Elliott: doppia irritazione con arabi (rinunciano?) Altri soggetti interessati.

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Io credo anche che dobbiamo fare i conti con l'amara realtà: oggi il Milan è una vetrina per speculatori e avventurieri.. Mi spiego meglio, la serie a e in generale l'Italia (vedi questione stadio) non sono un ambiente adatto allo sviluppo di progetti vincenti.. Alla fine investitori seri guardano alla premier o alla Bundesliga se vogliono entrare nel calcio con progetti sportivi ambiziosi.. Da noi si affecciano invece quelli che vogliono solo tentare la scalata della vita perché come milan potremmo dare possibilità di crescita economica e comunque dare anche enorme visibilità.. Ma se poi va male a questi frega poco nulla, scappano col malloppo o ci mollano nella melma..
Da sto punto di vista almeno Elliott è una garanzia di solidità e ha una reputazione da non compromettere..
Mi ero illuso su questi arabi ma credo che Elliott li abbia stanati subito, non ci vedo garanzie concrete né futuro roseo anzi si rischia davvero un yogurt li bis se si presentano con operazione tutta a debito, mercato scriteriato e conti mandati a donne di facili costumi..
Attualmente abbiamo una proprietà solida e una chiara idea progettuale, abbiamo l'unico limite del fatturato ancora troppo basso ma se tornano i risultati sportivi gli sponsor miglioreranno..
Non voglio essere pessimista ma tra Elliott e avventurieri dell'ultima ora mi tengo i primi
Penso che sia sbagliata la prospettiva. Quel che può attirare non è il Milan in sé, ma il progetto del nuovo quartiere San Siro.
Qui a Milano abbiamo l’esempio recente del quartiere Porta Nuova il cui progetto valeva più di due miliardi e sul quale si è fiondato il fondo Qatar Investment Authority, all’inizio con una quota e poi si è preso tutto dagli altri fondi e investitori che partecipavano al progetto.
Io ovviamente non so nulla né della trattativa né delle intenzioni dei soggetti di cui si vocifera l’interesse, ma qui in gioco non c’è solo l’ AC Milan ma un intero quartiere. Quindi non trovo né strano né preoccupante che un fondo che opera nel settore immobiliare(stando a wiki nel corso degli anni hanno acquisito proprietà in giro per il mondo per un valore di 21 miliardi) e delle infrastrutture possa avere interesse all’acquisizione del nostro club.
Da quel che poi leggo, quelli di Investcorp non mi sembrano degli “avventurieri”.
 

Marilson

Milano vende moda
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Ma qualcuno ha il numero di cellulare di Abramovich? S'è liberato del Chelsea ed ha incassato anche un bel pò di danaruzzi.......
Abramovic dalla cessione del Chelsea non prendera' neanche una sterlina. Ha perso tutto quello che ha investito.
 

Marcex7

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Forse perchè c'è a prospettiva stadio/speculazione edilizia???
Oramai lo stadio è competenza di focus,assieme allo Yeti e al mostro di Lochness.
Se la prospettiva degli americani è guadagnare nel 2078,allora il tuo ragionamento non fa una piega
 

