Degrado casta cinema contro Giuli

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Esattamente.
Una pletora di raccomandati e amici di amici.
Argentero rappresenta benissimo questa marmaglia.
Ma me ne vengono in mente tantissimi altri
è la classica casta.

Non vieni valutato e soprattuto retribuito per quello che fai, per la qualità del tuo lavoro, ma solo perchè fai parte del circolino che gestisce i fondi che arrivano e il sistema di produzione e soprattutto promozione dei film.
 
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E documentari su zelensky invece sarebbero profonda cultura? Molto meglio i cinepattoni allora, perlomeno è intrattenimento e ti facevano fare due risate in periodi più spensierati. Ora anche quelli hanno vietato, per non offendere i busoni o le cesse come Big mama, che si insozzano come scrofe e poi salgono sul palco a piagnucolare per il body shaming.


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Ho dovuto ridurla altrimenti non ci stava
 

Blu71

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Dopo che il Ministro Giuli ha risposto elegantemente come solo lui sa fare a Geppi CIucciari e Elio Germano, apriti cielo! tutto il mondo radical chic della sinistra del cinema si è subito messa a piagnucolare e battere i piedi sottoscrivendo una lettera pubblica allo stesso Giuli e ai Sottosegretari Borgonzoni e Mazzi.

La situazione lavorativa e produttiva del cinema italiano è indubbiamente in crisi. Negli ultimi due anni il quadro di complessiva incertezza normativa e i ritardi, generati in primis dall’operato del Governo nella gestione della riforma del Tax credit, hanno causato una crisi di sistema che ha colpito molte produzioni, soprattutto le più piccole e indipendenti, e ha lasciato senza lavoro centinaia di lavoratrici e lavoratori, a cui manca anche un sostegno al reddito per il 2025 e un sussidio di recupero salariale e contributivo per il 2024. Una crisi che rischia inoltre di togliere creatività, autonomia e innovazione a tutto il settore, privandolo della possibilità di competere culturalmente ed economicamente a livello internazionale. L’auspicata prossima pubblicazione della versione definitiva del decreto correttivo Tax credit è una prima risposta, ma incompleta e insufficiente. Riteniamo che sia necessario attivare iniziative ben più ampie e rilevanti, come ad esempio ha chiesto Pupi Avati durante la cerimonia dei David di Donatello. La cultura e la democrazia italiana non possono essere piegate ad interessi di parte, ma vanno tutelate e arricchite con rispetto delle competenze, delle professionalità, delle regole costituzionali e dei diritti di tutti e tutte. Chiediamo che il Ministero incontri quanto prima le associazioni che uniscono e rappresentano attori, autori e tecnici ascoltando le richieste urgenti che da mesi promuovono. E chiediamo che si fermino invece le polemiche pretestuose e gli attacchi inaccettabili a chi democraticamente ha mosso critiche all'operato del Ministero, come il nostro collega Elio Germano e la nostra collega Geppi Cucciari, ai quali va tutta la nostra solidarietà. Cordiali saluti.


Chi ha firmato la lettera

Francesco Acquaroli
Gianni Amelio
Elisa Amoruso
Francesca Archibugi
Luca Argentero
Giuseppe Battiston
Marco Bellocchio
Sonia Bergamasco
Paolo Borraccetti
Sara Bosi
Margherita Buy
Paolo Calabresi
Roberto Citran
Francesca Comencini
Cristina Comencini
Paola Cortellesi
Saverio Costanzo
Ivan Cotroneo
Damiano D'Innocenzo
Fabio D'Innocenzo
Antonietta De Lillo
Francesca De Martini
Maura Delpero
Francesco Di Leva
Pia Engleberth
Pierfrancesco Favino
Margherita Ferri
Anna Ferzetti
Beppe Fiorello
Anna Foglietta
Michelangelo Frammartino
Matteo Garrone
Paolo Genovese
Adriano Giannini
Fabrizio Gifuni
Daniela Giordano
Claudio Giovannesi
Valeria Golino
Nicole Grimaudo
Lino Guanciale
Edoardo Leo
Stefano Lodovichi
Milena Mancini
Pietro Marcello
Vinicio Marchioni
Mario Martone
Valerio Mastandrea
Riccardo Milani
Roberto Minervini
Luca Miniero
Gabriel Montesi
Nanni Moretti
Valerio Morigi
Susanna Nicchiarelli
Filippo Nigro
Jacopo Olmo Antinori
Ferzan Ozpetek
Andrea Pennacchi
Marco Pettenello
Paolo Pierobon
Alessandro Preziosi
Vittoria Puccini
Edoardo Purgatori
Paola Randi
Maddalena Ravagli
Rolando Ravello
Anne Riitta Ciccone
Michele Riondino
Alba Rohrwacher
Gianfranco Rosi
Stefano Rulli
Gabriele Salvatores
Claudio Santamaria
Lunetta Savino
Vanessa Scalera
Riccardo Scamarcio
Andrea Segre
Pietro Sermonti
Toni Servillo
Carla Signoris
Marco Simon Puccioni
Valeria Solarino
Paolo Sorrentino
Simone Spada
Giuseppe Tornatore
Cinzia TH Torrini
Massimo Torre
Jasmine Trinca
Romana Maggiora Vergano
Giovanni Veronesi
Paolo Virzì
Giselda Volodi
Monica Zapelli
Luca Zingaretti

