Uno dei punti essenziali è il linguaggio: migranti dà l'idea che cambiare paese sia naturale ma non è così.
Io ho 35 anni e ricordo benissimo che qualche anno fa erano "gli immigrati", non "i migranti".
Però immigrati significa "persone che volontariamente cambiano paese" e dunque possono essere anche respinte, mentre "migranti" significa persone che cambiano paese come se fosse naturale. Eppure l'homo sapiens è sedentario, non nomade, tranne rare eccezioni; e le frontiere sono inesistenti solo negli ideali: esistono e vanno fatte rispettare.
A ogni modo, l'obiettivo delle mie critiche non sono gli immigrati ma chi li vuole utilizzare:
A) come tori da monta che compensino la denatalità nazionale,
B) schiavi a costo quasi zero che costringano gli italiani ad accettare la decurtazione di diritti e retribuzioni.
Queste persone (intellettuali che forniscono le giustificazioni teoriche, politici che consentono dal punto di vista legislativo questa strategia e imprenditori che la sfruttano per abbassare i costi) sono i veri fascisti di oggi, non quattro nostalgici di Mussolini, cui viene data visibilità dai media solo per consentire ai partiti di governo di strillare al "fascismo di ritorno" pur di non parlare di lavoro e disoccupazione.
Dovessi mai averne il potere, li esilierei in Scandinavia: lì è il paradiso dei diritti di tutti. Ovviamente, divieto di rientro in patria se non da morti.