Rimanere nell'anonimato dopo aver firmato contratti vincolanti e addirittura dopo aver asseritamente pagato fior di caparre non solo non è una prassi usuale, neppure per i cinesi, ma è roba dell'altro mondo, io non ho mai visto una cosa del genere. Di acquisizioni all'estero ne hanno fatte tante, chiunque può documentarsi in merito, e parlo di tutti i settori merceologici. Diciamo che questa vicenda ha degli aspetti di spiccata originalità, come minimo.
Mi limito ad osservare, infine, che nelle comunicazioni ufficiali non si fa alcun accenno alla causa del rinvio e non si dice affatto che tale causa non è imputabile alla parte che ha chiesto la proroga, chiamando in causa i ritardi burocratici che sono stati dati in pasto alla stampa in via ufficiosa per salvare la faccia a SES. Si è preferito soprassedere, non a caso. Per me banalmente non c'è niente da svelare ancora, tutto qui, evidentemente. Nella migliore delle ipotesi sono ancora in trattativa con qualche socio che deve entrare. I soldi anticipati saranno a debito, e sarebbe interessante sapere quale collaterale li garantisce, e se in realtà non esista qualche meccanismo contrattuale che consenta di recuperarli almeno in gran parte. Oppure di usarli per una acquisizione di quote di minoranza a prezzo prestabilito, subordinata al fallimento dell'operazione principale. Chissà.
PS
Rimane il problema di fondo, l'anomalia era già ben presente nel comunicato del 5 agosto. Stipulare contratti con acquirenti che hanno una compagine sociale in fieri, totalmente incompleta, significa affidarsi a degli avventuristi e presentarlo come un affare fatto non è serio, meglio sarebbe stata la concessione di una semplice opzione in cambio di prezzo congruo per questo genere di cose. E infatti un acquirente che paga caparre in un contesto del genere è comunque un avventurista (sempre che siano caparre in senso tecnico naturalmente, noi il contratto non lo conosciamo), un gambler che ritiene che il costo-opportunità di rischiare tanto sia accettabile in vista del risultato ottenuto, ovvero anticipare gli avversari e tentare il colpo, "spendendo" all'interno della Cina un contratto fatto e finito e non una semplice opzione. Può darsi che la dispersione della vecchia cordata abbia determinato rivalità e rancori e gli avversari di Yong si siano vendicati, rendendo la residua raccolta di fondi - ritenuta erroneamente facile da un tracotante Yong - una montagna da scalare, magari usando contro di lui qualche sponsor politico. Di sicuro l'originaria immagine idealizzata di una concorde operazione pianificata ai massimi livelli dello Stato cinese ne esce quasi ridicolizzata. Risparmio per carità di patria elucubrazioni sull'altro aspetto bizzarro, ovvero lo strumento del "fondo di investimento" creato per acquisire una singola società, scelta che mi sembra veramente molto curiosa. E pericolosa.