Cabrini:"Theo non ancora al top. Ora la maturità. Pioli...".

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Antonio Cabrini alla GDS su Theo:"Che Hernandez sia cresciuto molto, specialmente nell’ultimo periodo, è fuori di dubbio ma per arrivare al top a livello internazionale deve fare ancora strada. È un traguardo alla sua portata, perché parliamo di un profilo giovane e con buoni margini di miglioramento».

"E prestazioni come quella dell’altra sera sono senz’altro dei segnali. È sul sentiero giusto per continuare a crescere. Ma per i bilanci e i confronti con i migliori del ruolo a livello mondiale dobbiamo aspettare, la stagione è iniziata da un paio di mesi. Di sicuro Hernandez ha le potenzialità per diventare un grandissimo, dipende solo da lui".

Su che cosa dovrà lavorare?

"Per arrivare a certi livelli servono tre cose: testa, cuore e gambe. Il talento da solo non basta, devi trovare un equilibrio tra queste componenti".

Theo a che punto è?
"Fino a ora penso che le sue armi siano state soprattutto la fisicità, che nel nostro campionato gli permette spesso di fare la differenza, e poi l’esuberanza e l’incoscienza tipica dei giovani. Ora si passa allo step successivo, quello della maturità".


Quanto lo aiuta allenarsi con un tecnico come Pioli, abituato a lavorare con i giovani?
«Il lavoro di Stefano ha il suo peso: sa come stimolare i talenti non ancora del tutto formati, quali corde toccare nella gestione e nella comunicazione con i giocatori. È così che si dà stabilità ai più giovani"

La Serie A è ancora la migliore scuola per un difensore?
"Oggi il ruolo è cambiato, è raro vedere terzini completi sia dal punto di vista della fase difensiva che di quella offensiva, ma il nostro campionato resta tra i migliori. Tecnicamente è un banco di prova di fronte al quale non ti puoi nascondere: o ti neutralizza o ti fa crescere e diventare un grande giocatore. Altrove, se hai abbastanza qualità, puoi anche abbassare la guardia ogni tanto, in Serie A no. Ecco perché Hernandez, al Milan, ha raggiunto una continuità che in Spagna non aveva"

Lo vede ancora a lungo in rossonero o c’è il rischio di vederlo giocare con altre maglie nei prossimi anni, come successo ad Hakimi?
"Le scelte professionali, come sempre, dipendono solo dai giocatori. Hernandez ha le carte in regola per diventare una colonna del Milan, anche perché la sua crescita procede a braccetto con quella della squadra: lui è diventato un trascinatore, ma allo stesso i compagni lo supportano. In questo momento il Milan è l’ambiente ideale per il decollo definitivo: le pressioni ci sono, ma non sono ancora eccessive. Così Theo potrà studiare per arrivare al massimo".
 
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Antonio Cabrini alla GDS su Theo:"Che Hernandez sia cresciuto molto, specialmente nell’ultimo periodo, è fuori di dubbio ma per arrivare al top a livello internazionale deve fare ancora strada. È un traguardo alla sua portata, perché parliamo di un profilo giovane e con buoni margini di miglioramento».

"E prestazioni come quella dell’altra sera sono senz’altro dei segnali. È sul sentiero giusto per continuare a crescere. Ma per i bilanci e i confronti con i migliori del ruolo a livello mondiale dobbiamo aspettare, la stagione è iniziata da un paio di mesi. Di sicuro Hernandez ha le potenzialità per diventare un grandissimo, dipende solo da lui".

Su che cosa dovrà lavorare?

"Per arrivare a certi livelli servono tre cose: testa, cuore e gambe. Il talento da solo non basta, devi trovare un equilibrio tra queste componenti".

Theo a che punto è?
"Fino a ora penso che le sue armi siano state soprattutto la fisicità, che nel nostro campionato gli permette spesso di fare la differenza, e poi l’esuberanza e l’incoscienza tipica dei giovani. Ora si passa allo step successivo, quello della maturità".


