Mi sfuggono gli errori da parte di Di Maio.
Ovviamente, e come sospettavo dopo i dati del mercato di questi due giorni e l'autogol del PD nell'astenersi per Cottarelli lasciandolo in braghe di tela, il Quirinale si è reso conto del clamoroso tombino in cui si è ficcato.
Sarebbe allora chiaramente Mattarella, fingendo una vittoria parziale nel mancato approdo di Savona al Governo, a richiamare l'unica maggioranza possibile (oggi come sarebbe tra due mesi) e riprovare la quadra.
Di Maio può essere stato impulsivo domenica sera nello sfogo, ma mantiene tutte le carte a proprio favore.
Sinceramente si continua a sopravalutare la posizione di Salvini, al netto del chiaramente ridicolo dato dei sondaggi che gli attribuisce un +10% in due mesi, scenario del tutto folle: ma veramente qualcuno pensa che di colpo 3 milioni e mezzo di elettori si spostano da altri partiti alla Lega?
Salvini voleva e vuole eccome il governo ora, anche perché sa benissimo che il voto al sud se lo può comunque scordare (il M5S è imbattibile in troppi uninominali) e soprattutto la sola presenza in coalizione di Berlusconi affosserebbe i suoi sogni di 25%, anzi rischierebbe di far confluire un po' di quel 17% proprio verso il M5S che garantirebbe mani libere dai Brunetta e dai Tajani di questo mondo.
Qualsiasi cosa succeda, M5S e Lega sono ineluttabilmente destinati a governare insieme.