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Per quel che vale la mia famiglia è italiana da generazioni e pure del nord Italia, quindi non sono direttamente coinvolto. Quelli che descrivo sono semplicemente ideali. Ho avuto la fortuna di poter vedere in giro per il mondo cosa voglia dire crescere senza scuola, dovendo fare 100km in mezzi di fortuna per portare i figli da un medico che al confronto quelli fiorentini del '500 erano luminari, portare avanti una famiglia in catapecchie. Leggere violenza e banalizzazione espresse in toni arroganti mi attiva, purtroppo è più forte di me.Ho detto "sputare nel piatto dove si mangia", non "sputare sangue", che ha tutto un'altro significato.
Io non so chi sei e dove stai, ma suppongo dai tuoi discorsi che fai parte di quella gente che sta da noi, proveniente da altro posto o etnia.
Se non ti dispiace, sentire il mio paese venire accusato, dopo tutto quello che facciamo, mi fa innervosire e non poco. E a vedere il mio paese piombare nel degrado non ci sto. Vorresti mica farmi credere che, laddove c'è stata immigrazione massiva, hanno avuto una impennata di benessere, nevvero. In parecchi paesi mi sembra che non sono affatto contenti di questo fenomeno.
E a quanto pare non sono contenti nemmeno gli immigrati, roba da pazzi.
Per me possono venire qui anche tutti e 500 i milioni di persone che stanno in Africa, ammesso che la superficie del paese riesca a reggerne il peso. L'importante è che vivano bene, non deturpino l'ambiente, non rompano le scatole e contribuiscano al quieto vivere. E possibilmente non vorrei più sentire parlare di fasciorazzismo non appena si tocca qualcuno di questi, perché magari ha violentato una 90enne. Ma nemmeno le bestie si macchiano di queste oscenità.
Detto questo, non mi sembra molto opportuno, perché:
1)
Scaricare milioni di persone in un posto che sta durando fatica a gestire i suoi, di cittadini, non mi pare affatto cosa intelligente
2)
E' bene, all'interno di un mondo globale, che i popoli vivano nel loro luogo natio secondo i loro usi e tradizioni, poiché la diversità è una ricchezza e non una limitazione. E questa non è una opinione, caro mio, ma una cosa scientificamente provata. Ha mai sentito parlare della "Grande carestia irlandese", provocata alla base da una non diversificazione biologica? Poi ad una sobria mescolanza nessuno dice di no, guarda me che mi piacciono le donne orientali, per dirne una.
Io vorrei sapere che altro volete, a parte assumere in media un atteggiamento che non mi piace per niente. Cos'altro vuoi, che vada a vivere sotto un ponte, faccia la fame e devolva tutto per chi viene qui, adorandolo come un dio? Cosa non è chiaro di quello che ho scritto?
Ma guarda che razza di robe mi tocca scrivere.
L'immigrazione è un fenomeno molto complesso e spesso si tendono a fare discorsi un po' superficiali, secondo me.
La tutela della multiculturalità era un tema nel dibattito antropologico già negli anni '60, Levi-Strauss dovette affrontare delle grane non da poco con le istituzioni per aver dato il via a questo dibattito. Si tratta di una nozione vecchia di 60 anni, che in parte è stata superata.
L' americanizzazione culturale ci fa sentire i problemi della nostra realtà meno immediati, immersi come siamo nel mondo governato dai media prezzolati. E il nemico comune viene servito.
Come ho scritto, questa protesta ha sicuramente dietro qualcuno a muovere dei fili, qualcuno a cui fa comodo che in Francia ci sia casino in questo momento. Questo però non cancella il fatto che gli immigrati in Italia (parlo di quel che conosco) siano sottoposti a dinamiche di razzismo interiorizzato ogni giorno. E questo lo si vede in primis dalla ridicola legge sulla cittadinanza, piuttosto che dalla nostra incapacità di ritenere un figlio di africani o pakistani, nato in Italia, effettivamente italiano, solo per aver la pelle nera.
Molti dicono che essere italiani voglia dire essere cristiani (non me lo invento io). Si tratta di una concezione errata non solo dal punto di vista normativo, ma anche culturale. In epoca romana, la culla della nostra italianità evocata a più riprese anche dalla mitologia fascista, ad esempio tutte le religioni erano tollerate e processate secondo rituale proprio (basti vedere il culto di Cibele). L'italia non è un paese storicamente razzista, tolta la vergognosa parentesi mussoliniana, è un paese i cui cittadini si fanno abbindolare (da tutte le parti) dall'opinione pubblica dai media americanizzati, siamo una colonia a tutti gli effetti. Il razzismo parte da presupposti sbagliati non solo e non tanto sulla base di ideali (che sono sempre individuali), ma sulla base del progresso scientifico, che ha dimostrato (Lewontin) come il concetto di "razza" sia inconsistente.
Legare il discorso razzismo a quello della criminalità vuol dire impostare il discorso sul binario sbagliato, lo penso io e lo pensa l'antropologia moderna. Chiaro che bisogna fare un ragionamento che vada ben al di là dell'accoglienza a porte girevoli, sono il primo a non volere tutti qui. Ma quelli che sono qui trattiamoli con umanità. Quelli che stuprano e ammazzano vengano trattati come stupratori e assassini italiani di pelle bianca.
Io credo che queste persone manifestanti, in grandissima parte, non meritino insulti. La maggior parte di loro è gente che non sa nemmeno bene perché sta lì. Poi ci sono quelli che strumentalizzano. E infine ci sono anche quelli che invece si son rotti le palle di esser guardati con sospetto per il crimine di aver la pelle più scura. Se tu pensi che questa parte sia un'invenzione mia non ha senso discutere perché evidentemente viviamo in realtà alternative.