Quanto lo aiuta allenarsi con un tecnico come Pioli, abituato a lavorare con i giovani?
«Il lavoro di Stefano ha il suo peso: sa come stimolare i talenti non ancora del tutto formati, quali corde toccare nella gestione e nella comunicazione con i giocatori. È così che si dà stabilità ai più giovani"

La Serie A è ancora la migliore scuola per un difensore?
"Oggi il ruolo è cambiato, è raro vedere terzini completi sia dal punto di vista della fase difensiva che di quella offensiva, ma il nostro campionato resta tra i migliori. Tecnicamente è un banco di prova di fronte al quale non ti puoi nascondere: o ti neutralizza o ti fa crescere e diventare un grande giocatore. Altrove, se hai abbastanza qualità, puoi anche abbassare la guardia ogni tanto, in Serie A no. Ecco perché Hernandez, al Milan, ha raggiunto una continuità che in Spagna non aveva"

Lo vede ancora a lungo in rossonero o c’è il rischio di vederlo giocare con altre maglie nei prossimi anni, come successo ad Hakimi?
"Le scelte professionali, come sempre, dipendono solo dai giocatori. Hernandez ha le carte in regola per diventare una colonna del Milan, anche perché la sua crescita procede a braccetto con quella della squadra: lui è diventato un trascinatore, ma allo stesso i compagni lo supportano. In questo momento il Milan è l’ambiente ideale per il decollo definitivo: le pressioni ci sono, ma non sono ancora eccessive. Così Theo potrà studiare per arrivare al massimo".
Solo dybala dopo un anno buono era il nuovo messi.
 

gabri65

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Antonio Cabrini alla GDS su Theo:"Che Hernandez sia cresciuto molto, specialmente nell’ultimo periodo, è fuori di dubbio ma per arrivare al top a livello internazionale deve fare ancora strada. È un traguardo alla sua portata, perché parliamo di un profilo giovane e con buoni margini di miglioramento».

"E prestazioni come quella dell’altra sera sono senz’altro dei segnali. È sul sentiero giusto per continuare a crescere. Ma per i bilanci e i confronti con i migliori del ruolo a livello mondiale dobbiamo aspettare, la stagione è iniziata da un paio di mesi. Di sicuro Hernandez ha le potenzialità per diventare un grandissimo, dipende solo da lui".

Su che cosa dovrà lavorare?

"Per arrivare a certi livelli servono tre cose: testa, cuore e gambe. Il talento da solo non basta, devi trovare un equilibrio tra queste componenti".

Theo a che punto è?
"Fino a ora penso che le sue armi siano state soprattutto la fisicità, che nel nostro campionato gli permette spesso di fare la differenza, e poi l’esuberanza e l’incoscienza tipica dei giovani. Ora si passa allo step successivo, quello della maturità".


Quanto lo aiuta allenarsi con un tecnico come Pioli, abituato a lavorare con i giovani?
«Il lavoro di Stefano ha il suo peso: sa come stimolare i talenti non ancora del tutto formati, quali corde toccare nella gestione e nella comunicazione con i giocatori. È così che si dà stabilità ai più giovani"

La Serie A è ancora la migliore scuola per un difensore?
"Oggi il ruolo è cambiato, è raro vedere terzini completi sia dal punto di vista della fase difensiva che di quella offensiva, ma il nostro campionato resta tra i migliori. Tecnicamente è un banco di prova di fronte al quale non ti puoi nascondere: o ti neutralizza o ti fa crescere e diventare un grande giocatore. Altrove, se hai abbastanza qualità, puoi anche abbassare la guardia ogni tanto, in Serie A no. Ecco perché Hernandez, al Milan, ha raggiunto una continuità che in Spagna non aveva"

Lo vede ancora a lungo in rossonero o c’è il rischio di vederlo giocare con altre maglie nei prossimi anni, come successo ad Hakimi?
"Le scelte professionali, come sempre, dipendono solo dai giocatori. Hernandez ha le carte in regola per diventare una colonna del Milan, anche perché la sua crescita procede a braccetto con quella della squadra: lui è diventato un trascinatore, ma allo stesso i compagni lo supportano. In questo momento il Milan è l’ambiente ideale per il decollo definitivo: le pressioni ci sono, ma non sono ancora eccessive. Così Theo potrà studiare per arrivare al massimo".

Deve piantarla con le sceneggiate quando stramazza al suolo appena lo toccano. E' insopportabile.
 
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