Bonaventura:"Potevo dare ancora tanto al Milan".

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
236,076
Reaction score
42,012
Bonaventura a Sportweek:"Potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Mi dispiace non aver avuto lo stesso allenatore per tre o quattro anni, perché è una cosa che ti dà continuità nel lavoro. Invece, ogni nuovo tecnico sembra ti metta sotto esame. Ogni volta ricominci daccapo e questo ti fa perdere un sacco di tempo. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio".

"Il giorno dell'addio? Non c’era niente di preparato. Ho aspettato che uscissero tutti prima di restare qualche istante per conto mio e guardarmi intorno, ricordare. Ho fatto due passi, ho visto lo stadio come mai mi era capitato: vuoto. E vuoto sembra ancora più grande. Poi mi sono inginocchiato. È stato un momento di intimità tra me e San Siro. Ho provato gratitudine per tutto quello che ho vissuto dentro quell’impianto. Giocare lì era il mio sogno di bambino. Averlo fatto per sei anni col Milan è stato fantastico".

"Il ricordo più bello in rossonero? Doha, sicuramente. Un trofeo è un premio per tutti quelli che lavorano in società, non solo per allenatori e giocatori, ed è bello vedere la felicità nei loro occhi".

"Ibra? È un grande. Quando è arrivato mi ha trasmesso un entusiasmo e una voglia che mi mancavano da un po’. Ho iniziato la stagione che stavo recuperando dall’infortunio al ginocchio del novembre di due anni fa. Non avevo quasi fatto la preparazione precampionato ed ero un po’ giù di tono, non solo muscolare. Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. Io e lui eravamo i due vecchietti della squadra e lui, che pure ha parecchi anni più di me, diceva scherzando che il più vecchio ero io. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza. E non mi riferisco a quella calcistica. E poi è uno molto divertente. Ha dato sicurezza. Lo vedi grande e grosso lì davanti, sai che nei momenti difficoltà puoi buttare la palla su, che ci pensa lui. Ci ha aiutato tanto. La sua presenza ha dato consapevolezza, specie ai più giovani. In allenamento è un terremoto, mette pressione, fa stare tutti più attenti".
 

Pamparulez2

Senior Member
Registrato
13 Luglio 2016
Messaggi
6,758
Reaction score
400
Jack ti abbiamo voluto tutti bene. Purtroppo pero’ 2 cose hanno inciso:
1) ogni stagione saltavi 3/4 mesi, a volte le hai saltate per intero
2) 2/2,5 milioni netti... quanti ne ha chiesto il tuo broguradore per il rinnovo? Sei voluto passare a Raiola...
 
Registrato
24 Marzo 2014
Messaggi
21,308
Reaction score
2,436
Bonaventura a Sportweek:"Potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Mi dispiace non aver avuto lo stesso allenatore per tre o quattro anni, perché è una cosa che ti dà continuità nel lavoro. Invece, ogni nuovo tecnico sembra ti metta sotto esame. Ogni volta ricominci daccapo e questo ti fa perdere un sacco di tempo. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio".

"Il giorno dell'addio? Non c’era niente di preparato. Ho aspettato che uscissero tutti prima di restare qualche istante per conto mio e guardarmi intorno, ricordare. Ho fatto due passi, ho visto lo stadio come mai mi era capitato: vuoto. E vuoto sembra ancora più grande. Poi mi sono inginocchiato. È stato un momento di intimità tra me e San Siro. Ho provato gratitudine per tutto quello che ho vissuto dentro quell’impianto. Giocare lì era il mio sogno di bambino. Averlo fatto per sei anni col Milan è stato fantastico".

"Il ricordo più bello in rossonero? Doha, sicuramente. Un trofeo è un premio per tutti quelli che lavorano in società, non solo per allenatori e giocatori, ed è bello vedere la felicità nei loro occhi".

