Cerruti:"Maldini come puoi parlare voto 8 alla stagione, hai speso male 50 mln"

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Tifo'o

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Attacco da parte di Alberto Cerruti a Maldini in un editoriale a Calciomercato.com

"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


NB: PER FAVORE CRITICARE CI STA MA NON INSULTI, INOLTRE SE DOVEVE ENTRARE SOLO PER LANCIARE LE SOLITE PROVOCAZIONI PASSATE CHE NON SERVONO A NULLA ALLORA POTETE EVITARE DI COMMENTARE.
 
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Devil man

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Mirabelli e Fasson sono stati osannati per aver speso male 220 milioni...

questo è accanimento
 
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Attacco da parte di Alberto Cerruti a Maldini in un editoriale a Calciomercato.com

"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


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Inutile girarci intorno, purtroppo ha ragione.
I soldi sono stati spesi male.
Dal doppio affare saltato (Botman e Sanches), affare che aveva almeno l'obiettivo di rinforzare la squadra con giocatori forti e pronti, non si sa per quale motivo il nostro focus si sia spostato sull'ennesimo trequartista (CDK).
Da quel momento in poi abbiamo navigato a vista e al posto di un difensore forte e strutturato e di un centrocampista forte e tecnico in grado di poter giocare anche sulla trequarti, inspiegabilmente abbiamo virato (oltre a CDK) su 2 profili totlamente diversi: Vrankks e Thiaw.
Due giovani sbarbati.

Poi nell'ultima settimana è scoppiato il cervello ad un pò di persone legate al mondo Milan: a Maldini ("questa stagione da 8 in pagella"), a Pioli ("in 7 minuti non sono mai entrati nella nostra area"), a Scaroni ("sarà il derby dell'amicizia"), a Calabria ("non posso farci nulla se Dzeko è più grosso di me").
Queste dichiarazioni sono la pietra tombale delle nostre ambizioni.
 

Jack92

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Tutto giusto.
Il fallimento della stagione deriva dal mercato totalmente insensato e sbagliato.
 

Maldini82

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Attacco da parte di Alberto Cerruti a Maldini in un editoriale a Calciomercato.com

"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


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Articolo che condivido dalla prima all'ultima parola. In toto. Non c'è altro da dire, e mi fa piacere che sia pubblico.
 
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Attacco da parte di Alberto Cerruti a Maldini in un editoriale a Calciomercato.com

"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


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Ahimè non sono opinioni ma fatti questi, diciamo che per quanto veloce ci hanno riportati in alto questa lerda di stagione la concedo ma la prossima bisogna cambiare rotta.
 

Tifo'o

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"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


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A me ha deluso davvero Maldini con quelle dichiarazioni.

Come fai a dire una roba del genere? Serviva un po' di autocritica.

Tonali per dire in conferenza stampa alla vigilia della gara con l'Inter fece intendere che non arriva in finale sarebbe stata una stagione deludente.

Marotta 1 mese mi a dritta tutti dicendo che bisogna fare di più.

A me non piace davvero questa cosa nell'evitare autocritiche.. in qualsiasi ambito lavorativo vengono fatte, non per creare ancora più panico ma servono per spronare e migliorasi. Dire tutto okay e tutti bravi.. essere mulini bianchi non serve altro che dare un messaggio errato alla squadra. Non è ma mentalità giusta
 
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"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


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io concordo, nel senso che Maldini non può dire che è stata una stagione da 8. Non ci siamo, la stagione è ampiamente insufficiente. Però è sbagliato rimarcare sempre il costo di un cartellino, quando il COSTO ROSA del Milan continua ad essere ben inferiore all'Inter. Ovvio, Marotta ha costrutito una squadra con gli innesti di Acerbi, Mikitarian e Lukaku, giocatori pronti e soprattutto quest'ultimo dal costo tra i 20 e i 25 milioni in un anno. Se prendi Pobega, CDK, Adli, Vrankx, Thiaw, Dest le probabilità di fallimento sono ben superiori, come ha rimarcato Maldini. Il problema è che come dice sempre Maldini, serve un mix, tra giovani ed esperti. E i nostri profili esperti si chiamano Origi, Bakayokò, Florenzi. Disastri semi-annunciati. Le campagne acquisti degli ultimi 2 anni hanno portato poco o nulla, abbiamo perso Ibra per la strada per ovvie ragioni di età, Calhanoglu e Kessiè. E chi è arrivato non è stato all'altezza. Il tasso tecnicno è diminuito e la resa dei conti è arrivata quest'anno. Maldini ha le sue colpe, ma l'analisi dell'articolo sbaglia comunque nel parlare di budget a disposizione.
 
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"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


NB: PER FAVORE CRITICARE CI STA MA NON INSULTI, INOLTRE SE DOVEVE ENTRARE SOLO PER LANCIARE LE SOLITE PROVOCAZIONI PASSATE CHE NON SERVONO A NULLA ALLORA POTETE EVITARE DI COMMENTARE.
Ha ragionissima da vendere.
 

