Come riportato dalla GDS in edicola oggi, 2 settembre, con gli acquisti di Ibra, Diaz, Tonali e Bakayoko è un Milan da Champions League.
Ecco la formazione
Donnarummma
Conti
Kjaer
Romagnoli
Theo
Bakayoko (Kessie)
Tonali (Bennacer)
Castillejo (Diaz)
Calhanoglu (Diaz)
Rebic
Ibra
Sempre la GDS: Pioli ripartirà dal 4231 ma con l'abbondanza a centrocampo potrà cambiare sistema di gioco. Le alternative sono il 4-3-3 e il 4-3-1-2. I punti fissi saranno Ibra, Tonali e Calhanoglu.
L'equivoco di fondo sembra un altro e purtroppo un po' troppo dimenticato: tutti i presunti miglioramenti danno per sottinteso quello che per me ancora non è, ovvero che l'impalcatura dei mesi post lockdown siano stati vera gloria.
Si danno cioè per sottintesi il rendimento di Kjaer e Romagnoli (per me una delle incognite più invasive), la costanza di Kessie e Bennacer (qui sarei più tranquillo), la maturità calcistica del turco (enormi dubbi) e l'imprevedibilità del sistema degli esterni e del lavoro di Ibra.
Per me quella formazione per gli avversari alla lunga non è difficile da prevedere e contrastare, soprattutto perché non abbocco alle spaziature ed ai ritmi farlocchi che abbiamo visto in Italia (ma anche in giro per l'Europa) in quei tre mesi.
Se sono l'avversario del Milan lascio senza problemi saltare ed atterrare Ibra, addirittura rifiutando il duello aereo con lui lontano dalla porta, e poi accetto l'uno contro uno degli esterni e dei trequarti che francamente non hanno affatto spunto e qualità pura in dribbling o nello strappo stretto e soprattutto non hanno regia creativa negli ultimi 50 metri.
Quegli undici devono stare tutti benissimo per garantire rendimento e superiorità, perché manca ancora troppa qualità ed imprevedibilità nei 5 dietro a Zlatan.
Al netto dell'impatto di Diaz che ignoro.