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El Shaarawy:"Mi riprendo il Milan e la nazionale. E il derby..."
Intervista esclusiva di Stephan El Shaarawy alla Gazzetta dello Sport. Ecco, di seguito, i passaggi più importanti:
"Il Mondiale? Sarà difficile salire su quell'aereo. Perchè ho poco tempo a disposizione. Ma il mio obiettivo è chiaro: fare bene con il Milan e tornare in nazionale. Voglio dimostrare a tutti, Prandelli incluso, che sto bene. La prima parola che il CT mi ha detto è stata 'Bentornato'. Per me ha un grande significato, anche se può sembrare un'ovvietà. Ho avuto momenti di sconforto ma non mi sono mai abbattuto. La cresta è sempre rimasta alta. Ho detto la verità ma non posso negare che restare lontano dal campo mi ha fatto star male. Ho sofferto. Ora sono più sereno. Il piede è guarito e posso muoverlo come voglio. La Primavera di Inzaghi è stata basilare per farmi ritrovare la condizione atletica. Se sono pronto per il Derby? Spero di giocare. Non ho i 90 minuti nelle gambe ma spero d farne 20 o 30. Voglio dare una mano per provare a raggiungere l'Europa League. Stare rinchiuso con gesso e tutore è stata una sofferenza. Avevo dolori fortissimi. Il giorno più brutto? Quello di Milan Ajax, quando c'è stata la ricaduta. Il mio cammino è semplice: primi duemesi di stop, la terapia conservativa non ha funzionato e così ne ho persi altri quattro che, detto senza polemica, operandomi prima non avrei perso. Ma sul mio conto se ne sono dette di tutti i colori. Anche cose cattive, che mi hanno ferito. Forse è l’altra faccia della popolarità: non si può piacere a tutti. Seedorf? Ha bisogno di tempo. Da giocatore mi ha insegnato molto e adesso mi sta gestendo ottimamente. Mi ha fatto da motivatore. Da questa storia esce uno Stephan più maturo e motivato. Mi ha aiutato a capirmi di più. Il futuro? Lo ripeto da 3 anni: Milan a vita".
Intervista esclusiva di Stephan El Shaarawy alla Gazzetta dello Sport. Ecco, di seguito, i passaggi più importanti:
"Il Mondiale? Sarà difficile salire su quell'aereo. Perchè ho poco tempo a disposizione. Ma il mio obiettivo è chiaro: fare bene con il Milan e tornare in nazionale. Voglio dimostrare a tutti, Prandelli incluso, che sto bene. La prima parola che il CT mi ha detto è stata 'Bentornato'. Per me ha un grande significato, anche se può sembrare un'ovvietà. Ho avuto momenti di sconforto ma non mi sono mai abbattuto. La cresta è sempre rimasta alta. Ho detto la verità ma non posso negare che restare lontano dal campo mi ha fatto star male. Ho sofferto. Ora sono più sereno. Il piede è guarito e posso muoverlo come voglio. La Primavera di Inzaghi è stata basilare per farmi ritrovare la condizione atletica. Se sono pronto per il Derby? Spero di giocare. Non ho i 90 minuti nelle gambe ma spero d farne 20 o 30. Voglio dare una mano per provare a raggiungere l'Europa League. Stare rinchiuso con gesso e tutore è stata una sofferenza. Avevo dolori fortissimi. Il giorno più brutto? Quello di Milan Ajax, quando c'è stata la ricaduta. Il mio cammino è semplice: primi duemesi di stop, la terapia conservativa non ha funzionato e così ne ho persi altri quattro che, detto senza polemica, operandomi prima non avrei perso. Ma sul mio conto se ne sono dette di tutti i colori. Anche cose cattive, che mi hanno ferito. Forse è l’altra faccia della popolarità: non si può piacere a tutti. Seedorf? Ha bisogno di tempo. Da giocatore mi ha insegnato molto e adesso mi sta gestendo ottimamente. Mi ha fatto da motivatore. Da questa storia esce uno Stephan più maturo e motivato. Mi ha aiutato a capirmi di più. Il futuro? Lo ripeto da 3 anni: Milan a vita".