Eleonora Evi lascia il ruolo di co-portavoce dei Verdi in polemica contro Bonelli e altri dirigenti, accusa su La Stampa il partito di patriarcato e pinkwashing oltre che di assenza di democrazia
«Sulla legge contro la carne coltivata ho seguito tutto io, dagli emendamenti alle dichiarazioni di voto, poi lui ha fatto un piccolo commento e dal partito, a livello comunicativo.
È stato rilanciato solo quello.
Una costante differenza di trattamento tra noi, a dispetto di quella che è la tradizione dei Verdi europei sulla co-leadership
Resto nel gruppo parlamentare come indipendente, perché continuo a condividere le battaglie politiche.
Ma ero da tempo in sofferenza.
Sono stata oscurata mediaticamente e messa in un angolo solo per aver espresso opinioni non allineate su varie questioni.
Accolte a volte con fastidio, altre con paternalistica e vuota condiscendenza
Il patriarcato esiste anche nella politica e non ha colore, è sia a destra che a sinistra.
Quando ho segnalato le discriminazioni la risposta è stata il silenzio.
Bonelli e gli altri dirigenti hanno fatto spallucce.
Mentre alcune colleghe hanno firmato un documento in cui mi attaccano.
Eppure anche la co-portavoce del Lazio Chiara Saraceno ha lasciato
Ma “l’abbiamo candidata” chi?
Perché io ero co-portavoce quanto lui, quindi sta ammettendo che le decisioni le prendeva lui.
Tra l’altro, l’unico collegio uninominale blindato per i Verdi, dove si veniva eletti anche non superando la soglia di sbarramento, lo ha avuto Bonelli
Non farò la bella statuina di Angelo
Qualche tempo fa è stato diffuso sui social un post di Europa verde in cui si sottolineava come Bonelli fosse il leader più presente in Parlamento.
In realtà la leader più presente ero io. Insomma, si è voluto ancora una volta dare più spazio ad Angelo.
Quando l’ho fatto notare, è stato fatto un nuovo post con le foto di entrambi e con la scritta “I leader più presenti".
Se il leader più presente è un uomo merita un post tutto per sé, se invece si tratta di una donna, nel post dobbiamo essere per forza in due?
Alle amministrative di Brescia si è calpestata la volontà del gruppo locale che aveva deciso di correre autonomamente.
Ma siccome questa decisione non piaceva ad Angelo si è proceduto con un commissariamento.
L’ennesimo.
Io mi sono schierata con il gruppo locale perché il nostro statuto mette al centro il tema dell’autonomia dei territori.
Quindi ritenevo che, essendo stata decisa democraticamente dal gruppo locale l’opzione di correre da soli, fosse possibile per il territorio avere la libertà di agire.
Ho manifestato la mia posizione, ma sono stata isolata.
Se la mia posizione differente ha come conseguenza quella di oscurare completamente il mio ruolo di co-portavoce significa che Europa verde ha un problema».