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Enrico Currò da Repubblica in edicola:"Nel processo social la folla virtuale del Milan ha emesso il verdetto via hashtag: #PioliOut, dopo la seconda batosta in 7 giorni con la Roma di De Rossi. Sul futuro prevale l’opzione Conte, mentre Lopetegui non scalda i cuori rossoneri. I più oltranzisti avrebbero addirittura organizzato una colletta per esprimere in spazi a pagamento — scripta manent — l’ostracismo all’allenatore attuale. Ma l’ultima parola spetta alla società, anche se il destino del tecnico dello scudetto 2022 (tra i candidati per il Napoli, ora) non può più essere raddrizzato neppure dal derby di lunedì prossimo, vero incubo di ogni milanista: coinciderebbe, in caso di sconfitta, con la seconda stella dell’Inter. Tuttavia anche i dirigenti sono imputati per il mercato non all’altezza dei 125 milioni di euro spesi. L’azionista di controllo americano Cardinale, dedito ai proclami sull’eventuale nuovo stadio a San Donato, caldeggiato dal presidente Scaroni. L’ad Furlani, indagato col predecessore Gazidis nell’inchiesta della magistratura milanese sul passaggio delle quote di maggioranza dal fondo Elliott al fondo RedBird di Cardinale (ostacolo alla vigilanza della Covisoc e appropriazione indebita le ipotesi di reato). Il capo del settore tecnico Moncada, artefice di una rosa con più di un doppione ma senza un regista, un incontrista, un centravanti e un difensore alternativi. La defenestrazione di Maldini e Massara, che con minore spesa hanno vinto un campionato e ottenuto la semifinale di Champions, si rivela sempre più illogica. Scampa per ora alla gogna il solo Ibrahimovic, plenipotenziario sportivo di Cardinale, essendo arrivato a mercato concluso. Al momento ha salvato Furlani e Moncada, ha stoppato l’ingresso di Comolli demiurgo del Tolosa gradito a RedBird, ha ingaggiato il dg statunitense Kirovski e medita quelli dei nuovi capi del settore giovanile (Westerveld dall’Ajax?) e del settore femminile (Castellazzi). Sull’allenatore non emerge unità di intenti. Lopetegui, ex Spagna e Siviglia, per due volte contattato (si sussurra su input di Comolli), ha il vantaggio di uno stipendio contenuto. Conte costa di più, ma è motivatissimo: sogna di portare allo scudetto tutte e 3 le grandi del nord, dopo Juventus e Inter, e di duellare con Simone Inzaghi. Non è segno di coesione la sfilata in fila indiana, giocatori, staff e dirigenti tutti a debita distanza, all’uscita dall’Olimpico, tra felpe abbassate e sguardi rivolti verso terra: uno dei tre giocatori con più mercato — Leao, Hernandez e Maignan — pare destinato a finanziare con la sua partenza la prossima campagna acquisti. Pioli è stato l’unico ad affrontare le domande sull’inappellabile sconfitta in 11 contro 10. Gli altri, con la lodevole eccezione di Gabbia, si sono sottratti alle spiegazioni per la stagione senza guizzi: mai in corsa per lo scudetto, subito fuori da Champions e Coppa Italia e ai quarti di finale dall’Europa League. La finale la giocherà nella Youth League (vittoria ai rigori col Porto) la Primavera di Abate. Che magari non sarà il terzo incomodo (che invece è Paulo Fonseca, oggi al Lille), ma ha dimostrato come le voci invernali sull’ascesa in prima squadra non fossero poi così incongrue.