danjr

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Tuttosport in edicola: La frustata di Investcorp di ieri, con la quale il fondo interessato al Milan ha dato un ultimatum a Elliott per l’accettazione della propria offerta d’acquisto del club rossonero, non ha portato reazioni di sorta. Anzi, al massimo ha avuto un effetto boomerang, visto che ai manager di Elliott non piace muoversi per vie mediatiche ma preferiscono farlo nei canali opportuni. Non
c’è stata reazione e non c’è stata risposta davanti all’offerta che prevede, come rivelato dal Sole 24 Ore, 400milioni di term facility, 4-500 milioni di preferred equity e altri 3-400 milioni di common equity. Insomma, la proposta di Investcorp – dentro la quale ci dovrebbe essere anche il fondo Ares– non è proprio in linea con quella che gli stessi arabi avevano prospettato all’inizio della contrattazione,
quando accettarono la valutazone da 1.1 miliardi del Milan fatta da Elliott, poi arrivata a 1.2 secondo lo schema enunciato. Di conseguenza, ad oggi, si vive una situazione di stallo che non turba minimamente né la proprietà del club né, tantomeno, la squadra che è fortemente concentrata sulla partita di domani contro l’Atalanta. Ciò che traspare è che le prossime due settimane ci potranno essere delle nuove schermaglie, ma che si sia lontani dall’accelerata decisiva anche perché, nel mentre, si sono fatti avanti nuovi soggetti come RedBirdCapital, ma anche altri che non sono ancora emersi e che stanno prendendo informazioni per capire se effettuare una manifestazione d’interesseomeno. I Milan, di sicuro, è un club appetibile ed è quello più forte tra quelli scalabili e comprabili. Ne va da sè che qualora le trattative dovessero scollinare il mese di maggio, Elliott si troverebbe a dover gestire il prossimo
mercato estivo e a procedere al rinnovo dei contratti di Paolo Maldini e Ricky Massara, che vedranno scadere i loro legami con il Milan il prossimo 30 giugno. Ivan Gazidis, invece, ha il contratto in scadenza a novembre e per lui ci sarebbe ancora del tempo per decidere cosa fare.

Di certo c’è che Elliott non ha intenzione di cedere il Milan a qualcuno che lo possa dare a garanzia, come accadde conYonghong Li ai tempi proprio con il fondo dei Singer, che ne divennero proprietari attraverso l’escussione del pegno nell’estate del2018. Lo stesso Mr. Li, di recente, è tornato a farsi vivo tramite una diffida nel tentativo di recuperare i soldi ,ovvero la differenza tra il valore del Milan quattro anni fa – 740 milioni – e quello attuale stimato in 1.2 miliardi. Questa azione legale, però, non comporterebbe noie nella cessione del club visto che si tratterebbe di qualcosa tra il cinese e Elliott.

Repubblica: L’asta Investcorp-Red Bird Capital, col fondo arabo contrariato con la proprietà (il fondo americano Elliott) e pronto alla rinuncia se il prezzo di vendita dovesse salire oltre 1-1.2 miliardi di euro, dopo l’ingresso sulla scena della società Usa Red Bird Capital

