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Il Daily Sabah, giornale turco, ha scritto un articolo in cui specifica che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l’Europa, e in particolare la Francia, avrebbero raddoppiato le forniture di gas liquido provenienti dalla Russia.
Sulla questione è intervenuto anche Oleh Savytskyi, fondatore dell'organizzazione no profit Razom We Stand, che sostiene la necessità di sanzioni più severe sui combustibili fossili russi.
Egli ha affermato che l'obiettivo dell'UE di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili russi entro il 2027 non fosse sostenibile. Ha ribadito, inoltre, che i paesi che acquistano gas russo stanno sabotando la transizione energetica del continente e contribuendo sostanziosamente allo sforzo bellico di Mosca.
La giustificazione dei governi europei sarebbe che vietare completamente le importazioni di gas russo farebbe salire alle stelle le bollette dell'energia e del riscaldamento, e anche le industrie ne soffrirebbero.
L'Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un'organizzazione no profit statunitense con l'obiettivo di accelerare la transizione mondiale verso un'energia definita sostenibile, avrebbe compiuto un’analisi dei dati di Kpler, un tracker di spedizione, e ICIS, un fornitore di dati sulle materie prime, nella quale è emerso che le aziende francesi hanno importato quasi 4,4 miliardi di metri cubi di gas liquido russo nella prima metà di quest'anno, rispetto a più di 2 miliardi di metri cubi nello stesso periodo di un anno fa.
I successivi maggiori importatori, Spagna e Belgio, hanno visto rispettivamente un aumento dell'1% e un calo del 16%, avrebbe evidenziato l’organizzazione.
TotalEnergies, la multinazionale energetica francese ha rappresentato la quota maggiore delle importazioni tra gennaio e giugno.
La società francese ha affermato di essere vincolato da contratti firmati prima dell'invasione russa dell'Ucraina. E il Ministero delle Finanze e dell'Economia francese ha detto che gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi che attraversano il Canale di Suez hanno costretto una revisione delle importazioni di gas, in quanto quello proveniente dal Medio Oriente non può più arrivare facilmente in Europa, mentre la rotta della Russia dall'Artico non è stata influenzata.
Il ministero ha osservato che la Francia è uno dei principali snodi in Europa per il gas. La Francia e la Spagna, con sette ciascuna, hanno il maggior numero di terminali di gas in Europa.
Dallo studio emerge, inoltre, che la Francia importerebbe più gas dalla Russia di quanto ne importerebbe da Stati Uniti, Angola, Camerun, Egitto e Nigeria, e che, a differenza di quanto dichiarato dal governo francese, nessuna delle esportazioni di gas di quegli altri paesi sarebbe stata colpita dagli attacchi del Mar Rosso.
Sulla questione è intervenuto anche Oleh Savytskyi, fondatore dell'organizzazione no profit Razom We Stand, che sostiene la necessità di sanzioni più severe sui combustibili fossili russi.
Egli ha affermato che l'obiettivo dell'UE di eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili russi entro il 2027 non fosse sostenibile. Ha ribadito, inoltre, che i paesi che acquistano gas russo stanno sabotando la transizione energetica del continente e contribuendo sostanziosamente allo sforzo bellico di Mosca.
La giustificazione dei governi europei sarebbe che vietare completamente le importazioni di gas russo farebbe salire alle stelle le bollette dell'energia e del riscaldamento, e anche le industrie ne soffrirebbero.
L'Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un'organizzazione no profit statunitense con l'obiettivo di accelerare la transizione mondiale verso un'energia definita sostenibile, avrebbe compiuto un’analisi dei dati di Kpler, un tracker di spedizione, e ICIS, un fornitore di dati sulle materie prime, nella quale è emerso che le aziende francesi hanno importato quasi 4,4 miliardi di metri cubi di gas liquido russo nella prima metà di quest'anno, rispetto a più di 2 miliardi di metri cubi nello stesso periodo di un anno fa.
I successivi maggiori importatori, Spagna e Belgio, hanno visto rispettivamente un aumento dell'1% e un calo del 16%, avrebbe evidenziato l’organizzazione.
TotalEnergies, la multinazionale energetica francese ha rappresentato la quota maggiore delle importazioni tra gennaio e giugno.
La società francese ha affermato di essere vincolato da contratti firmati prima dell'invasione russa dell'Ucraina. E il Ministero delle Finanze e dell'Economia francese ha detto che gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi che attraversano il Canale di Suez hanno costretto una revisione delle importazioni di gas, in quanto quello proveniente dal Medio Oriente non può più arrivare facilmente in Europa, mentre la rotta della Russia dall'Artico non è stata influenzata.
Il ministero ha osservato che la Francia è uno dei principali snodi in Europa per il gas. La Francia e la Spagna, con sette ciascuna, hanno il maggior numero di terminali di gas in Europa.
Dallo studio emerge, inoltre, che la Francia importerebbe più gas dalla Russia di quanto ne importerebbe da Stati Uniti, Angola, Camerun, Egitto e Nigeria, e che, a differenza di quanto dichiarato dal governo francese, nessuna delle esportazioni di gas di quegli altri paesi sarebbe stata colpita dagli attacchi del Mar Rosso.