehm, capo...”. Ha declinato l’invito e scelto il Milan, per cui va bene così. Ha scelto una soluzione che mi fa contento allo stesso modo".

Non ci posso credere!! AHAH!
 

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