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esatto.Pensare che lo "spettacolo" visto ieri sera dipenda da una questione di ruoli e posizionamento in campo, a mio modestissimo parere, significa essere anni luce lontano dalla realtà. La sequenza di passaggi e controlli sbagliati, i buchi dettati dalla scarsa voglia di recuperare le posizioni difensive, la totale assenza di movimento senza palla, non hanno a che fare con gli schemi (che magari faranno anche pena), ma con la testa. E, così fosse, non è accettabile da professionisti di questo livello. Se non hai voglia, lo dici e alla prima occasione ti fai accompagnare alla porta minimizzando il danno per il club. Vivacchiare così, arpionando al contempo fior di stipendio, è inaccettabile. Non so se Fonseca abbia fatto bene a dirlo pubblicamente piuttosto che parlarne privatamente con la dirigenza (non sappiamo se lo aveva già fatto, peraltro), però quantomeno apprezzo l'evidente buona fede del suo sfogo, peraltro dopo una vittoria. Il tutto, ribadisco, secondo me.
Al netto delle capacità dell'allenatore, qua Fonseca è l'unico che sembra volere il bene del Milan.
Il resto tra dirigenti e calciatori (NESSUNO escluso) è un manipolo di menefreghisti che rubano soldi al club, tempo e speranze ai tifosi.
E se il loro impegno deriva solo ed esclusivamente dall'allenatore, per l'ennesima volta dico che allora dovremmo riformulare i contratti di tutti. Togliere 1-2 milioni agli stipendi di ogni calciatore in rosa e destinarli all'allenatore o al futuro sostituto dell'attuale allenatore.
Se tutto dipende da un uomo solo, questo uomo deve prendere 20-30 volte di più dei calciatori.
Un conto è la tattica, la confusione in campo, questo o quello schierato in posizione sbagliata, ecc. Un altro conto è invece l'impegno.
L'impegno non deve mai mancare e non può esistere alcuna scusa al mondo che possa far mancare l'impegno.
Ieri l'impegno è mancato sotto ogni punto di vista. Chi è sceso in campo non si è comportato (per alcuni pure per l'ennesima volta) da professionista pluripagato.