CorSport: la possibile acquisizione del Milan è ormai una piazza virtuale in cui piomba ogni giorno un retroscena, spesso in contrasto col precedente, o l’indiscrezione clamorosa uscita da chissà dove. In realtà, si lavora all’operazione in stanze chiuse da cui le parti non lasciano trapelare nulla e gli advisor sono vincolati al più rigoroso segreto professionale. Si sa con certezza dell’esistenza di due proposte (Investcorp e RedBird) pervenute alla proprietà nelle ultime settimane. La stampa finanziaria internazionale ne ha riferito, divulgando cifre da non prendere al centesimo (come spiegheremo più avanti), precisando che Investcorp ha go- duto per 15 giorni di un’esclusi- va ormai scaduta. L’esistenza di due acquirenti è stata confermata da Scaroni: pur non essendo un decisore nell’affare, il presidente del Milan è comunque a conoscenza dei fatti. Scaroni ha precisato che «ci vuole del tem- po per completare il perimetro delle offerte, capirle bene e per compararle»? Che significa «perimetro dell’offerta»? In un’acquisizio- ne il prezzo è uno degli elementi dell’offerta, non sempre il più importante. Spesso le proposte contengono dettagli sulla struttura finanziaria: pagamento in cash o attraverso carta (escluso tra due fondi) ma anche l’eventuale presenza di prestiti-ponte concessi da banche o investitori finanziari (da negoziare), finan- che l’accensione di debito in capo alla società acquisita che configura tecnicamente un LBO (leveraged buy out): comprare una società attraverso debito da mettere a carico della stessa società. Elliott ha fatto sapere di non essere disponibile a tale struttura. Altro elemento in gioco è il timing dei pagamenti, non tanto come dilazione ma in rapporto a elementi che configurino compartecipazioni nel rischio tra compratore e venditore. È il caso delle clausole di earn-out che condizionano parte del prezzo al raggiungimento, negli anni, di specifici obiettivi (fatturato, utile ecc.). Perciò sarebbe sbagliato pensare che Elliott abbia esclusivo interesse a incassare il corrispettivo massimo dall’operazione: la gestione futura può danneggiare il venditore che può ritenere di tutelarsi. Ecco perché, in certi casi, si preferiscono offerte di valore inferiore se quella più alta contiene condizioni rischio-
se. Non ha dunque senso ipotizzare confronti di prezzo in base a illazioni piuttosto casuali, senza conoscere i dettagli delle proposte. Sul presunto ultimatum che Investcorp avrebbe lanciato a Elliott, occorre ricordare che l’aut- aut a mezzo stampa è quanto di più lontano dalla dialettica tra due controparti finanziarie di tale profilo. In una trattativa l’ultimatum si dà semmai invian- do una proposta vincolante valida entro un termine di alcuni giorni. Su quella il venditore deve valutare la convenienza ad accettarla o meno. Qualcuno ci ha visto una exit strategy di Investcorp non riuscendo a mettere in piedi una proposta ma siamo nel campo delle illazioni Che Elliott tentenni o invece rilanci, perché sorpreso dal prezzo dell’operazione Chelsea, pare francamente inverosimile. Intanto perché la cessione dei Blues era in pista da due mesi, l’ordine di grandezza noto da tempo nella comunità finanziaria e anticipato dalla stampa. Poi perché le esitazioni di una parte sono in genere interrotte da una proposta vincolante a breve scadenza. In tutto ciò, è nata una nuova categoria di tifosi: quelli di un potenziale azionista rispetto all’altro. Agitati da aspettative irrealistiche sulle capacità di spesa per il mercato, fuorviati da informazioni irrilevanti (gli asset in getione del fondo assunti a metro della potenza di fuoco), suggestionati da luoghi comuni (arabi spendaccioni e americani parsimoniosi). Come già scritto, in realtà, chi prenderà il Milan ne acquisterà anche la gestione virtuosa condotta da Elliott in questi anni. Farà differenza la capacità di incrementarne i ricavi o di competere ottimizzando le risorse, cosa che la dirigenza rossonera ha dimostrato di fare con maestria. Sull’esito della trattativa, in assenza di notizie, sarebbe meglio abbassare i toni e concentrarsi sul finale di stagione
Maledetti, ci provano in tutti i modi a destabilizzare l’ambiente… è fuoco incrociato da tutte le direzioni
 