Cioè Geppi CIucciari prima percula senza alcun motivo solo per farsi bella davanti alla sinistra Giuli creando solo imbarazzo in sala, e poi Germano lo attacca in maniera diretta ( rinnegandolo tra l'altro ), e poi si arrabbiano pure se uno gli risponde. Sono incredibili.
Se la smettessero di fare filmetti del cavolo e far lavorare sempre quelli del giro che conta ma provassero a fare le cose seriamente forse si accorgerebbero che non è colpa della destra che il settore è in crisi.

In questo Paese nessuno - a quanto pare - pensa a fare bene il proprio lavoro. I politici fanno teatro e fanno ridere e gli attori fanno politica e fanno piangere.
 
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Ma infatti ci sono sempre stati, ma in questo particolare periodo dove ci sono le guerre, post pandemia ( tra l'altro ha dato il colpo di grazia al cinema che già era in crisi per l'arrivo dei vari colossi Netflix Paramount+ & Co. ), dove mancano i soldi.....il settore cinema dovrebbe essere il primo a comprendere che forse la priorità non sono loro ma altri settori dalla produzione alla sanità al lavoro via dicendo.
Ma tu non devi pensare agli attori super-ricchi che possono anche non lavorare più per il resto dei loro giorni, possono pagarsi le migliori cure in cliniche private eccetera. Di loro chissene. La stragrande maggioranza delle persone che lavora nella cultura(cinema, teatri, musei ecc) è composta da gente comune, che quindi vive i problemi che hai elencato. Chiaramente lo Stato non può farsi carico di tutti i lavoratori di tutti i settori e si può dire “fatti loro che hanno scelto quel percorso lavorativo, cambiassero mestiere”. Ma quello della cultura è un settore particolare, che non produce niente se non, appunto, cultura. Se nessuno sceglie quel percorso, la cultura muore. Che può essere una scelta politica legittima, ma che andrebbe esplicitata per far sì che la gente possa regolarsi di conseguenza.
 
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Ma tu non devi pensare agli attori super-ricchi che possono anche non lavorare più per il resto dei loro giorni, possono pagarsi le migliori cure in cliniche private eccetera. Di loro chissene. La stragrande maggioranza delle persone che lavora nella cultura(cinema, teatri, musei ecc) è composta da gente comune, che quindi vive i problemi che hai elencato. Chiaramente lo Stato non può farsi carico di tutti i lavoratori di tutti i settori e si può dire “fatti loro che hanno scelto quel percorso lavorativo, cambiassero mestiere”. Ma quello della cultura è un settore particolare, che non produce niente se non, appunto, cultura. Se nessuno sceglie quel percorso, la cultura muore. Che può essere una scelta politica legittima, ma che andrebbe esplicitata per far sì che la gente possa regolarsi di conseguenza.
però c'è anche il discorso che nessuno osa fare (se non tra di noi), del valore e della qualità della cultura prodotta.

Perchè pure io domani prendo un pennello, una tela, faccio 4 schizzi, dico che sono un pittore che produce cultura e quindi devo essere aiutato economicamente.