"Ibra? È un grande. Quando è arrivato mi ha trasmesso un entusiasmo e una voglia che mi mancavano da un po’. Ho iniziato la stagione che stavo recuperando dall’infortunio al ginocchio del novembre di due anni fa. Non avevo quasi fatto la preparazione precampionato ed ero un po’ giù di tono, non solo muscolare. Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. Io e lui eravamo i due vecchietti della squadra e lui, che pure ha parecchi anni più di me, diceva scherzando che il più vecchio ero io. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza. E non mi riferisco a quella calcistica. E poi è uno molto divertente. Ha dato sicurezza. Lo vedi grande e grosso lì davanti, sai che nei momenti difficoltà puoi buttare la palla su, che ci pensa lui. Ci ha aiutato tanto. La sua presenza ha dato consapevolezza, specie ai più giovani. In allenamento è un terremoto, mette pressione, fa stare tutti più attenti".

Grazie Jack.
Ti ringrazio.

Certo che “momento piú bello Doha” la dice lunga su cosa é stato il Milan (senza colpa tua) nel periodo in cui ci sei stato.
 

Tifo'o

Moderatore
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
37,609
Reaction score
6,592
Bonaventura a Sportweek:"Potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Mi dispiace non aver avuto lo stesso allenatore per tre o quattro anni, perché è una cosa che ti dà continuità nel lavoro. Invece, ogni nuovo tecnico sembra ti metta sotto esame. Ogni volta ricominci daccapo e questo ti fa perdere un sacco di tempo. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio".

"Il giorno dell'addio? Non c’era niente di preparato. Ho aspettato che uscissero tutti prima di restare qualche istante per conto mio e guardarmi intorno, ricordare. Ho fatto due passi, ho visto lo stadio come mai mi era capitato: vuoto. E vuoto sembra ancora più grande. Poi mi sono inginocchiato. È stato un momento di intimità tra me e San Siro. Ho provato gratitudine per tutto quello che ho vissuto dentro quell’impianto. Giocare lì era il mio sogno di bambino. Averlo fatto per sei anni col Milan è stato fantastico".

"Il ricordo più bello in rossonero? Doha, sicuramente. Un trofeo è un premio per tutti quelli che lavorano in società, non solo per allenatori e giocatori, ed è bello vedere la felicità nei loro occhi".

"Ibra? È un grande. Quando è arrivato mi ha trasmesso un entusiasmo e una voglia che mi mancavano da un po’. Ho iniziato la stagione che stavo recuperando dall’infortunio al ginocchio del novembre di due anni fa. Non avevo quasi fatto la preparazione precampionato ed ero un po’ giù di tono, non solo muscolare. Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. Io e lui eravamo i due vecchietti della squadra e lui, che pure ha parecchi anni più di me, diceva scherzando che il più vecchio ero io. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza. E non mi riferisco a quella calcistica. E poi è uno molto divertente. Ha dato sicurezza. Lo vedi grande e grosso lì davanti, sai che nei momenti difficoltà puoi buttare la palla su, che ci pensa lui. Ci ha aiutato tanto. La sua presenza ha dato consapevolezza, specie ai più giovani. In allenamento è un terremoto, mette pressione, fa stare tutti più attenti".

Che palle questi giocatori.. se volevi davvero rimanere a qualsiasi prezzo allora chiedevi 200 mila euro (toh cifra a caso) sono sicuro che un ingaggio cosi "Imbarazzante" il Milan ti avrebbe rinnovato. Invece te ed il tuo patrigno Raiola volete mangiare per bene..

Ovviamente il discorso non è riferito solo a Bonaventura ma tutti questi giocatori che "eh volevo rimanere ma loro no"
 
Registrato
26 Febbraio 2018
Messaggi
5,945
Reaction score
2,748
Bonaventura a Sportweek:"Potevo ancora dare tanto ma il giocatore e l’uomo il Milan lo ha visto tutto. Mi dispiace non aver avuto lo stesso allenatore per tre o quattro anni, perché è una cosa che ti dà continuità nel lavoro. Invece, ogni nuovo tecnico sembra ti metta sotto esame. Ogni volta ricominci daccapo e questo ti fa perdere un sacco di tempo. Ho capito che le valutazioni su di me erano cambiate quando mi sono infortunato al ginocchio. Dovevo operarmi, stare fermo fino al termine della stagione e ricominciare con un solo anno di contratto davanti. Una società che ha fiducia in te, ti sottopone il rinnovo appena vede che hai ripreso l’attività. Nel mio caso non è successo. Ci sono state mezze parole, niente di più. Forse è cambiato lo stile Milan, ma ho avuto la sensazione che nei miei confronti non ci fosse la considerazione di cui godevo prima dell’infortunio".