Milanoide

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Attacco da parte di Alberto Cerruti a Maldini in un editoriale a Calciomercato.com

"Paolo Maldini è stato un grandissimo giocatore che avrebbe meritato il “Pallone d’Oro” come il suo erede Fabio Cannavaro, anche se il Mondiale lo ha perso e non vinto ai rigori. Nessuno ha vinto cinque coppe dei Campioni/Champions con la maglia del Milan come lui e per questo è ancora amato dai tifosi rossoneri che lo considerano il custode della gloriosa storia del club.

Purtroppo, però, Maldini ha lasciato il calcio in un pomeriggio di quattordici anni fa, dopo la sua ultima partita a Firenze. E il “purtroppo” non è legato alla facile nostalgia per il passato, bensì al fatto che non basta essere stato grande come giocatore per esserlo anche come dirigente. Gli esempi in tal senso sono tantissimi, ma per rimanere al Milan ricordiamo un altro capitano e Pallone d’Oro come lui: Gianni Rivera che guarda caso ha vinto le due coppe dei Campioni rossonere prima di Maldini. Subito dopo aver festeggiato lo scudetto della “stella” nel 1979, proprio con Liedholm in panchina, che sei anni più tardi avrebbe fatto esordire “il figlio di Cesare” in serie A, Rivera fu promosso addirittura vicepresidente e per due volte non riuscì a impedire la retrocessione dei rossoneri, facendo valere come dirigente la sua esperienza di giocatore.

Maldini al confronto è un gigante, perché grazie anche a lui il Milan ha rivinto uno scudetto dopo undici anni ed è arrivato in semifinale di Champions dopo sedici. Proprio perché ha vinto tutto in campo, però, non può dire che la stagione del Milan sarà da 8 se la squadra arriverà al quarto posto, per tornare in Champions. Bisogna infatti ricordare che quest’anno il Milan partiva con lo scudetto sulle maglie ma non è mai stato in corsa per rivincerlo, ha perso 3-0 la Supercoppa contro l’Inter, è uscito dalla coppa Italia in casa contro il Torino, è stato battuto negli ultimi quattro derby senza segnare almeno un gol, come non era mai accaduto nella sua storia, e come se non bastasse tutto ciò oggi è quinto in campionato, con sedici punti meno rispetto all’anno scorso, una retromarcia inferiore soltanto a quella del Verona in lotta per salvarsi.

Proprio perché ha vinto tutto con il Milan e nel 1994, con Capello, ha addirittura festeggiato scudetto e Champions contemporaneamente, Maldini esagera quando dice che questa può essere una stagione da 8. Il voto sembra quindi un messaggio di autodifesa indirizzato alla proprietà, non a caso accompagnato dalle sue parole pronunciate subito dopo l’eliminazione dalla Champions: “Il fatto di essere arrivati a questi livelli deve essere sfruttato, investendo per rimanere tra le prime quattro e fare bene in Italia”. Sembra un invito a scucire altri milioni per rinforzare la squadra, anche se non bisogna dimenticare che l’estate scorsa Maldini e Massara hanno già avuto cinquanta milioni a disposizione, spesi nel peggiore dei modi perché il calo in campionato e l’ultimo, doppio, kappaò con l’Inter in Champions sono la conseguenza di una fallimentare campagna acquisti, testimoniata dal fatto che il giocatore più costoso, De Ketelaere, è sempre rimasto in panchina nelle sfide più importanti, per non parlare di Origi entrato soltanto per disperazione e Ibrahimovic nemmeno inserito nella lista Uefa per partecipare alla Champions.

Ripetuti errori di progettazione che non sono certamente da imputare né a Pioli, né tantomeno alla proprietà che infatti sta pensando di cambiare l’area tecnica e non l’allenatore. In attesa di sapere come finirà questo giochino dello scaricabarile, con o senza quarto posto finale, i tifosi del Milan, che hanno sempre riempito San Siro, meritano di applaudire una squadra più forte di quella intravista quest’anno, che in fondo è la stessa che aveva vinto uno scudetto considerato inatteso da tutti. Ben vengano, quindi, nuovi investimenti ma a patto che siano accompagnati da una indispensabile competenza nelle scelte. E soprattutto con un vero gioco di squadra anche fuori dal campo."


NB: PER FAVORE CRITICARE CI STA MA NON INSULTI, INOLTRE SE DOVEVE ENTRARE SOLO PER LANCIARE LE SOLITE PROVOCAZIONI PASSATE CHE NON SERVONO A NULLA ALLORA POTETE EVITARE DI COMMENTARE.
Cerruti fra le critiche dimentica la mancata sostituzione di due centrocampisti.
Quindi la squadra di oggi non è quella che aveva vinto lo scudetto o lo aveva sfiorato l'anno precedente.
 
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