Willy Wonka
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Giuliano Balestreri di Business Insider (che aveva anticipato il non coinvolgimento di Huarong) prova a fare chiarezza sulla ormai infinita cessione del Milan, facendo un approfondimento sulla presunta questione autorizzativa che avrebbe bloccato SES.
Secondo quanto riferito da fonti cinesi, il closing sarebbe saltato perchè uno dei soci si è levato nelle ultimissime ore, anche a causa della stretta sulla fuoriuscita di capitali dalla Cina. Interpellando esperti del settore questa giustificazione appare però poco credibile.
Alberto Rossi (Fondazione Italia Cina) spiega che la stretta sugli investimenti all'estero poteva giustificare al massimo lo slittamento da da Dicembre a Marzo ma non certo il mancato closing di ieri, guardando la trattativa nel suo insieme si potrebbe ipotizzare piuttosto che Li non sia riuscito a raccogliere tutti i capitali necessari.
Infatti è impossibile non osservare come gli investimenti cinesi all'estero siano in realtà in costante crescita. Dal 2015 ad oggi il governo di Pechino ha investito all'estero più che tutti gli altri Paesi del mondo in Cina.
In Europa sono state concluse acquisizioni per un valore superiore a 35 miliardi di dollari nel solo 2016, e per rimanere in casa nostra, il 23 Dicembre una nota azienda italiana di gioielleria (Buccellati) è passata di mano da Clessidra a Gansu GangTai Holding. Proprio pochi giorni dopo il mancato closing di Dicembre tra Fininvest e SES.
Addirittura pochi giorni fa il LeadenHall Building, un grattacielo di Londra, è stato ceduto a una società di Hong Kong per 1,1 miliardi di sterline.
I soldi, se ci sono escono. La Cina non vieta gli investimenti tout court all'estero, chi sostiene questo è in malafede. C'è stata sì una stretta di capitali ma esclusivamente sulle acquisizioni non coerenti al piano di sviluppo cinese.
Forchielli (Mandarin Capital) afferma che l'uso della valuta estera non viene concessa dal governo cinese senza un valido motivo, ma gli investimenti strategici di carattere industriale saranno non solo tutelati, ma anche caldeggiati.
Tutto questo spiega le enormi differenze tra l'acquisizione dell'Inter da parte di Suning e il tentativo d'acquisto del Milan da parte di SES.
La Suning di Zhang lavora nel settore degli elettrodomestici, investire nel calcio aumenterà indirettamente le vendite della conglomerata cinese.
SES invece, di cui non si è ancora capita la struttura societaria, ha interessi completamente vaghi e molto aleatori.
Se il closing è saltato non è dovuto alle autorizzazioni mancanti, ma alla mancanza di capitali. In poche parole, non c'erano i soldi.
Gli addetti ai lavori negli ambienti finanziari continuano ad esprimere preoccupante scetticismo sull'intera vicenda, sulle modalità di come sia stata portata avanti, sulla eccessiva fluidità della presunta cordata cinese e sui pregressi (anche di rilievo penale) del suo leader, Li YongHong.
Secondo quanto riferito da fonti cinesi, il closing sarebbe saltato perchè uno dei soci si è levato nelle ultimissime ore, anche a causa della stretta sulla fuoriuscita di capitali dalla Cina. Interpellando esperti del settore questa giustificazione appare però poco credibile.
Alberto Rossi (Fondazione Italia Cina) spiega che la stretta sugli investimenti all'estero poteva giustificare al massimo lo slittamento da da Dicembre a Marzo ma non certo il mancato closing di ieri, guardando la trattativa nel suo insieme si potrebbe ipotizzare piuttosto che Li non sia riuscito a raccogliere tutti i capitali necessari.
Infatti è impossibile non osservare come gli investimenti cinesi all'estero siano in realtà in costante crescita. Dal 2015 ad oggi il governo di Pechino ha investito all'estero più che tutti gli altri Paesi del mondo in Cina.
In Europa sono state concluse acquisizioni per un valore superiore a 35 miliardi di dollari nel solo 2016, e per rimanere in casa nostra, il 23 Dicembre una nota azienda italiana di gioielleria (Buccellati) è passata di mano da Clessidra a Gansu GangTai Holding. Proprio pochi giorni dopo il mancato closing di Dicembre tra Fininvest e SES.
Addirittura pochi giorni fa il LeadenHall Building, un grattacielo di Londra, è stato ceduto a una società di Hong Kong per 1,1 miliardi di sterline.
I soldi, se ci sono escono. La Cina non vieta gli investimenti tout court all'estero, chi sostiene questo è in malafede. C'è stata sì una stretta di capitali ma esclusivamente sulle acquisizioni non coerenti al piano di sviluppo cinese.
Forchielli (Mandarin Capital) afferma che l'uso della valuta estera non viene concessa dal governo cinese senza un valido motivo, ma gli investimenti strategici di carattere industriale saranno non solo tutelati, ma anche caldeggiati.
Tutto questo spiega le enormi differenze tra l'acquisizione dell'Inter da parte di Suning e il tentativo d'acquisto del Milan da parte di SES.
La Suning di Zhang lavora nel settore degli elettrodomestici, investire nel calcio aumenterà indirettamente le vendite della conglomerata cinese.
SES invece, di cui non si è ancora capita la struttura societaria, ha interessi completamente vaghi e molto aleatori.
Se il closing è saltato non è dovuto alle autorizzazioni mancanti, ma alla mancanza di capitali. In poche parole, non c'erano i soldi.
Gli addetti ai lavori negli ambienti finanziari continuano ad esprimere preoccupante scetticismo sull'intera vicenda, sulle modalità di come sia stata portata avanti, sulla eccessiva fluidità della presunta cordata cinese e sui pregressi (anche di rilievo penale) del suo leader, Li YongHong.