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Il direttore esecutivo Guido Rasi dell'Agenzia europea per il farmaco,cioè chi deciderà sui vaccini da distribuire in Europa,a Repubblica ammonisce i politiche annunciano vaccino a dicembre e rilancia:
"Se i governi non preparano subito piani per la vaccinazione rischiamo di rallentare il processo di 4-5 mesi e di pagare l’inazione, così come oggi scontiamo alcuni errori del recente passato
Tecnicamente è ancora possibile entro Natale, ma è estremamente difficile se non improbabile.
Le case farmaceutiche non ci hanno ancora presentato i dati clinici delle sperimentazioni e praticamente siamo a novembre.
Se tutto andrà liscio potremo autorizzare i primi vaccini tra gennaio e febbraio.
Ne abbiamo tre che hanno completato o stanno per completare la terza fase della sperimentazione: Moderna, AstraZeneca e Pfizer.
Ora devono analizzare i dati e compattarli.
Se entro fine novembre ci manderanno informazioni chiare e inequivocabili potremo farcela appunto tra fine gennaio e inizio febbraio.
Poi si potrebbe iniziare a vaccinare subito le categorie a rischio
mentre per il resto della popolazione si può ipotizzare per metà 2021.
O meglio: entro l’estate inizieremo ad avere abbastanza vaccinati per vedere gli effetti sulla pandemia
per vaccinare 400 milioni di persone servono 500-600 milioni di dosi e averle entro la fine del prossimo anno non sarà possibile
Anche se oggi non è possibile prevedere quando arriveremo all’immunità di massa, sono certo che sconfiggeremo il virus.
Ma la velocità dipende dall’efficienza dei vaccini, dalla bontà dei piani vaccinali dei governi, da quelli per la comunicazione mirata a convincere le persone a vaccinarsi e dal monitoraggio per tarare le strategie vaccinali e aumentarne l’efficacia.
Sicuramente a fine 2021 avremo una vita molto più gestibile: potremmo arrivare a sconfiggere del tutto il Sars-Cov2 con un’immunità di massa oppure le sue mutazioni potrebbero renderlo simile alla normale influenza, con la necessità di preparare un vaccino all’anno
"Se i governi non preparano subito piani per la vaccinazione rischiamo di rallentare il processo di 4-5 mesi e di pagare l’inazione, così come oggi scontiamo alcuni errori del recente passato
Tecnicamente è ancora possibile entro Natale, ma è estremamente difficile se non improbabile.
Le case farmaceutiche non ci hanno ancora presentato i dati clinici delle sperimentazioni e praticamente siamo a novembre.
Se tutto andrà liscio potremo autorizzare i primi vaccini tra gennaio e febbraio.
Ne abbiamo tre che hanno completato o stanno per completare la terza fase della sperimentazione: Moderna, AstraZeneca e Pfizer.
Ora devono analizzare i dati e compattarli.
Se entro fine novembre ci manderanno informazioni chiare e inequivocabili potremo farcela appunto tra fine gennaio e inizio febbraio.
Poi si potrebbe iniziare a vaccinare subito le categorie a rischio
mentre per il resto della popolazione si può ipotizzare per metà 2021.
O meglio: entro l’estate inizieremo ad avere abbastanza vaccinati per vedere gli effetti sulla pandemia
per vaccinare 400 milioni di persone servono 500-600 milioni di dosi e averle entro la fine del prossimo anno non sarà possibile
Anche se oggi non è possibile prevedere quando arriveremo all’immunità di massa, sono certo che sconfiggeremo il virus.
Ma la velocità dipende dall’efficienza dei vaccini, dalla bontà dei piani vaccinali dei governi, da quelli per la comunicazione mirata a convincere le persone a vaccinarsi e dal monitoraggio per tarare le strategie vaccinali e aumentarne l’efficacia.
Sicuramente a fine 2021 avremo una vita molto più gestibile: potremmo arrivare a sconfiggere del tutto il Sars-Cov2 con un’immunità di massa oppure le sue mutazioni potrebbero renderlo simile alla normale influenza, con la necessità di preparare un vaccino all’anno