"Il giorno dell'addio? Non c’era niente di preparato. Ho aspettato che uscissero tutti prima di restare qualche istante per conto mio e guardarmi intorno, ricordare. Ho fatto due passi, ho visto lo stadio come mai mi era capitato: vuoto. E vuoto sembra ancora più grande. Poi mi sono inginocchiato. È stato un momento di intimità tra me e San Siro. Ho provato gratitudine per tutto quello che ho vissuto dentro quell’impianto. Giocare lì era il mio sogno di bambino. Averlo fatto per sei anni col Milan è stato fantastico".

"Il ricordo più bello in rossonero? Doha, sicuramente. Un trofeo è un premio per tutti quelli che lavorano in società, non solo per allenatori e giocatori, ed è bello vedere la felicità nei loro occhi".

"Ibra? È un grande. Quando è arrivato mi ha trasmesso un entusiasmo e una voglia che mi mancavano da un po’. Ho iniziato la stagione che stavo recuperando dall’infortunio al ginocchio del novembre di due anni fa. Non avevo quasi fatto la preparazione precampionato ed ero un po’ giù di tono, non solo muscolare. Quando a gennaio ho visto arrivare Zlatan, mi è tornata la voglia di spaccare il mondo. Io e lui eravamo i due vecchietti della squadra e lui, che pure ha parecchi anni più di me, diceva scherzando che il più vecchio ero io. È entrato in gruppo in punta di piedi, con umiltà, senza pretese, guadagnandosi il rispetto di tutti e con il lavoro e le prestazioni in partita. Quello che fa in campo lo vedono tutti, ma la differenza la fa la sua intelligenza. E non mi riferisco a quella calcistica. E poi è uno molto divertente. Ha dato sicurezza. Lo vedi grande e grosso lì davanti, sai che nei momenti difficoltà puoi buttare la palla su, che ci pensa lui. Ci ha aiutato tanto. La sua presenza ha dato consapevolezza, specie ai più giovani. In allenamento è un terremoto, mette pressione, fa stare tutti più attenti".

Una bella persona e un ottimo giocatore, ma sfortunato. Un rinnovo a cifre basse per fare da jolly in campo e uomo spogliatoio personalmente lo avrei anche valutato, se non fosse stato che il problema principale ha sempre la medesima puzza, quella di Raiola.
 

AntaniPioco

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
20,941
Reaction score
2,125
L'ho già detto varie volte, jack era un giocatore a cui bisognava rinnovare senza neanche pensarci
 

kipstar

Senior Member
Registrato
14 Luglio 2016
Messaggi
17,310
Reaction score
2,231
Fa un po' triste pensare che avesse perso mordente e che ci sia stato bisogno di Ibra....
Cmq secondo me bisognerebbe rimettersi in gioco ogni giorno con se stessi....non ogni anno che cambia l'allenatore....nessuno può vivere di passato.....imho. se non sei sempre pronto a rimetterti in discussione....avviene che c'è bisogno di Ibra...imho
 

Goro

Senior Member
Registrato
7 Febbraio 2017
Messaggi
10,336
Reaction score
2,298
Anche in questa intervista esce la sua arroganza di fondo, un finto umile che pensava di meritare il rinnovo automatico appena tornato dall'infortunio. Si capisce che in questo Milan ci sguazzava alla grande, anche lautamente pagato. Vediamo adesso in quale squadra andrà...
 
Alto