La parola chiave per i prossimi mese è: pazienza.
Se Berlusconi si o è stato convinto a cedere la maggioranza, ora si impunterà sul suo coinvolgimento nel nuovo Milan che verrà sia direttamente in qualità di presidente onorario sia indirettamente con la permanenza di Galliani in qualche ruolo.
Sappiamo, in base a ciò che emerge da alcune fonti, che i cinesi nomineranno un unico e nuovo AD in sostituzione di Barbara, che rimarrà solo nel CDA, e di Galliani. Tutto dipenderà da quanto i cinesi hanno pianificato questa operazione. Certamente hanno già in testa un business plan preciso e dettagliato in merito ad argomenti come nuovo stadio, quotazione in borsa o partnership commerciali. Resta da vedere se hanno già in mente il nome di uno o due dirigenti prettamente sportivi da inserire immediatamente.
Se si chiuderà a fine giugno, è difficile ipotizzare un inserimento così repentino di un nuovo DS. Più probabile una soluzione come quella vista lo scorso anno: affiancamento a Galliani in sede di mercato di una figura in rappresentanza dei nuovi proprietari. Se i cinesi volessero allontanare Galliani senza cacciarlo direttamente potrebbero "giocare sporco" nominando Maldini loro rappresentante. La convivenza tra i due sarebbe impossibile ma stavolta ad andarsene non sarebbe il nuovo arrivato, "protetto" dalla nuova maggioranza al potere.
In questo senso concordo con Toby rossonero. Galliani è indissolubilmente legato a Berlusconi. Senza di lui, a 71 anni d'età, non credo abbia voglia di essere continuamente messo in discussione e senza la possibilità di curare i suoi traffici in prima persona l'incentivo a rimanere sarà annullato. Terminato il period di interregno credo e spero che se ne andrà quasi spontaneamente.
Qualora non lo facesse, le sue mansion saranno così ridimensionate che sarà reso inoffensivo. I cinesi non hanno alcun interesse a spendere 90 milioni all'anno per rendere felici i suoi amici procuratori.