Nomaduk

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Tuttosport in edicola: La frustata di Investcorp di ieri, con la quale il fondo interessato al Milan ha dato un ultimatum a Elliott per l’accettazione della propria offerta d’acquisto del club rossonero, non ha portato reazioni di sorta. Anzi, al massimo ha avuto un effetto boomerang, visto che ai manager di Elliott non piace muoversi per vie mediatiche ma preferiscono farlo nei canali opportuni. Non
c’è stata reazione e non c’è stata risposta davanti all’offerta che prevede, come rivelato dal Sole 24 Ore, 400milioni di term facility, 4-500 milioni di preferred equity e altri 3-400 milioni di common equity. Insomma, la proposta di Investcorp – dentro la quale ci dovrebbe essere anche il fondo Ares– non è proprio in linea con quella che gli stessi arabi avevano prospettato all’inizio della contrattazione,
quando accettarono la valutazone da 1.1 miliardi del Milan fatta da Elliott, poi arrivata a 1.2 secondo lo schema enunciato. Di conseguenza, ad oggi, si vive una situazione di stallo che non turba minimamente né la proprietà del club né, tantomeno, la squadra che è fortemente concentrata sulla partita di domani contro l’Atalanta. Ciò che traspare è che le prossime due settimane ci potranno essere delle nuove schermaglie, ma che si sia lontani dall’accelerata decisiva anche perché, nel mentre, si sono fatti avanti nuovi soggetti come RedBirdCapital, ma anche altri che non sono ancora emersi e che stanno prendendo informazioni per capire se effettuare una manifestazione d’interesseomeno. I Milan, di sicuro, è un club appetibile ed è quello più forte tra quelli scalabili e comprabili. Ne va da sè che qualora le trattative dovessero scollinare il mese di maggio, Elliott si troverebbe a dover gestire il prossimo
mercato estivo e a procedere al rinnovo dei contratti di Paolo Maldini e Ricky Massara, che vedranno scadere i loro legami con il Milan il prossimo 30 giugno. Ivan Gazidis, invece, ha il contratto in scadenza a novembre e per lui ci sarebbe ancora del tempo per decidere cosa fare.

Di certo c’è che Elliott non ha intenzione di cedere il Milan a qualcuno che lo possa dare a garanzia, come accadde conYonghong Li ai tempi proprio con il fondo dei Singer, che ne divennero proprietari attraverso l’escussione del pegno nell’estate del2018. Lo stesso Mr. Li, di recente, è tornato a farsi vivo tramite una diffida nel tentativo di recuperare i soldi ,ovvero la differenza tra il valore del Milan quattro anni fa – 740 milioni – e quello attuale stimato in 1.2 miliardi. Questa azione legale, però, non comporterebbe noie nella cessione del club visto che si tratterebbe di qualcosa tra il cinese e Elliott.

Repubblica: L’asta Investcorp-Red Bird Capital, col fondo arabo contrariato con la proprietà (il fondo americano Elliott) e pronto alla rinuncia se il prezzo di vendita dovesse salire oltre 1-1.2 miliardi di euro, dopo l’ingresso sulla scena della società Usa Red Bird Capital

