Fase due e riapertura : si può tornare alla normalità?

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Ne parliamo ormai da giorni e ci confrontiamo da giorni su quanto sia difficile tornare alla vita di prima rispettando degli ‘step’ scientifici .

E’ chiaro che ci sono delle professioni e delle attività che pagano più di altre lo scotto di questa esperienza, ecco che allora mi chiedo e vi chiedo : si può riaprire rispettando delle normative? Si può trovare una soluzione scientifica che ci consenta di evitare il fallimento di tante imprese senza rischiare una nuova ondata di contagio?

Perché è indubbio che stando chiusi il virus non si diffonde ma è altrettanto ovvio che nel frattempo dilagano la crisi economica e la fame e il malumore della gente potrebbe sfociare anche in gesti estremi , essendo anche noi tutti esiliati in una condizione di non-vita.

Questo forum ha sempre avuto il pregio di anticipare alcune criticità , di sgamare le solite nefandezze ma anche di proporre idee originali, proviamo allora a proporre qualcosa di costruttivo settore per settore anche sulla base dell’esperienza lavorativa o di frequentazione di ognuno di noi.

Ovviamente si accettano idee e proposte anche per la vita sociale, le attività sportive e tutti quei tipi di interessi che hanno sempre animato la nostra vita.
 
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Inizio io .

Capitolo parrucchieri, estetisti e similari.

Non se ne esce. La delicatezza , la ‘vicinanza’ e ,oserei dire, l’intimità tipiche di queste professioni, col contatto diretto coi clienti, fanno di questi lavoratori dei potenziali e micidiali untori.
Secondo me è una categoria di lavoratori che va ‘mappata’.
Tampone a tappeto per tutti e controllo poi a cadenza settimanale.
A quel punto poi potrebbero lavorare su appuntamento senza creare aggregamento nella sale di attesa.
Le clienti e i clienti della settimana vanno tutti registrati e in caso di ‘positività’ bisogna esser in grado di risalire a tutti i contatti.
E’ dura, impegnativo ma con un po’ di impegno si può fare.
Le clienti hanno un rapporto 1:1 con colei/colui che taglia i capelli ma non entrano in contatto tra di loro.
Rischio ridotto, contatti rintracciabili.

Capitolo ristoratori , bar, pub ecce ecc.

Sono luoghi per antonomasia di aggregamento, fanno parte della nostra vita e delle nostre abitudini.
Mangiare a stretto contatto con persone potenzialmente positive è un rischio.
Individuerei il rischio però solo tra coloro che siedono a tavoli diversi perché va da sé che un gruppo di persone ( due o più di due ) che occupano lo stesso tavolo hanno rapporti tra loro e quindi è già inutile parlare di ‘distanza’.
Imporrei quindi delle barriere tra tavoli e farei lavorare solo su prenotazione con contatti tutti rintracciabili tra i frequentatori di una serata.
Ovviamente per ristoratori, camerieri, ecc ecc tampone settimanale.
La logica è che i ristoratori entrano potenzialmente in contatto con tutti gli ospiti, gli ospiti di un gruppo entrano in contatto tra loro ma compagnie diverse sono separate dalle barriere.
Impensabile sostare al bancone per gustare una birra, non in questa fase. Si consuma solo ai tavoli.
Difficile lavorare con l’aerazione di ogni tavolo nel rispetto della barriere e delle distanze ma non impossibile.
Si perdono certamente posti rispetto alla normalità ma è uno scotto da pagare.
Ovviamente per adibire i locali e renderli a norma lo stato deve collaborare con agevolazioni fiscali.

Capitolo chiese, messe e funzioni religiose :

La religione è importante nel nostro paese. Impossibile creare barriere , come è impossibile rintracciare i contatti per una questione di età media e di fedeli.
Bisogna sedere a distanza e portare la mascherina. Posti segnati per evitare problematiche.
Magari se una messa non dovesse bastare se ne possono dire più di una e soddisfare le esigenze di tutti.

Sport amatoriale , dilettantistico , palestre.

Impensabile fare sport al chiuso per una questione di vicinanza, sforzo fisico, respirazione , sudorazione, aggregamento, impossibilità ad allenarsi con la mascherina.
Concederei alle palestre la possibilità di lavorare se hanno modo di organizzarsi all’aperto rispettando le distanze di sicurezza e sanificando attrezzi e oggetti.
Tutti gli sport all’aperto sono relativamente sicuri se individuali.
Gli sport di squadra per ora non li vedo praticabili tra gli amatoriali.
Si potrebbe lavorare su gruppi ristretti e rintracciabili, magari senza usare gli spogliatoi ma è molto delicata la faccenda ed è difficile controllare la situazione.

Sport professionistici di squadra

C’è una minima possibilità di giocare solo tracciando tutti i giocatori e membri dello staff, chiudendoli in una campana di vetro e monitorandoli spesso.
Molto impegnativo, molto rischioso, molto costoso.



