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La Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 15 dicembre 2017, ha intervistato quattro ex portieri rossoneri, Amelia, Albertosi, Galli e Ielpo, sulla vicenda Donnarumma. Ecco le loro opinioni, in merito:
Galli:"Non è giusto che tutto ricada sulle spalle di un diciottenne, anche perché chi ci dice che abbia davvero autorizzato le lettere all’avvocato? Dalle sue prestazioni o dagli atteggia*menti non ho mai percepito malcontento. Intendo ribellarmi a un punto, e cioè che gli sportivi siano dei tonti. Puoi sbagliare una volta, se sei giovane. Ma non due e non sulla stessa questione. Se il tuo manager riporta un pensiero contrario al tuo sei libero di querelarlo. A meno che lui stesso non conosca cose che nessuno sa. Mi dispiace ma se ogni sei mesi siamo a questo punto ce ne faremo una ragione, il Milan ha vinto sette coppe dei campioni anche senza Donnarumma. Se il discorso riguarda i soldi è sbagliato alla base: se Gigio guadagna quasi sei milioni all’anno, Buffon dovrebbe prenderne venti. Se il discorso riguarda la competitività della squadra, pure: il Milan è settimo ma tu ne fai parte".
Amelia:"Gigio ha bisogno di ritrovare serenità. E la serenità si trova quando si hanno le idee chiare. Una soluzione esiste sempre, e la si trova con buonsenso, volontà e dialogo. Se decidessero di proseguire insieme sarebbe necessario appianare definitivamente tutte le divergenze per evita* re ulteriori strascichi dannosi per la società, per la squadra e per il giocatore. Se viceversa le strade si dovessero separare, diventerebbe indispensabile chiarire le circostanze che hanno portato alla separazione anche a beneficio dei tifosi. Ruolo ed età però non c’entrano. A vent’anni Ibrahimovic rifiutò di fare un provino con l’Arsenal di Wenger. Gigio deve scegliere con attenzione ciò che ritiene sia meglio per sé e per il suo futuro, senza dimenticare che la maglia del Milan ha un valore e una storia che vanno rispettati. Chi lo critica gli sta dimostrando quanto tiene a lui".
Albertosi:"La situazione è assurda, è impossibile che un diciottenne con quei guadagni si faccia manovrare cosi. Dica chiaramente che vuole restare. Siccome Raiola è un signor procuratore che gli ha fatto guadagnare 6 milioni all’anno per i prossimi quattro è giusto lo tenga al suo fianco. Ma uno che guadagna quei soldi deve essere bravissimo, neanche Buffon ha uno stipendio come il suo. Donnarumma è già bravo ma deve diventarlo ancora più bravo. A 18 anni mi rode pensare che abbia personalità per difendere la porta e guidare la difesa e non per prendere una posizione netta fuori. Dica chiaramente: “Voglio restare qui!”.
Ielpo:"Giocare coi fischi dei tifosi, specie per un portiere, è complicato. Il portiere è un solista, è vicino alla gente e ha tempo per pensare a cosa gli succede intorno, visto che in partita non è sempre coinvolto. Mettere in discussione un contratto appena firmato, se così fosse, è certamente ingiusto. Come lo è imporgli di lasciare il suo procuratore, è una scelta personale. Quello che gli si può chiedere è massima chiarezza: dica che la sua parola è quella che sta scritta sul contratto e basta. Ma è anche vera un’altra cosa: se vale sei milioni all’anno deve stare nei top club al mondo, come i pochi suoi colleghi che hanno quei compensi. Se il Milan torna in alto bene, altrimenti Ggio se ne andrà: certo, c’è modo e modo di farlo".
Galli:"Non è giusto che tutto ricada sulle spalle di un diciottenne, anche perché chi ci dice che abbia davvero autorizzato le lettere all’avvocato? Dalle sue prestazioni o dagli atteggia*menti non ho mai percepito malcontento. Intendo ribellarmi a un punto, e cioè che gli sportivi siano dei tonti. Puoi sbagliare una volta, se sei giovane. Ma non due e non sulla stessa questione. Se il tuo manager riporta un pensiero contrario al tuo sei libero di querelarlo. A meno che lui stesso non conosca cose che nessuno sa. Mi dispiace ma se ogni sei mesi siamo a questo punto ce ne faremo una ragione, il Milan ha vinto sette coppe dei campioni anche senza Donnarumma. Se il discorso riguarda i soldi è sbagliato alla base: se Gigio guadagna quasi sei milioni all’anno, Buffon dovrebbe prenderne venti. Se il discorso riguarda la competitività della squadra, pure: il Milan è settimo ma tu ne fai parte".
Amelia:"Gigio ha bisogno di ritrovare serenità. E la serenità si trova quando si hanno le idee chiare. Una soluzione esiste sempre, e la si trova con buonsenso, volontà e dialogo. Se decidessero di proseguire insieme sarebbe necessario appianare definitivamente tutte le divergenze per evita* re ulteriori strascichi dannosi per la società, per la squadra e per il giocatore. Se viceversa le strade si dovessero separare, diventerebbe indispensabile chiarire le circostanze che hanno portato alla separazione anche a beneficio dei tifosi. Ruolo ed età però non c’entrano. A vent’anni Ibrahimovic rifiutò di fare un provino con l’Arsenal di Wenger. Gigio deve scegliere con attenzione ciò che ritiene sia meglio per sé e per il suo futuro, senza dimenticare che la maglia del Milan ha un valore e una storia che vanno rispettati. Chi lo critica gli sta dimostrando quanto tiene a lui".
Albertosi:"La situazione è assurda, è impossibile che un diciottenne con quei guadagni si faccia manovrare cosi. Dica chiaramente che vuole restare. Siccome Raiola è un signor procuratore che gli ha fatto guadagnare 6 milioni all’anno per i prossimi quattro è giusto lo tenga al suo fianco. Ma uno che guadagna quei soldi deve essere bravissimo, neanche Buffon ha uno stipendio come il suo. Donnarumma è già bravo ma deve diventarlo ancora più bravo. A 18 anni mi rode pensare che abbia personalità per difendere la porta e guidare la difesa e non per prendere una posizione netta fuori. Dica chiaramente: “Voglio restare qui!”.
Ielpo:"Giocare coi fischi dei tifosi, specie per un portiere, è complicato. Il portiere è un solista, è vicino alla gente e ha tempo per pensare a cosa gli succede intorno, visto che in partita non è sempre coinvolto. Mettere in discussione un contratto appena firmato, se così fosse, è certamente ingiusto. Come lo è imporgli di lasciare il suo procuratore, è una scelta personale. Quello che gli si può chiedere è massima chiarezza: dica che la sua parola è quella che sta scritta sul contratto e basta. Ma è anche vera un’altra cosa: se vale sei milioni all’anno deve stare nei top club al mondo, come i pochi suoi colleghi che hanno quei compensi. Se il Milan torna in alto bene, altrimenti Ggio se ne andrà: certo, c’è modo e modo di farlo".