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Come riportato da Il Sole 24 Ore, che conferma le indiscrezioni ampiamente riferite, Cardinale deve restituire ben 700 mln ad Elliott entro agosto. Tre possibili soluzioni: riscadenziamento del prestito per almeno un altro anno con la stessa Elliott. Nel frattempo Cardinale starebbe sondando, come seconda strada percorribile, altri grandi credit fund americani per un rifinanziamento del prestito. Queste due opzioni si vanno però a scontrare con un inevitabile aumento del prestito, a causa di interessi sempre più elevati. C’è quindi la terza opzione, che già era stata sondata mesi fa, e riguarda la cessione di una minoranza del Milan a investitori, probabilmente del Golfo Persico. Sarebbe invece escluso lo studio di un bond da parte del Milan, che andrebbe a indebitare direttamente la società rossonera.
Secondo Repubblica, Cardinale avrebbe fretta di trovare nuovi soci. Non si tratta più solo dell’esigenza di pagare tra 11 mesi a Elliott il debito, che alla scadenza di agosto toccherà i 693 milioni (il 57.7% del valore attuale del Milan) e che è già salito con gli interessi dell’8% a 634,3: lo attesta il bilancio 2024 di ACM Bidco, la controllante del Milan, depositato ad Amsterdam lo scorso 30 settembre. Ora la nuova urgenza di Cardinale sembra quella di rimpolpare il suo stesso capitale, vendendo “al prezzo base di costo”, cioè senza guadagno, “fino a 150 milioni del capitale investito iniziale di 681 milioni, data la necessità dell’azienda di abbassare l’importo dell’investimento per riequilibrare il portafoglio”. La formula testuale è riportata nel documento in cui Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria, prospetta per conto di RedBird a potenziali investitori l’acquisto di una quota azionaria, pari al 22% del capitale che 25 mesi fa Cardinale avrebbe raccolto e investito nel Milan.
L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà, i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno. La partenza dei lavori viene dichiarata ad ottobre 2025, la conclusione nel 2029. Ma la realtà è nebulosa, visti il passo indietro verso la coabitazione con l’Inter per dividere le spese, e poi il revival dell’area di San Siro col parziale abbattimento dell’attuale Meazza.
Il dossier disegna ancora partner esotici all’orizzonte: “Sulla base dei nostri colloqui con RedBird riteniamo che probabilmente venderà una quota di minoranza nel 2027 a un fondo sovrano o a una famiglia miliardaria, per fornire liquidità agli investitori che desiderano vendere prima del completamento del nuovo stadio nel 2029”.
Secondo Repubblica, Cardinale avrebbe fretta di trovare nuovi soci. Non si tratta più solo dell’esigenza di pagare tra 11 mesi a Elliott il debito, che alla scadenza di agosto toccherà i 693 milioni (il 57.7% del valore attuale del Milan) e che è già salito con gli interessi dell’8% a 634,3: lo attesta il bilancio 2024 di ACM Bidco, la controllante del Milan, depositato ad Amsterdam lo scorso 30 settembre. Ora la nuova urgenza di Cardinale sembra quella di rimpolpare il suo stesso capitale, vendendo “al prezzo base di costo”, cioè senza guadagno, “fino a 150 milioni del capitale investito iniziale di 681 milioni, data la necessità dell’azienda di abbassare l’importo dell’investimento per riequilibrare il portafoglio”. La formula testuale è riportata nel documento in cui Washington Harbour, società di investimenti e consulenza finanziaria, prospetta per conto di RedBird a potenziali investitori l’acquisto di una quota azionaria, pari al 22% del capitale che 25 mesi fa Cardinale avrebbe raccolto e investito nel Milan.
L’elemento chiave è il futuro stadio di proprietà, i cui ricavi ipotizzati sono di ben duecentoundici milioni l’anno. La partenza dei lavori viene dichiarata ad ottobre 2025, la conclusione nel 2029. Ma la realtà è nebulosa, visti il passo indietro verso la coabitazione con l’Inter per dividere le spese, e poi il revival dell’area di San Siro col parziale abbattimento dell’attuale Meazza.
Il dossier disegna ancora partner esotici all’orizzonte: “Sulla base dei nostri colloqui con RedBird riteniamo che probabilmente venderà una quota di minoranza nel 2027 a un fondo sovrano o a una famiglia miliardaria, per fornire liquidità agli investitori che desiderano vendere prima del completamento del nuovo stadio nel 2029”.