Si evince chiaramente come per un approccio scientifico contro l’emergenza coronavirus il vero e unico alleato potrebbe essere la tecnologia.
Tracciare spostamenti, incontri, incroci forse viola la privacy ma aiuta a bruciare i tempi.
 

markjordan

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x una ripresa decente ci vorrebbero molti soldi e molta organizzazione dall'alto , le idee ci sono , la vedo male
 

Lambro

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Bravo Diavolo, bel post.
Ma rimane un enorme problema secondo me.
Tutto il sistema ,tasse e guadagni, stipendi e spese, è basato sull'afflusso di clienti, piu' gente entra piu' hai speranze di andare avanti, se ti va bene anche di metter via qualche soldo e di fare una bella vita.
Se , come detto già da molti ristoratori, si prevedono cali del 70% rispetto a prima, tutto il sistema va in clamorosa difficoltà.
Per loro l'unica speranza è impolpare i clienti con il delivery, non vedo altre possibilità al momento per la ristorazione.
Per i parrucchieri, è sicuramente giusto quello che dici, dovranno essere sottoposti a tamponi settimanali e chiusure immediate in caso di positività, con tracciamento immediato dei clienti.
Per come la vedo io , clienti molto affezionate come le anziane ridurranno di molto le presenze, per paura.
Perderanno molto anche loro, e come faranno poi a gestire tasse stipendi affitti, diventa veramente complicatissimo.
Per lo sport amatoriale di squadra sono d'accordo con te, lo vedo impossibile.
Quello singolare amatoriale si puo' fare, ma ovviamente la doccia la devi fare a casa e casomai ti devi cambiare in macchina o roba del genere.
Ovviamente su tutti deve assolutamente DEVE esserci un calo delle tasse, a partire da quella del pattume che è allucinante per certi settori e completamente fuori da ogni ragionamento logico.
In generale , cmq, una vita di m , veramente di m, rispetto a prima.
 
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Come vedrei io la serie A in tempi di coronavirus.

Si sceglie una regione, verosimilmente non una tra quelle che hanno pagato a caro prezzo questa emergenza sanitaria.
Si individuano quindi dei centri sportivi che possono ospitare le squadre e dei campi sui quali giocare.
4-5 stadi in tutto bastano e avanzano.

Si inizia con una mappatura tra tutti i tesserati che partono in ritiro : giocatori, dirigenti, staff tecnico, cuochi, massaggiatori. Tutti insomma.
Tampone per tutti e poi partenza verso la sede del ritiro, inaccessibile ai tifosi.
Discorso simile per le terne arbitrali, per i giornalisti e per le televisioni che avranno il compito di seguire l’evento, trasmetterlo e stare presso i ritiri per raccontare la quotidianità.
La formula è : tutti quelli che entrano sono monitorati e nessuno esce prima della fine della competizione.
Per i terreni di gioco opterei per quelli dal fondo sintetico che consentono anche più partite in un giorno rispetto a quelli in erba naturale.


La formula :

Si congela la classifica della serie A all’ultima giornata giocata interamente e si lavora alla composizione di 4 gironi da 5 squadre con le prime 4 della classe che occupano i gironi A -B- C- D e cosi via fino ad arrivare all’ultima in classifica.
Ogni girone composto quindi da 5 squadre con 2 partite per ogni giornata calcistica e la ‘quinta’ che riposa.
5 giornate calcistiche quindi per due partite per turno con in tutto 10 partite nella prima fase. Gironcino di sola andata.
Alla fine della varie partite dei gironcini ( 40 partite in tutto) si creano degli abbinamenti per giocarsi i vari titoli : scudetto, qualificazione alle coppe, salvezza.
I criteri si scelgono in base a quanto si vuole giocare.

Effetto stadio :

Farei occupare gli spalti dalle squadre che non giocano e dagli altri dirigenti. Un po’ come accade nei tornei giovanili. In un periodo in cui il calcio perde i suoi tifosi deve fare da sè per non perdere i colori tipici dello stadio. Non dico debbano tifare ma già occupare le tribune donerebbe un po’ di normalità rispetto a quelle inquadrature spettrali degli stadi vuoti.

Una sorta di mondiale per club che, a mio parere, in questo periodo di grande criticità potrebbe regalare lustro al nostro calcio, potrebbe regalare spettacolo, consentirebbe di terminare la stagione e forse aiuterebbe noi tutti ad assaporare un po’ di normalità.
Progetto però costoso, ambizioso e molto impegnativo.

Non credo invece ci sia la possibilità di giocare le canoniche dieci partite su dieci stadi e in 10 città come eravamo abituati prima dell’emergenza coronavirus.
Se la serie A stesse spingendo per giocare come si era abituati prima dello stop forzato per me sarebbe una follia e non ci sarebbero nemmeno le condizioni per mettersi a un tavolo.
Delle volte bisogna fare di necessità virtù guardando in faccia la realtà.
 
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