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Capello, unico allenatore a vincere in Italia nella stessa stagione campionato e champions league, a Gazzetta dello Sport
Qual è il segreto per arrivare in fondo nelle due competizioni?
"La tenuta mentale. In quegli anni non esisteva il turnover, le rose erano più corte e non c’era la possibilità di fare cinque sostituzioni come oggi. Il concetto di riposo era zero. In campo andavano sempre i migliori".
Si giocava anche qualche partita in meno.
"Sì, ma bisogna essere sinceri: la Serie A era di un altro livello rispetto a ora e vincere il campionato era molto più difficile".
Come affrontava partita dopo partita il suo Milan, man mano che la stagione andava avanti?
"Paradossalmente, le gare sulla carta più facili a un certo punto diventano le più difficili. Perché la squadra ci mette sempre la testa se deve giocare in Champions, i rischi sono piuttosto quando vai sul campo di una piccola in campionato e pensi che i tre punti arrivino senza sforzo. All'Inter, secondo me, qualche errore di presunzione in campionato è stato fatto, specialmente dopo il passaggio del turno con il Bayern".
Inter ha staccato un po’ la spina?
"Più che altro che sia stata poco umile o forse semplicemente che abbia pensato troppo alla Champions. I nerazzurri sono la squadra più forte d’Italia e a un certo punto avevano tre punti di vantaggio. Poi Inzaghi ha fatto massiccio uso del turnover, i giocatori hanno messo meno voglia di applicarsi, qualche avversario è stato preso sotto gamba... Va detto che rispetto ai miei tempi si è aggiunta ulteriore pressione. Soprattutto se pensiamo alla copertura mediatica e ai social. Per un calciatore oggi è più difficile conservare le energie mentali".
il ritorno col Barcellona?
"Da 50 e 50. Mi fa paura la grande qualità dei blaugrana. E il possibile ritorno di Lewandowski farebbe la differenza".
Qual è il segreto per arrivare in fondo nelle due competizioni?
"La tenuta mentale. In quegli anni non esisteva il turnover, le rose erano più corte e non c’era la possibilità di fare cinque sostituzioni come oggi. Il concetto di riposo era zero. In campo andavano sempre i migliori".
Si giocava anche qualche partita in meno.
"Sì, ma bisogna essere sinceri: la Serie A era di un altro livello rispetto a ora e vincere il campionato era molto più difficile".
Come affrontava partita dopo partita il suo Milan, man mano che la stagione andava avanti?
"Paradossalmente, le gare sulla carta più facili a un certo punto diventano le più difficili. Perché la squadra ci mette sempre la testa se deve giocare in Champions, i rischi sono piuttosto quando vai sul campo di una piccola in campionato e pensi che i tre punti arrivino senza sforzo. All'Inter, secondo me, qualche errore di presunzione in campionato è stato fatto, specialmente dopo il passaggio del turno con il Bayern".
Inter ha staccato un po’ la spina?
"Più che altro che sia stata poco umile o forse semplicemente che abbia pensato troppo alla Champions. I nerazzurri sono la squadra più forte d’Italia e a un certo punto avevano tre punti di vantaggio. Poi Inzaghi ha fatto massiccio uso del turnover, i giocatori hanno messo meno voglia di applicarsi, qualche avversario è stato preso sotto gamba... Va detto che rispetto ai miei tempi si è aggiunta ulteriore pressione. Soprattutto se pensiamo alla copertura mediatica e ai social. Per un calciatore oggi è più difficile conservare le energie mentali".
il ritorno col Barcellona?
"Da 50 e 50. Mi fa paura la grande qualità dei blaugrana. E il possibile ritorno di Lewandowski farebbe la differenza".

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