CorSport: la possibile acquisizione del Milan è ormai una piazza virtuale in cui piomba ogni giorno un retroscena, spesso in contrasto col precedente, o l’indiscrezione clamorosa uscita da chissà dove. In realtà, si lavora all’operazione in stanze chiuse da cui le parti non lasciano trapelare nulla e gli advisor sono vincolati al più rigoroso segreto professionale. Si sa con certezza dell’esistenza di due proposte (Investcorp e RedBird) pervenute alla proprietà nelle ultime settimane. La stampa finanziaria internazionale ne ha riferito, divulgando cifre da non prendere al centesimo (come spiegheremo più avanti), precisando che Investcorp ha go- duto per 15 giorni di un’esclusi- va ormai scaduta. L’esistenza di due acquirenti è stata confermata da Scaroni: pur non essendo un decisore nell’affare, il presidente del Milan è comunque a conoscenza dei fatti. Scaroni ha precisato che «ci vuole del tem- po per completare il perimetro delle offerte, capirle bene e per compararle»? Che significa «perimetro dell’offerta»? In un’acquisizio- ne il prezzo è uno degli elementi dell’offerta, non sempre il più importante. Spesso le proposte contengono dettagli sulla struttura finanziaria: pagamento in cash o attraverso carta (escluso tra due fondi) ma anche l’eventuale presenza di prestiti-ponte concessi da banche o investitori finanziari (da negoziare), finan- che l’accensione di debito in capo alla società acquisita che configura tecnicamente un LBO (leveraged buy out): comprare una società attraverso debito da mettere a carico della stessa società. Elliott ha fatto sapere di non essere disponibile a tale struttura. Altro elemento in gioco è il timing dei pagamenti, non tanto come dilazione ma in rapporto a elementi che configurino compartecipazioni nel rischio tra compratore e venditore. È il caso delle clausole di earn-out che condizionano parte del prezzo al raggiungimento, negli anni, di specifici obiettivi (fatturato, utile ecc.). Perciò sarebbe sbagliato pensare che Elliott abbia esclusivo interesse a incassare il corrispettivo massimo dall’operazione: la gestione futura può danneggiare il venditore che può ritenere di tutelarsi. Ecco perché, in certi casi, si preferiscono offerte di valore inferiore se quella più alta contiene condizioni rischio-
se. Non ha dunque senso ipotizzare confronti di prezzo in base a illazioni piuttosto casuali, senza conoscere i dettagli delle proposte. Sul presunto ultimatum che Investcorp avrebbe lanciato a Elliott, occorre ricordare che l’aut- aut a mezzo stampa è quanto di più lontano dalla dialettica tra due controparti finanziarie di tale profilo. In una trattativa l’ultimatum si dà semmai invian- do una proposta vincolante valida entro un termine di alcuni giorni. Su quella il venditore deve valutare la convenienza ad accettarla o meno. Qualcuno ci ha visto una exit strategy di Investcorp non riuscendo a mettere in piedi una proposta ma siamo nel campo delle illazioni Che Elliott tentenni o invece rilanci, perché sorpreso dal prezzo dell’operazione Chelsea, pare francamente inverosimile. Intanto perché la cessione dei Blues era in pista da due mesi, l’ordine di grandezza noto da tempo nella comunità finanziaria e anticipato dalla stampa. Poi perché le esitazioni di una parte sono in genere interrotte da una proposta vincolante a breve scadenza. In tutto ciò, è nata una nuova categoria di tifosi: quelli di un potenziale azionista rispetto all’altro. Agitati da aspettative irrealistiche sulle capacità di spesa per il mercato, fuorviati da informazioni irrilevanti (gli asset in getione del fondo assunti a metro della potenza di fuoco), suggestionati da luoghi comuni (arabi spendaccioni e americani parsimoniosi). Come già scritto, in realtà, chi prenderà il Milan ne acquisterà anche la gestione virtuosa condotta da Elliott in questi anni. Farà differenza la capacità di incrementarne i ricavi o di competere ottimizzando le risorse, cosa che la dirigenza rossonera ha dimostrato di fare con maestria. Sull’esito della trattativa, in assenza di notizie, sarebbe meglio abbassare i toni e concentrarsi sul finale di stagione
Beautiful
 

Super_Lollo

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E infatti non bisogna cascarci, restiamo concentrati sul campionato, è il campo ciò che conta. Con lo scudetto sul petto poi faremo le valutazioni del caso, anche perché può essere pure che davvero sia tutto fatto per il passaggio e si attende la fine del campionato.
Ma poi la domanda madre di tutto è :

come fanno a ipotizzare queste cose ? In base a che cosa ?
 

Devil man

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Eliott ha fatto partire l'asta.. ecco cosa traspare.. chiunque all'improvviso può fare una offerta.
 
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In tutto ciò, è nata una nuova categoria di tifosi: quelli di un potenziale azionista rispetto all’altro. Agitati da aspettative irrealistiche sulle capacità di spesa per il mercato, fuorviati da informazioni irrilevanti (gli asset in getione del fondo assunti a metro della potenza di fuoco), suggestionati da luoghi comuni (arabi spendaccioni e americani parsimoniosi). Come già scritto, in realtà, chi prenderà il Milan ne acquisterà anche la gestione virtuosa condotta da Elliott in questi anni. Farà differenza la capacità di incrementarne i ricavi o di competere ottimizzando le risorse, cosa che la dirigenza rossonera ha dimostrato di fare con maestria. Sull’esito della trattativa, in assenza di notizie, sarebbe meglio abbassare i toni e concentrarsi sul finale di stagione
VANGELO
 
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