Ad oggi il cinema sta morendo in tutto il mondo, pure a Hollywood dove girano miliardi di dollari. Sta morendo perchè cultura o meno, è un campo che ormai sembra essere sorpassato dai tempi, dalle tecnologie, dai nuovi sistemi di trasmissione e perchè no, pure dalla qualità del prodotto. E' un dato di fatto che chi lavora in questo campo deve accettare. Se il prodotto cinema non piace più, bisogna accettarlo e ridimensionare il settore, magari partendo appunto ad una riduzione ad esempio del 50% dei compensi di quelli che han firmato questa lettera. Accetterebbero? No.
Loro vogliono solo dei soldi statali per continuare a vivere in un'epoca che non esiste più nella realtà.
 
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Ma tu non devi pensare agli attori super-ricchi che possono anche non lavorare più per il resto dei loro giorni, possono pagarsi le migliori cure in cliniche private eccetera. Di loro chissene. La stragrande maggioranza delle persone che lavora nella cultura(cinema, teatri, musei ecc) è composta da gente comune, che quindi vive i problemi che hai elencato. Chiaramente lo Stato non può farsi carico di tutti i lavoratori di tutti i settori e si può dire “fatti loro che hanno scelto quel percorso lavorativo, cambiassero mestiere”. Ma quello della cultura è un settore particolare, che non produce niente se non, appunto, cultura. Se nessuno sceglie quel percorso, la cultura muore. Che può essere una scelta politica legittima, ma che andrebbe esplicitata per far sì che la gente possa regolarsi di conseguenza.
Certo, ma non cambia nulla del discorso iniziale. Si stanno lamentando che hanno meno aiuti sussidi chiamali come vuoi rispetto prima, ma è normale, in tutti i settori sta peggiorando la vita e scarseggiando i soldi, ma non l'ha iniziata Giuli questa cosa e ci troviamo in Europa non possiamo nemmeno fare quel che vogliamo da soli senza rendere conto a nessuno.

E poi io non discuto mica la polemica o cmq lamentarsi di questa cosa da parte di attori produttori registi, io discuto i modi. Sono i modi che non vanno bene. E' l'ennesima scusa per attaccare la destra fascista e bla bla bla, che bisogno c'era da parte di Geppi Cucciari di prendere per il cul0 Giuli in questo modo al Quirinale? Che bisogno aveva Pupi Avati di essere così indisponente o maleducato davanti a femmine tra l'altro non maschi. Fossero state di sinistra la Borgonzoni e l'altra sarebbe successo il finimondo.
 
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però c'è anche il discorso che nessuno osa fare (se non tra di noi), del valore e della qualità della cultura prodotta.

Perchè pure io domani prendo un pennello, una tela, faccio 4 schizzi, dico che sono un pittore che produce cultura e quindi devo essere aiutato economicamente.

Ad oggi il cinema sta morendo in tutto il mondo, pure a Hollywood dove girano miliardi di dollari. Sta morendo perchè cultura o meno, è un campo che ormai sembra essere sorpassato dai tempi, dalle tecnologie, dai nuovi sistemi di trasmissione e perchè no, pure dalla qualità del prodotto. E' un dato di fatto che chi lavora in questo campo deve accettare. Se il prodotto cinema non piace più, bisogna accettarlo e ridimensionare il settore, magari partendo appunto ad una riduzione ad esempio del 50% dei compensi di quelli che han firmato questa lettera. Accetterebbero? No.
Loro vogliono solo dei soldi statali per continuare a vivere in un'epoca che non esiste più nella realtà.
Ma il problema è che nella storia dell’Umanità la cultura non si è mai ripagata da sola. Con un discorso di tipo economico-commerciale non esisterebbe un buon 99%(e sto basso) delle opere architettoniche, pittoriche, teatrali ecc perché sono state praticamente tutte finanziate a perdere da re, imperatori, principi, papi, capi di Stato per i motivi più disparati, alcuni mirabili altri più terra terra. Secondo te è un caso che il decadimento di quella che tu chiami qualità sia coinciso con la nascita di una società basata sul consumismo sfrenato, sull’ossessione del produrre qualcosa solo in vista di un ritorno economico e via dicendo? Io non lavoro nel settore cultura e sto assistendo anche io in modo passivo a questo decadimento. Mi sembra che siamo già da tempo avviato verso un’Umanità triste, che deve appigliarsi al passato per scoprire il bello. A me piacerebbe che si ritornasse a inveatire a perdere in opere architettoniche, pittoriche, teatrali.
 
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