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Paolo Condò su Repubblica in edicola: la verità è che il Milan non fallisce mai le partite-bivio, quelle in cui l’aria cattiva che tira rischia di volgere all’irrespirabile, come se la qualità intermittente di questa strana stagione reclamasse altro tempo e altre chance prima di andare a sentenza. Se il crac in Coppa Italia aveva allestito il match con la Roma come un’eliminazione diretta, è Mourinho quello che si avvicina all’uscita: non per ieri, dove la squadra è stata dignitosa, ma per l’insieme della stagione, e se vogliamo del triennio. Il rispetto che José pretende per il suo passato è sacrosanto, stiamo parlando di un grande protagonista di vent’anni di football europeo. Ma è proprio per rispetto di quel Mourinho che occorre rilevare la crisi di questo: da quando il campionato è a 20 squadre (2004-05) la Roma aveva sempre raccolto più di 29 punti nelle prime 20 gare, la discesa rispetto all’anno scorso è vertiginosa (8 punti), e senza tornare agli anni ricchi di Spalletti — che aveva altri giocatori, ma non è che questi siano da nono posto — nel triennio non è stato replicato nemmeno Paulo Fonseca. La Champions non è ancora fuori portata, e resta anche la strada alternativa dell’Europa League: ma entrambi i percorsi sono pieni di concorrenti che stanno meglio, giocano meglio e hanno migliori prospettive