Casnop, questa è un'operazione di leva finanziaria.
Non sapremo mai ufficialmente chi ha messo quei 200 milioni, essendo soldi provenienti da una società schermata ad Hong Kong e a loro volta erogati regolarmente da istituti finanziari.
La favoletta pubblica sarà che quei soldi li ha messi, e persi, Yonghong Li.
Chi invece a quella favoletta non ci vuol credere, potrà rendersi conto da solo della verità quando fra poche settimane Berlusconi annuncerà che in mancanza di un serio compratore ha deciso eroicamente di salvare Fininvest slegando il Milan da esso, e di salvare il Milan da imprenditori stranieri mantenendo l'italianità del club collaborando con dei soci di minoranza italiani come Renzo Rosso, al fine di portare di nuovo il Milan in alto.
Prepariamoci a fuochi d'artificio, lodi sperticate e ovazioni da parte dei media per questo rientro in scena di Berlusconi.
Ho intuito le motivazioni, vorrei comprenderne la struttura giuridica e finanziaria. Ipotizziamo dunque che Berlusconi, come persona fisica, abbia inteso garantire in favore di una banca finanziatrice questo soggetto SES ai fini della concessione di un prestito per l'acquisto di una quota di controllo del club. Questo soggetto, SES, versa una serie di acconti, che le parti volontariamente imputano a caparra, con le note conseguenze di irripetibilita' degli stessi in caso di inadempimento di SES rispetto al saldo prezzo. La scorporazione della partecipazione di Berlusconi da quella complessiva di Fininvest nel Milan, premettendo che egli è azionista di maggioranza assoluta, poco più del 50 per cento, avrebbe l'obiettivo di portare Silvio nel controllo del club per una quota maggioritaria del club (ovvero poco più del 50 per cento della partecipazione di Fininvest nel Milan, pari al 99,93 per cento), con Fininvest che rimarrebve azionista di minoranza per la quota non scorporata (quella intestata ai suoi figli, azionisti di minoranza in Fininvest). Per realizzare questo obiettivo, il controvalore delle somme accaparrate da Fininvest deve poter essere convertito in azioni del Milan, ma non in favore di SES, che pure le ha versate, ma in favore del suo garante, Berlusconi Silvio, che rimborserebbe il finanziatore di SES, e si surrogherebbe nei diritti di SES nascenti dall'opzione di conversione, che essa non eserciterebbe, e che sarebbe esercitata dal suo garante (una sorta di controopzione). Bisognerebbe allora immaginare una sorta di garanzia finanziaria, tipo la emissione di obbligazioni da parte di SES con una opzione di conversione in azioni, accettata da Fininvest all'atto della stipulazione del contratto, che SES, inadempiente al rimborso del prestito obbligazionario, non potrebbe esercitare, e che verrebbe esercitata da Berlusconi Silvio con il rimborso del prestito stesso e la surroga, come detto, nel diritto di SES all'esercizio della opzione di conversione. Il valore di 200 non sarebbe sufficiente a garantire al nuovo azionista il controllo maggioritario del capitale, perché Fininvest ha caricato a 494 milioni, bilancio 2015, il valore della propria partecipazione nel club. Fininvest venderebbe a terzi la propria residua partecipazione nel club. Siamo sulla buona strada?
