Con le due punte che diventerebbero d'obbligo ormai mi sono messo in testa quell'interpretazione del 442 con gli esterni offensivi che stringono la posizione e lasciano il campo ai terzini, diventando una sorta di 4222 sudamericano.
Quindi Kessie - Biglia in mezzo (possono starci benissimo, col primo che fa box-to-box ed il secondo che tiene la posizione come da loro caratteristiche), Bonaventura o Calhanoglu a sinistra e Suso a destra, che ricevono e vengono dentro a creare per le due punte.
Bisogna avere qualche anno forse, ma è esattamente l'evoluzione che ebbe Boban nella squadra della Champions 1994 per capirci.
Vedendo il modo in cui persino Antonelli interpretava il ruolo, ho come la sensazione che la difesa a 3 possa essere un falso problema perché ciò che Montella vuole da Conti e Rodriguez pare essere un po' un ritorno a quel periodo di Cafu e Serginho (con le debite proporzioni, ma volendo pure Pancaro) in cui almeno uno dei due attaccava alto ma si accettava persino che lo facessero entrambi contemporaneamente.
Bonucci e Musacchio (più di Romagnoli) per me sono perfetti per accettare di difendere anche il due contro due nell'eventuale transizione avversaria, si esaltano nelle preventive e nel leggere in anticipo cosa succede dopo una nostra palla persa.
Si spiega anche in questo senso il puntare forte su Zapata che è il migliore in velocità e nel recupero, mentre va paradossalmente più in tilt e si distrae in marcatura o nel seguire il taglio a difesa schierata.
Se mi passate un altro modello, anche Ancelotti al Real ad un certo punto fece una cosa simile, con due tra James, Isco e Bale ad alternarsi sull'esterno, Benzema e Cristiano davanti, in un continuo vortice di 442 che diventava 433 e viceversa.
Noi abbiamo quasi tutti gli uomini per fare quasi sistematicamente quel cambio, solo serve che una delle due punte talvolta accetti un lavoro sull'esterno almeno nella fase di non possesso, ed allora serve che metta mano Montella su qualcuno tra Kalinic, Andrè Silva ed il nuovo arrivo per chiedere loro quel sacrificio.
Non facile, ma stimolante.